Lo stand di Wuhan al Sigep: una interrogazione parlamentare a 5 stelle

Lo stand di Wuhan al Sigep: una interrogazione parlamentare a 5 stelle

Siccome non si placa l'attenzione sulla fiera di Rimini e una deputata 5 stelle torna sul tema, abbiamo cercato di capire cosa si sapeva del coronavirus nei giorni del Sigep e quali altre manifestazioni si svolgevano nei quartieri di tutta Italia.

“Le ragioni del mancato rilievo della notevole presenza di persone provenienti da Wuhan alla Fiera di Rimini proprio nei giorni della chiusura della medesima regione da parte del governo cinese…”. Lo stand di Wuhan alla manifestazione dedicata al gelato artigianale e all’arte del dolce continua a tenere banco. Chi sperava che dopo l’incendio appiccato da Selvaggia Lucarelli, seguito dalla reazione monitoria di Ieg (unita ai pareri di esperti vari che hanno escluso relazioni fra Sigep e contagio in quel di Codogno, pare arrivato dalla Germania), il fuoco si sarebbe spento, evidentemente si sbagliava.
E’ un parlamentare pentastellato a tornare sul tema, ma non uno dei due con base a Rimini (Giulia Sarti e Marco Croatti). Si tratta di Alessandra Ermellino, eletta nella circoscrizione Puglia. L’ha presentata il 16 aprile. Va segnalato anche un libro che s’intitola Il coglionavirus, scritto da Antonio Giangrande, che in dettaglio ripercorre tutti i “capitoli” della vicenda coronavirus e menziona pure il dolce scoop di Selvaggia Lucarelli.

Torniamo alla interrogazione rivolta al presidente del Consiglio e al ministro della Salute. L’onorevole mette in evidenza tutti gli allarmi sottovalutati e inascoltati lanciati da vari organismi internazionali sulla diffusione della pandemia. Scomoda pure il Dis, Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, e inserisce nella lista dei fatti che sembrano rivestire una certa dose di anomalia, anche questo: “in data 6 marzo 2020, sulle pagine di un blog a diffusione nazionale viene riportata la notizia che nei giorni dal 16 al 20 gennaio 2020 presso la Fiera di Rimini (al «Sigep», fiera alimentare internazionale) è presente uno stand di Wuhan e centinaia di buyer della stessa città. All’evento partecipano complessivamente oltre 100 mila persone. A quanto risulta all’interrogante, nel padiglione B3 vi sono anche stand di Codogno e delle province di Bergamo e Brescia” (qui). Da questo punto di vista l’interrogazione non aggiunge nulla alla news di Selvaggia Lucarelli, ma tiene accesi i riflettori e bisognerà vedere cosa risponderà il governo.

Ieg aveva subito stoppato ogni illazione sventolando querele: “Il SIGEP è terminato il 22 gennaio. Il paziente zero si è registrato a Codogno quattro settimane dopo. Un po’ lunga come incubazione. Invitando tutti a un atteggiamento responsabile su temi di tale gravità, Italian Exhibition Group vigilerà con attenzione perché eventuali ulteriori notizie o supposizioni non ledano gli interessi di un mercato che rappresenta uno dei più floridi ‘made in Italy’. E non ledano quelli della Società stessa, quotata alla borsa italiana. La diffusione di informazioni prive di fondamento saranno perseguite legalmente. Sull’argomento IEG non ha altro da aggiungere”. Aveva anche evidenziato che “a gennaio la stessa vicinanza fisica si è registrata in decine di altre fiere, in aeroporti, treni e innumerevoli posti di aggregazione“.

Abbiamo cercato di capirne qualcosa di più su queste fiere. Stando al sito della Regione Emilia Romagna, calendariofiereinternazionali.it, a gennaio 2020 si sono tenute in Italia 16 manifestazioni:  a Firenze dal 7 al 10 gennaio, a Milano dall’11 al 13, e poi Riva del Garda, Bologna, ancora Firenze, Verona, Vicenza, Rimini, e così via, fino alle ultime a cavallo fra gennaio e febbraio, nella capitale. Alcune catalizzano grandi numeri, altre meno. Alcune annoverano molti espositori dalla Cina, e sono soprattutto quelle che trattano di moda, lifestyle, private labels, wedding planner. Stabilire con certezza se abbiano ospitato qualcuno proveniente da Wuhan è un’impresa. Da una rapida verifica sui siti delle fiere che pubblicano l’elenco degli espositori non ne abbiamo trovati. Fra gli eventi con tanti frequentatori dalla Cina ci sono anche le fiere di Ieg dislocate fra Vicenza e Rimini, che lo stand di Wuhan e i buyer dalla stessa città li ha avuti.

Inseguire il virus sull’asse Rimini-Codogno (perché al Sigep c’era uno stand anche della città che ha avuto il “paziente 1”) allo stato delle informazioni note è pura follia. Addossare al Sigep responsabilità di qualche natura è ugualmente un azzardo e per una semplice ragione: alla data del 22 gennaio, quando termina, ancora non era stato decretato lo stato di emergenza sanitaria e non era in vigore nessuna norma di contenimento. E poi responsabilità su cosa visto che non è stato dimostrato alcun legame, in termini di diffusione del contagio, fra Rimini e Codogno?

A dicembre 2019 a Whuan ha già fatto la sua comparsa la polmonite anomala e la stampa non tarda a riferire che il 1° gennaio ha chiuso il mercato di quella città per ragioni sanitarie (qui). Agli inizi di gennaio 2020 gli scienziati hanno isolato un nuovo coronavirus: SARS-CoV-2 (coronavirus 2 da sindrome respiratoria acuta grave). Il primo decesso confermato risale al 9 gennaio 2020. (qui). In seguito si è detto che i primi contagi a Wuhan risalirebbero a novembre 2019, ma non occorre spingersi così indietro.

Dai primi di gennaio anche i media italiani pubblicano la notizia che “le autorità cinesi hanno avviato un’indagine sulla diffusione di una misteriosa polmonite di natura virale con decine di persone colpite nella città di Wuhan, nel centro della Cina. In totale i casi confermati sono 44 – riferisce la Bbc – di questi 11 sono considerati «gravi», hanno precisato le autorità locali nelle scorse ore” (La Stampa 4/1/2020).

Il 3 gennaio, infatti, la Bbc titolava “China pneumonia outbreak: Mystery virus probed in Wuhan”. Seguiranno numerosi altri servizi della Bbc: il 5, 8, 9 (giorno in cui La Stampa torna sull’argomento con vistoso titolo: “Il virus che fa paura all’Oriente: epidemia di polmonite alla vigilia dell’esodo per il Capodanno cinese”) 11 gennaio, eccetera eccetera.

Il 9 gennaio l’Organizzazione Mondiale della Sanità (non certo esempio di barra dritta sin dall’inizio nella gestione del coronavirus) fa sapere che le autorità sanitarie cinesi hanno individuato un nuovo ceppo di coronavirus mai identificato prima nell’uomo: 2019-nCoV. Il virus è associato ad un focolaio di casi di polmonite spuntati a partire dalla fine di dicembre 2019, appunto, nella città di Wuhan. Wuhan, Wuhan, Wuhan. Il virus che fa paura viene abbinato, anzi incatenato, alla città di Wuhan prima che Sigep apra i battenti, il 16 gennaio. Ma sono i primi allarmi, che non trovano ancora la dovuta sponda nemmeno sulla stampa. I tg serali puntano in quei giorni su Meghan e Harry.

L’Italia, come tutto il resto del mondo, se la prende comoda. Il Consiglio dei ministri delibera lo stato di emergenza sanitaria per l’epidemia da coronavirus il 31 gennaio (in Gazzetta Ufficiale il 1° febbraio), a seguito dell’emergenza internazionale di sanità pubblica dichiarata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La task-force del ministero della Salute viene riunita il 22 gennaio per “coordinare ogni iniziativa relativa al fenomeno coronavirus 2019-nCoV”. Il giorno dopo Wuhan viene messa in una quarantena da galera. Sigep ha chiuso i battenti il 22 e si lecca con soddisfazione numeri da fare ingolosire molte fiere: “oltre 200mila presenze di operatori professionali, 33mila buyer provenienti da 187 Paesi, in testa Spagna, Germania e Francia, ma anche tanti paesi da Asia e Americhe a partire da Cina e Stati Uniti”. L’azienda di Wuhan mostra ancora sul sito internet l’invito rivolto ai propri clienti a partecipare al Sigep, dove ha esposto articoli usa e getta, biodegradabili, ecologici in legno, bambù: bastoncini per il gelato, cucchiai, contenitori e tanto altro.

Morale: Ieg non ha infranto regole e decreti (che sarebbero arrivati molto dopo), e non vigeva nemmeno lo stato di emergenza sanitaria, come abbiamo visto. Si potrebbe però notare che la Fiera di Rimini conosce bene la situazione della Cina ed ha antenne molto sensibili da anni su quel territorio, non poteva non avere contezza delle informazioni che riguardavano Wuhan (che comunque cominciano ad affacciarsi a ridosso della manifestazione): e allora perché rischiare?

E’ il 2016 quando Ieg sigla l’accordo per la Travel Trade Market, fiera del turismo di Chengdu, nel sud-ovest della Cina.  Ha coltivato “nel tempo un network che si sviluppa in tutto il mondo a Rimini, Vicenza, Milano, Dubai, New York, San Paolo e Shanghai e attraverso partnership consolidate a Las Vegas, Guangzhou, Chengdu e Hong Kong” (qui). Poi nel 2018 “entra nel vivo l’attività di Europe Asia Global Link Exhibitions (EAGLE), la joint venture tra Italian Exhibition Group (IEG) e VNU Exhibitions Asia con focus lo sviluppo del business fieristico Cina – Italia”. Ma alla domanda sui “rischi”, sottovalutati o meno, sono l’Italia, l’Europa e il mondo interno che dovrebbero rispondere. Rivela oggi il Corriere della Sera (Monica Guerzoni intervista Andrea Urbani, dg della Direzione generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute) che già dal 20 gennaio era «pronto un piano secretato» per fronteggiare il coronavirus che non è stato reso pubblico per «non spaventare la popolazione e lavorare per contenere il contagio». Salvo poi doversi spaventare in seguito, oltre a contare migliaia di morti. Ammettono ora al ministero della Salute che «con il senno di poi, sarebbe stato meglio un lockdown immediato. Ma allora c’erano solo i due cittadini cinesi e si è deciso di assumere scelte proporzionate». Coppia cinese che fu ricoverata in isolamento allo Spallanzani di Roma il 29 gennaio. Mentre il cosiddetto primo caso di trasmissione secondaria avviene a Codogno il 18 febbraio. Il 5 gennaio, dice sempre il Corriere della Sera, la direzione della prevenzione sanitaria del ministero, invia alle Regioni e ai ministeri una circolare nella quale si legge che «L’Oms raccomanda di evitare qualsiasi restrizione ai viaggi e al commercio con la Cina in base alle informazioni attualmente disponibili su questo evento». E dunque che c’entrano le fiere con espositori cinesi? Il problema sta molto più a monte e molto più in alto.

Ieg nel mondo (dal sito di Italian Exhibition Group)

Alessandra Ermellino fa parte della commissione Difesa. Appena trapelata la notizia della sua interrogazione, ha subìto una sorta di “isolamento” dal movimento 5 stelle. Il capogruppo e tutti i componenti del M5S in commissione hanno preso le distanze “in maniera decisa dall’interrogazione depositata alla Camera dalla deputata Alessandra Ermellino, e riportata da alcuni organi di stampa, che ha sollevato dubbi assolutamente illegittimi sull’operato del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza in relazione all’emergenza coronavirus”.
Giudicano “privi di fondamento, oltre che irresponsabili, tutti i tentativi di accusare le istituzioni di mancata tempestività nell’affrontare la crisi. Ogni affermazione contenuta nell’interrogazione e ogni dichiarazione della deputata Ermellino non corrispondono al pensiero dei deputati e delle deputate del Movimento cinque stelle in commissione Difesa, che esprimono sostegno pieno per il prezioso e delicato lavoro svolto dal Dis e per le modalità con cui il governo e il presidente del Consiglio Conte stanno gestendo l’emergenza, in linea con le indicazioni che arrivano costantemente dal comitato tecnico scientifico e dalle maggiori autorità nazionali e internazionali in tema sanitario”. I deputati concludono: “Alimentare colpevolmente la diffusione di notizie false è un comportamento molto grave che aumenta un’inutile dietrologia e contribuisce a creare confusione. Noi, pertanto, lo respingiamo con forza. Continuiamo ad essere al fianco del governo e ci impegniamo a fare tutto quanto in nostro potere per garantire sempre gli interessi dei cittadini”. Un tempo battaglie come quella di Alessandra Ermellino erano all’ordine del giorno nel movimento. Un tempo, però. Adesso è tutta un’altra storia.

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