L’ultimo bilancio della Carim in mani riminesi si chiude con una perdita di 136 milioni di euro

L’ultimo bilancio della Carim in mani riminesi si chiude con una perdita di 136 milioni di euro

Negli ultimi due anni perdite per quasi 210 milioni di euro. Diamo uno sguardo al bilancio che chiude la conduzione "locale" dello storico istituto di credito di piazza Ferrari. Dopodomani è convocata l'assemblea di approvazione.

Se si mettono insieme gli ultimi due bilanci di banca Carim, la perdita sfiora i 210 milioni di euro: oltre 72 milioni nel 2016 (che già rappresentava la perdita più alta di tutta la storia della banca riminese), quasi 136 milioni nel 2017. Si chiude con questi numeri la gestione in mani “locali” dello storico istituto di credito di piazza Ferrari, che dal 21 dicembre scorso è entrato a far parte del gruppo Grédit Agricole Italia.
Nel bilancio del 2015 la perdita era stata di 37,9 milioni, in quello del 2014 di 9,1 milioni di euro. Per ritrovare un utile bisogna andare al periodo immediatamente successivo al lungo commissariamento, quando gli uomini di Bankitalia riconsegnano, dopo l’amministrazione straordinaria (iniziata nel 2010 e terminata il 30 settembre 2012), una banca “in bonis”, e cioè ai bilanci 2013 (utile di quasi 6 milioni di euro) e 2012 (600 mila euro).
Difficile rimpiangere il passato, mentre sul futuro si attendono le mosse di Crédit Agricole.

L’approvazione del bilancio 2017 è all’ordine del giorno della assemblea ordinaria convocata per dopodomani al Centro congressi SGR, che al secondo punto contempla le “politiche di remunerazione e incentivazione”.

Vediamo un po’ di numeri. I proventi operativi netti sono in calo di 23,623 milioni rispetto al 2016 (-28,8%), il risultato della gestione operativa segna -40 milioni di euro, gli oneri operativi ammontano a 98,675 milioni, +30,328 milioni (+44,4%) e risentono soprattutto dell’esodo incentivato del personale (28,585 milioni). La spesa per il personale è lievitata da poco più di 38 milioni a quasi 67 milioni. Il risultato corrente al loro delle imposte è in perdita per 187 milioni di euro, ma grazie a 51,397 milioni di fiscalità anticipata positiva, il risultato netto fa registrare appunto una perdita di 135,901 milioni di euro.
Ancora. Il margine di interesse è sceso considerevolmente (-23%) attestandosi a 27,948 milioni (era di 36,304 milioni nel 2016). Il margine di intermediazione ha perso il 146% (da circa 80 milioni e mezzo a 37 milioni). Il risultato dell’attività finanziaria e di negoziazione ammonta a 3,194 milioni, con un calo di 8,819 milioni “per effetto delle minori vendite realizzate su titoli in portafoglio”. La raccolta diretta (2.239 milioni) è in calo di 176 milioni. La raccolta gestita è pari a 991 milioni, in crescita di 115 milioni (grazie alla crescita dei Fondi comuni).

Pesa parecchio la perdita da cessione di credito (101,903 milioni), riconducibile alla cessione di NPL avvenuta a fine 2017 “che ha permesso di cancellare dall’attivo una quota rilevante di attività ad elevato rischio e consentire, tra l’altro, di soddisfare le condizioni previste per l’acquisizione di Carim da parte di Crédit Agricole Cariparma“. La voce rettifiche di valore nette sui crediti indica -130,911 (+43,8%).
Al 31 dicembre 2017 restano crediti deteriorati per 138 milioni di euro (lordi), “l’8% sul totale dei crediti lordi in essere”. Emerge anche un altro dato particolare: sono state stimate in 11,3 milioni le penali “in vista della cessazione anticipata di contratti di fornitura o accordi di collaborazione commerciale”.

Il patrimonio è salito a 220 milioni rispetto ai 161 milioni del 2016: risente ovviamente della perdita d’esercizio di 136 milioni, ma anche dell’aumento di capitale di 194 milioni sottoscritto dallo Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Prima dell’intervento del Fondo il patrimonio netto era dunque sceso a 25 milioni di euro.

Da un sommario riepilogo, mettendo a confronto il periodo precedente al commissariamento con l’oggi, risulta che nel 2009 banca Carim e CIS insieme fra raccolta diretta, indiretta e impieghi, raggiungeva 9,36 miliardi, a fine 2017 Carim totalizza 5,47 miliardi, -41%; il margine di intermediazione prima degli accantonamenti era di 158 milioni ed è sceso a 58 milioni (-63,29%); le spese sono aumentate da 83 a 99 milioni e il Mol da +75 milioni a -41 milioni.

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