Fuori controllo, oltreché fuori tempo, le dichiarazioni del sindaco e dell'assessora al ramo del Comune a proposito del recupero, pure temporaneo, di qualche centinaio di contenitori (pensioni, alberghi, fabbricati ricettivi turistici e simili) oggi dismessi. Emerge ancora una volta il problema vero e serio: a palazzo non hanno dato attuazione al dettato normativo della L.R. n.24 del 2017. Con tutte le conseguenze del caso. Lettera.
Sul finire del 2017 l’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna approvò una nuova legge dal titolo “Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio”. Fu sbandierata in lungo e in largo come una Legge che aveva l’obiettivo di limitare il consumo del suolo. Quella Legge nel suo articolato e complesso testo, come quasi tutte le Leggi di questo Paese e di questa Regione che si vanta di essere all’avanguardia sulle tutele del territorio (sic!), prevede precisi obblighi per i Comuni in relazione all’approvazione dei POC, cioè Piani Operativi Comunali, e dei PUG, cioè Piani Urbanistici Generali.
Bene, molte amministrazioni comunali si sono adeguate a questo dettato normativo, altre no pur avendone una palese necessità. Fra quelle che dal 2017 al 2023 non si sono impegnate nè nell’approntare almeno un POC, nè di introdurre il PUG, c’è il Comune di Rimini che ha pensato di fare altro, omettendo di allinearsi al dettato normativo della L.R. n.24 del 21.12.2017.
In realtà il Comune di Rimini da anni è impegnato e poi si è incartato con il cosiddetto Piano Strategico che di profili legittimabili in materia urbanistica proprio non ne ha. Avendo surrogato in maniera arbitraria gli obblighi legislativi in tale materia con procedure ad hoc, che sono risultate almeno discutibili perché al di là delle dichiarazioni di consultazioni democratiche urbi et orbi, del coinvolgimento delle Associazioni più disparate, degli Ordini professionali, eccetera, i profili delle scelte strategiche nel Comune di Rimini non sono stati preceduti da una pianificazione condivisa e contenuta nei binari normativi delle leggi urbanistiche vigenti, dunque da rispettare anche nel Comune di Rimini.
Ora, le recenti dichiarazioni del Sindaco e dell’Assessora al ramo dello stesso Comune, per recuperare all’uso e pure temporaneamente (urca!) qualche centinaio di contenitori (pensioni, alberghi, fabbricati ricettivi turistici e simili) oggi dismessi, ma un tempo funzionali all’offerta turistica, appaiono francamente fuori misura, fuori controllo e fuori tempo. Probabilmente pure fuori dalla possibilità legittimativa di un qualche strumento amministrativo e di pianificazione in grado di permettere il passaggio delle cubature da hotel ormai dismessi a strutture ricettive attive e in grado di soddisfare legittimamente le esigenze odierne che con colpevole ritardo si tenta di soddisfare mettendo in campo improbabili escamotage. Quando, invece, per tempo, si sarebbero dovute studiare, programmare e pianificare, soluzioni normative edilizie e urbanistiche grazie al POC e al PUG richiamati della Legge Regionale del 2017.
Infatti, l’Assessora comunale ha dichiarato che in base a una “mappatura effettuata sono circa 320 le strutture, da nord a sud della città, a mare e a monte della ferrovia, non più attive e, facendo leva sull’interesse pubblico come prevede una norma del Rue del 2021, si rende possibile cambiare temporaneamente la destinazione d’uso da turistica a residenziale collettiva.”
Siamo all’improvvisazione amministrativa, al richiamo provvidenziale del mercato immobiliare, all’adescamento di investitori in un contesto burocratico normativo che resta pericolosamente in pugno alle Deliberazioni di una Giunta che, in materia, vanta il noto curriculum. Gli esempi dello scempio di interventi immobiliari finiti in default, a Rimini, sono numerosi per chi sa leggere gli atti e le cronache pur offuscate da un’accorta comunicazione di parte! Ma in questa improvvisazione che potrebbe apparire comica se non fosse drammatica per Rimini, addebitabile alle responsabilità di una maggioranza davvero in confusione sui temi urbanistici, quello che purtroppo appare ugualmente drammatica è l’assenza di proposte alternative, di critiche di indirizzo e di intervento delle opposizioni che su questi temi potrebbero ricavare praterie di spazio di agibilità politica nel vero interesse dei riminesi.
Pierleonardo De Carlo
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