Marina Valmaggi racconta Luigi Negri agli inizi di Gioventù studentesca a Rimini

Marina Valmaggi racconta Luigi Negri agli inizi di Gioventù studentesca a Rimini

E in occasione del trigesimo della morte lo ricordano mons. Lambiasi e mons. Turazzi.

Lunedì 31 gennaio il vescovo di Rimini celebra una messa alle ore 19 nella chiesa di San Giuseppe al Porto. Nello stesso giorno, alle ore 18 e nella cattedrale di Pennabilli, lo farà anche il vescovo della Diocesi di San Marino Montefeltro. Ma su Negri pubblichiamo soprattutto una bella, importante e per molti aspetti nuova, testimonianza diretta. Che permette di intuire il suo tratto distintivo e una impronta educativa. Quella che ha segnato la nascita di un fatto che agli inizi degli anni 60 si è affermato anche nella nostra città.

di Marina Valmaggi

GLI INIZI DI GS A RIMINI

Ho raccontato nel breve testo “E si cantava” gli inizi di Gioventù Studentesca a Rimini: un incontro imprevisto nell’estate del ’62 (il 24 luglio) a San Leo, davanti al castello. L’occasione per me, don Giancarlo Ugolini e pochi altri, era stata una gita improvvisata, in seguito all’annullamento di una conferenza organizzata dal Circolo Rimini Studenti nella sede di via Cairoli, presso la Casa della Gioventù Studiosa.
Li troviamo sotto la Rocca, seduti sul prato. Una trentina. Cantano. Santo cielo: sono pazzi…” Erano studenti di Milano e Forlì, in vacanza a Rimini e dintorni, appartenenti a Gioventù Studentesca, la comunità cristiana guidata da don Luigi Giussani. Da quel giorno,
ci ritroviamo sempre più numerosi a frequentare il “raggio estivo”, il giovedì pomeriggio nel salone della Gioventù Studiosa. Per una coincidenza – o quasi – il loro gruppo si chiamava Gioventù Studentesca. Nel “Raggio”, si raccontano l’esperienza e si impegnano nella “verifica”. Ossia hanno l’ardire di voler giudicare se quello che il Vangelo dice è vero ed è sperimentabile nella vita quotidiana. Comincio ad andare al mare insieme a loro. Il primo giorno li trovo sugli scogli mentre pregano, con libretti tutti uguali: recitano le “Lodi”. Pensavo fosse una preghiera da preti. Vanno insieme più di un’orchestra ben preparata.
L’estate finisce, i turisti ripartono ma nel Circolo Rimini Studenti qualcosa cambia radicalmente, per il gruppo di ragazzi che si radunano intorno a don Giancarlo (oltre a me, ci sono Sandro Bianchi, Alberto Melucci, Bruno Sacchini, Pierluigi Pari, Paolo Ricci e pochi altri).
Ne nasce una svolta, uno sconvolgimento rispetto ai programmi del circolo preesistente: questa cosa vogliono raccontarla a tutti gli studenti, appena apriranno le scuole.
Il che avviene il 4 ottobre, nei locali di Villa Verde (una palazzina vicino al mare), con la prima “Giornata-GS”. Da quel momento, ai primi appartenenti si aggiungono molti amici, fra i quali Emilia Guarnieri, Paola Crescimbeni, Antonio Smurro, Tiziana Scarponi.
… il 4 ottobre, siamo più di cinquanta persone, dai quattro gatti che eravamo… E la maggior parte è talmente meravigliata per i nostri entusiastici racconti che decide di continuare a frequentare il gruppo.
Nascono i “raggi” del Classico, dello Scientifico, di Ragioneria e delle Magistrali, poi, un po’ alla volta, praticamente in tutte le scuole. Alla fine di dicembre, si fa la prima Tre-giorni a Verucchio, guidata da un giovane universitario di Rho: Marco Martini. E comincia l’esperienza della Caritativa presso l’Aiuto Materno e alcune Colonie.
Come d’incanto, il mondo si è rovesciato. Non ci sono più i “doveri” al primo posto. Ci sono le domande e i desideri. Le nostre, le mie. Lo stile della convivenza non si basa su istruzioni o regole di gruppo…
E c’è anche il rovescio della medaglia…
Quanti sorrisetti ironici abbiamo dovuto sopportare! Persino i professori a scuola, invece che rallegrarsi del nuovo impegno e dell’entusiasmo che ci animava, ce ne facevano un rimprovero e ci guardavano con commiserazione…

LUIGI NEGRI: UN PUNTO DI RIFERIMENTO

Nel primo gruppo di ragazzi incontrati a San Leo ce n’erano alcuni con cui avrei poi fatto personalmente amicizia: il cantautore Claudio Chieffo, Roby Ronza (il futuro scrittore-giornalista), il musicista Pippo Molino e la sorella Marina. E al Raggio Estivo conobbi subito anche Luigi Negri, che non passò inosservato, del resto, perché aveva osato presentarsi al Raggio – con grande scandalo della prof.ssa Maria Massani che ci ospitava – in calzoncini e canottiera… Oltre alla lucidità dei suoi ragionamenti, mi ha subito colpito l’energia, anzi la passione con cui parlava. In noi del Liceo Classico, che ci eravamo assunti particolarmente l’impegno della battaglia culturale nella scuola, nacque subito la voglia di continuare a stare in contatto con lui, cosa che facemmo per lo più per via epistolare, senza aspettare l’estate successiva. Luigi e il grande Pigi Bernareggi, di poco più anziano (scomparso un anno fa, dopo quasi 60 anni di missione in Brasile), erano i nostri punti di riferimento per tutti gli argomenti più impegnativi soprattutto nel campo della letteratura e della filosofia: erano accomunati dalla vivace intelligenza, dagli studi di Filosofia in Università Cattolica e dalla passione con cui partecipavano alla vita comunitaria. Con loro potevamo ragionare su tutto, solitamente a partire dalle problematiche oggetto di studio: sicuramente erano loro (e non solo: ricordo anche la brillante Eugenia Scabini) a preparare le schede sintetiche di argomento culturale che cominciarono a circolare fra noi. Molto presto fu loro affidato da don Giussani il compito di guidare le nostre tre-giorni: Luigi Negri a metà settembre del ’63 tenne a San Leo la prima tre-giorni dei Responsabili di GS (ancora liceali, per lo più) e Pigi quella di novembre, aperta a tutti. Luigi Negri era molto riservato riguardo alla sua vita privata: frequentandolo assieme agli amici anche al di fuori delle riunioni, l’unica cosa che ho appreso è che da ragazzo aveva avuto un incidente stradale in vespa, da passeggero, e da allora non saliva più su quei “macchinari diabolici”. Non mi sono stupita quando ho saputo che era entrato in seminario: era evidente che la sua vita era già tutta proiettata a far conoscere Cristo e a difendere la Fede e la Chiesa. Aveva grandi attitudini, sia come difensore, sia… come attaccante.

Marina Valmaggi nell’estate del 1964 al campo di lavoro a Cagnano Varano per un’esperienza di “caritativa”. In piedi, un inedito Giorgio Zannoni, prima dell’ingresso in seminario.

IL CALORE DELLA MISERICORDIA NELLA MIA VITA

La sua personalità, la sua cultura e il suo ardore sono noti a tutti. Quindi mi soffermo soltanto su alcuni eventi di natura personale che mi hanno legato a lui nel corso degli anni.
Nell’estate del ’72, con mia grande sorpresa mi ha invitato a Milano a cantare il Magnificat, di cui da poco avevo composto la musica, in occasione della sua prima Messa: per me è stato un momento di grande commozione e una conferma della nostra amicizia.
L’anno successivo, sono ricorsa a lui per un grave problema che mi attanagliava: rimasta incinta a sorpresa, contemporaneamente avevo contratto la rosolia. Non era passato molto tempo da quando era deceduta la mia piccola Mariachiara, nata con la sindrome di Down e scomparsa a soli quattro mesi. La diagnosi era tremenda per il nascituro: quasi certa l’anencefalìa, o la morte precoce. Dubbi e angosce mi avevano assalito, la tentazione di ricorrere all’aborto era forte: ma ho deciso di “confrontarmi”, di ascoltare un’altra voce. Gli ho telefonato e don Luigi è stato disposto a vedermi subito. Quando sono entrata nel suo studio a Milano gli ho detto: usa pure tutta la tua eloquenza, ma tanto io ho già deciso, non ce la faccio a veder soffrire e morire un’altra creatura. E ho enumerato tutte le mie ragioni. Lui ha dimostrato una dolcezza e una misericordia senza limiti: nessuno può osare giudicarti, nessuno può pretendere da te coerenza o eroismo, qualunque decisione tu prenda sarai amata e rispettata. Questo discorso per me era liberatorio, ma non mi bastava. Ma qual è il punto? gli ho chiesto. E lui ha risposto: la questione è fra te e il Signore… devi decidere a chi appartiene questa piccola vita. Allora ho risposto con sicurezza: è sua, Lui è l’autore della vita. E da quel momento ho trovato la pace: ho accettato quella difficile gravidanza, terminata dolorosamente con la morte della bimba, dopo soli cinque minuti dalla nascita, appena battezzata in sala parto col nome di Maria. Don Luigi ha riportato la luce della Fede nella mia vita, e il calore della misericordia, in un momento di dolore e di buio: nessun amico ha fatto per me di più.
Per venire ad un ricordo più recente, gli sono grata di avere accolto nella cattedrale di Ferrara (23 ottobre 2016) il Coro Millennium, con solisti e orchestra, per l’esecuzione di “Iustus”, l’oratorio che ho scritto insieme a Enzo Bocciero per il beato Alberto Marvelli, nativo di quella città. La sensibilità per la musica sacra sta calando vertiginosamente nell’ambito ecclesiale: ma anche in questo mons. Luigi Negri era un valido difensore.
È un privilegio incontrare persone di questa tempra, con cui non solo avere in comune gli ideali, ma condividere le cose che più contano nella vita.

Foto d’apertura: Verucchio, dicembre 1962, anno di nascita di Gs. Nello scatto si possono riconoscere fra gli altri Marina Valmaggi (con la papalina bianca), don Giancarlo Ugolini, Antonio Smurro ed Emilia Guarnieri.

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