Mario Adinolfi domenica a Rimini

Mario Adinolfi domenica a Rimini

Il battagliero e controverso direttore del quotidiano La Croce, impegnato a spezzare la dittatura del pensiero unico in fatto di matrimoni gay, ideolo

Il battagliero e controverso direttore del quotidiano La Croce, impegnato a spezzare la dittatura del pensiero unico in fatto di matrimoni gay, ideologia gender, aborto ed eutanasia, arriva domenica 1 febbraio a Rimini per un incontro dal titolo “Guai a dire mamma, contro i falsi miti di progresso”. A promuoverlo, nel silenzio quasi completo su questi temi da parte del mondo cattolico riminese, sono la sammarinese Fondazione Giovanni Paolo II per il magistero sociale della chiesa e l’associazione culturale “Identità Europea”.

E di pensiero unico parlano anche i due soggetti organizzatori dell’appuntamento, citando le parole di papa Francesco (“Oggi si deve pensare così e se tu non pensi così, non sei moderno, non sei aperto o peggio. Anche oggi c’è la dittatura del pensiero unico”) e assumendole come “manifesto” che motiva l’incontro pubblico (ore 18,30 Auditorium Chiesa della Riconciliazione, via della Fiera 82).

Adinolfi ha da poco pubblicato un libro dal titolo significativo, “Voglio la mamma” che sta presentando in tutta Italia. L’attenzione è rivolta alle questioni che lui definisce “essenziali”: la dignità della vita e del matrimonio tra uomo e donna, la tutela del più debole, a partire dal bambino, la condanna della mercificazione della maternità con meccanismi quali l’“utero in affitto”. La sua critica va anche ai “matrimoni gay” e alle conseguenti adozioni, sbarrando la strada alla trasformazione della persona in cosa, del figlio in prodotto da acquistare o da gettare (se “fallato”). Decisamente controcorrente rispetto al pensiero politicamente corretto su questi argomenti, ma anche dichiaratamente non omofobico o discriminatorio.

“L’incontro con Adinolfi è un contributo per spezzare la catena del pensiero unico sostenuto dai poteri forti massmediatici, per alzare la testa e manifestare pubblicamente il proprio pensiero, per testimoniare da uomini liberi, desiderosi della verità e del bene comune”, dicono gli organizzatori.
Ma è anche qualcosa di più. Un sasso lanciato nello stagno, perché saranno raccolte firme a sostegno della petizione “già sottoscritta da un gruppo di cattolici e laici”, al presidente del consiglio comunale di Rimini “per sospendere la ratifica del “Regolamento per il riconoscimento delle unioni civili” voluto da Gnassi e dalla sua Giunta”.

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