Matrimonio d’interesse: candidature condivise fra Pd e 5 stelle a Cattolica, prossima tappa Rimini

Matrimonio d’interesse: candidature condivise fra Pd e 5 stelle a Cattolica, prossima tappa Rimini

Mariano Gennari in corsa anche nel 2021, alleato col partito democratico. Una decisione che pare voluta e benedetta nientemeno che da Bologna. Ma la stessa intesa si prepara anche sul dopo Gnassi. Dove però sul nome non c'è ancora l'accordo.

La ricandidatura di Mariano Gennari e la nuova alleanza che lo sosterrà vengono date per certe: partito democratico e movimento 5 stelle insieme. L’accordo sembra già ratificato e a quanto pare sulla testa dei maggiorenti del Pd cattolichino. Sono giochi superiori. Tattiche che volano sopra ai territori.
Il 19 giugno 2016 la carta Gennari uscita dal mazzo pentastellato fu una doccia gelida per il partito democratico. Stravinse su Sergio Gambini: 56.32% contro 43.68%. Ma il mandato che sta per concludersi del primo sindaco non a sinistra (seppure con radici in quel mondo) di Cattolica, ma anche il primo grillino a guidare un comune in Romagna, non è stato da promozione. Semmai rimandato in qualche materia a settembre. Nè stelle né stalle. Qualcosa di indefinito. Cosa succede a Cattolica? Poco o nulla. Ma in tempo di coronavirus le commissioni di valutazione s’immagina avranno un occhio di riguardo sul programma non completato e sulle lacune accumulate. In fondo al Pd non è che interessi più di tanto la pagella zoppicante di Gennari. Quel che conta è tornare nel palazzo. Dal quale un movimento 5 stelle all’epoca ancora anti-governativo e con l’orecchio rivolto al cambiamento, l’aveva cacciato. Da soli i 5 stelle alle prossime amministrative farebbero flop e dunque per rimanere in sella siglano l’intesa.
Si dice che gli uomini del Pd riminese coinvolti in questo accordo siano pochini, quasi nessuno. E che ci abbiano pensato da Bologna a preparare il matrimonio e la prossima convivenza politica con Gennari. Addirittura con un interessamento diretto di Stefano Bonaccini, che sulla provincia di Rimini ha un piano. Il governatore si è convinto di essere una risorsa per il Pd. Locale, regionale e nazionale. E non fatica a crederlo vista la classe dirigente di quel partito. Ritiene di avere una missione da svolgere. Anche in provincia di Rimini, una delle poche nelle quali ha perso. Gli sarà bruciata poco o tanto? Si è acceso come un cerino. Pensa di doverci mettere del suo per invertire la tendenza e strappare questo territorio alla destra. Forse non fa i conti col peso che alla prossima tornata elettorale avrà la crisi economica. Se l’estate dovesse chiudersi con un bilancio disastroso, sai che schiaffoni per i partiti che raccoglieranno il responso delle urne fra circa un anno?
Sta di fatto che a Cattolica Bonaccini ha vinto. Già, cosa è successo a Cattolica alle ultime elezioni? E’ utile capirlo. Il candidato 5 stelle Simone Benini ha incassato appena 586 voti, 7,77%. Il Pd il 34,33%, la coalizione di Bonaccini il 44,30%, Bonaccini il 48,30%. Lucia Borgonzoni 43,83%. Alle regionali precedenti i 5stelle di Cattolica portavano a casa il 20,34%. Alle comunali del 2016 il 25,96% e il Pd il 31,98%. A chi sono finiti i voti 5 stelle alle ultime regionali? A Bonaccini. A gratis? No di certo.
Cattolica è stato uno dei pochi comuni della provincia che alle regionali dello scorso gennaio ha optato per Bonaccini. Insieme a Rimini (coi 5 stelle precipitati al 5,42%), San Giovanni in Marignano, Santarcangelo, Casteldelci e Poggio Torriana.
Gli “incendiari” di un tempo – Giulia Sarti, Raffaella Sensoli, Marco Croatti… – sono ormai votati al nuovo corso moroteo del movimento. Ingoiare, abbozzare, tacere, trattare. Gennari ha un passato comunista alle spalle, apprezza Bonaccini, è convinto che Gnassi sia una divinità in campo turistico. Sono sue dichiarazioni alla stampa. Prima della pandemia sosteneva pure che Bonaccini in tema di sanità fosse un mago, chissà cosa dirà dopo lo tsunami che ha lasciato un segno profondo nella rete della salute pubblica in Emilia Romagna. Gennari, insomma, non è uno che abbia bisogno di farsi tirare per la giacchetta per andare d’accordo col Pd e con la sua classe dirigente. Non solo. In casa propria tranne poche eccezioni tutti spingono per l’abbraccio col Pd. Raffaella Sensoli ha fatto quel che ha fatto, finendo alla corte di Andrea Corsini. Tutto concorre alla poltrona per coloro che hanno infilato le pantofole del quieto vivere e pensano soprattutto a rimanere galla.
Chiudere il compromesso a Rimini sarà un po’ più difficile, ma nemmeno tanto. Il sindaco verrà espresso dal Pd e i 5 stelle ci metteranno la firma. Non vorranno comunque bersi qualunque nome. Quasi da escludere che il candidato possa essere uno dell’attuale giunta Gnassi. Ma su questo trovano nel Pd parecchi che sono sulla stessa linea. A partire dall’attivissimo Maurizio Melucci, che vuole chiudere definitivamente la parentesi Gnassi. Più probabile che dal cappello esca una figura civica, gradita anche al mondo curiale. Una sorta di candidatura alla Alberto Ravaioli. Resterà da capire cosa farà il parlamentare che nel 2016 decise di far vincere Gnassi, ovvero Sergio Pizzolante. Un riformista che ha sempre detto peste e corna di Grillo & C. accetterà di partecipare allo strano banchetto Pd-5 stelle nel capoluogo? Oppure si ricorderà della sua antica vision, quando spazzolava quel potere bulimico della sinistra che tende ad ingrassare se stesso a spese dei corpi intermedi?
Sicuramente non sarà una passeggiata né a Cattolica né tanto meno a Rimini affermare nel 2021 sindaci in continuità con le attuali giunte. La crisi pandemica spazza via tutto. Pone con forza l’esigenza di nuovi modelli di sviluppo. Tutta la filiera turistica reclamerà risposte, non programmi scenografici buoni in tempi di vacche grasse. Musei, rotatorie, cinema felliniani e passerelle non bastano. Se il popolo ha fame e gli offri le brioches, aspettati che te le tiri in testa.

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