Raffaella Sensoli: dalla denuncia della “vacanzopoli” alla corte di Corsini

Raffaella Sensoli: dalla denuncia della “vacanzopoli” alla corte di Corsini

L'ex consigliera regionale 5 stelle ha deciso di mettersi dalla parte di chi governa. Farà una nuova esperienza professionale. Tanto si può dire tutto e il contrario di tutto. Ma siccome non tutti hanno polverizzato la memoria, facciamo un salto al 2016.

La richiesta di rettifica che ci ha inviato Raffaella Sensoli

Buongiorno,

la presente per chiedere rettifica di un articolo uscito ad aprile 2020 sul vostro sito dove si riportano informazioni errate sul compenso che percepisco come dipendente a tempo determinato della Regione Emilia-Romagna, oggetto oggi di polemiche sui social, nonché di bieche insinuazioni sulla mia sincerità e correttezza professionale. Infatti, nell’articolo si scrive che percepisco 5500 euro mensili + 400 di emolumento variabile. Preciso che le cifre riportate non sono mensili, ma annuali, che si vanno ad aggiungere al lordo previsto dal mio inquadramento, livello “B3” (€ 1.588,65 lordi mensili). Nonostante non sia tenuta a farlo (i miei dati patrimoniali saranno pubblicati quanto prima sul sito di Start Romagna, come da disposizioni di legge), ma coerente con il principio di correttezza e trasparenza che mi ha sempre guidata, vi allego ultima mia busta paga, a verifica di quanto sopra descritto.
Vi chiedo pertanto di pubblicare articolo di rettifica a quello qui sotto riportato o, in alternativa, la pubblicazione di questa mia email.
Nell’augurarvi buon lavoro, porgo cordiali saluti

Raffaella Sensoli

20 luglio 2022

Raffaella Sensoli comincia una seconda vita politica. Senza drammi, senza pubbliche abiure, senza “vaffa”, senza spiegazioni. Si stupisce pure che fra i suoi ex ci sia qualcuno che non l’abbia presa bene. Cosa? L’ex consigliera regionale passa senza soluzione di continuità da cinque anni di opposizione a Bonaccini al ruolo di “operatore ai servizi di supporto alle strutture politiche” (il burocratese è il genoma degli organismi istituzionali in Italia) alla corte di un intoccabile assessore di Bonaccini: farà parte della segreteria di Andrea Corsini, deleghe al turismo e ai trasporti.

In questa e nelle altre fotografie, alcune “battaglie” di Sensoli e degli altri consiglieri 5 Stelle nella passata legislatura (immagini dalla pagina Facebook del movimento emiliano-romagnolo)

Raffaella Sensoli l’ha presa alla larga qualche mese fa. Ha cominciato con una serie di assist a favore di Stefano Bonaccini. Dopo un intero mandato sui banchi di una minoranza urlante e alternativa, trascorso a sganciare bombe insieme ai suoi colleghi 5 stelle (ora rimasti in due di cui uno, anzi una, ha già abbandonato il gruppo) sulla testa del presidente della Regione e del suo partito di riferimento, fino a toccare vertici di scontro e polemiche di cui si trovano abbondanti tracce sul web, l’esponente del movimento antipartitocratico, anticasta, antitutto, si è sperticata in appelli al voto disgiunto per portare acqua alla causa del governatore riconfermato.

Una delle sue tante dichiarazioni zuccherose a favore del presidente Pd è stata questa: “Stefano Bonaccini lo abbiamo contrastato per cinque anni, però quando si parla di programmi e sul tavolo ci sono obiettivi importanti, poi si passa sopra. Bonaccini lo puoi contrastare quanto vuoi, ma non è certo l’ex presidente dell’Umbria” (Corriere Romagna, 6 dicembre 2019). Come dire: per cinque anni abbiamo fatto giochetti poco importanti, ci siamo baloccati nell’arte delle barricate al potere costituito, e quando, arrivato il voto, è venuto il momento di mietere e di aprire il palazzone di via Aldo Moro come la famosa scatoletta di tonno, mi alleo con Bonaccini (che pure ho accusato di tutto: di “arroganza”, di “trionfalismo ridicolo”, di essere “abituato alle donne ombrelline e non a quelle che lo criticano”, di utilizzare la Regione come “un’azienda pubblicitaria” e di tanto altro (qui una serie di link).

Se Luigi Di Maio diventa ministro degli Esteri della Repubblica italiana, e governa prima con Salvini e poi con Zingaretti, Raffaella Sensoli non può fare prima il consigliere regionale 5 Stelle e poi la fedele addetta allo staff di Corsini? Certo che sì. Nel tempo del declino dell’evidenza logica, dove “la bugia ha il suono della verità, e la verità il suono della bugia” (Theodor Adorno), un bell’incarico da 5.500 euro al mese più 400 euro di emolumento variabile, puoi motivarlo come “scelta professionale” e opportunità per “vedere le cose dall’altra parte: da quella di chi governa” (Raffaella Sensoli, Carlino Rimini, 1 aprile 2020). A condizione però di avere del tutto smagnetizzato la memoria.

“Giornalisti in hotel a 5 stelle a spese della Regione”: scoppia il caso in Emilia-Romagna. Luglio 2016. Mica un secolo fa. Raffaella Sensoli fa traballare la potente corazzata di Apt Servizi, agenzia regionale per il turismo, che si muove da sempre sotto stretto controllo dell’assessore al turismo di turno, nella fattispecie di Andrea Corsini. Gli educational tour per la libera stampa estera e italiana nel 2015 “sono costati alla Regione più di 400mila euro, spesi per soggiorni in hotel a 5 stelle, pranzi e cene in ristoranti di lusso, giri in Ferrari, trattamenti termali, caccia al tartufo e corsi di cucina” (Repubblica Bologna).

Sensoli spara alzo zero sul sistema malato del turismo a gestione Pd in Regione, presenta esposti in Procura e alla Corte dei conti. Si dimette il capo ufficio stampa di Apt. E’ la “vacanzopoli” allegra che conquista le prime pagine. Il “malgoverno Pd”, dicono i pentastellati. La consigliera chiede le dimissioni del capo ufficio stampa e dei vertici di Apt, ma nulla reclama sul conto di Corsini, che pure era assessore al turismo, e Apt servizi risulta a tutti gli effetti ente in house providing della Regione Emilia-Romagna. Ma sarà stato sicuramente un caso chiedere la testa di tutti tranne che quella del “capo”.

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