“Io sono molto meglio di Di Maio. Ma mi accontento di 2 voti”. Vincenzo Cicchetti contro il Movimento

“Io sono molto meglio di Di Maio. Ma mi accontento di 2 voti”. Vincenzo Cicchetti contro il Movimento

Già candidato Sindaco di Riccione nel 2014, ex Italia dei Valori, ora tra i magnifici otto che gareggiano per diventare premier: intervista al più grillino dei grillini. Un Don Chisciotte contro il politburo dei pentastellati. Le elezioni fatte in questo modo? “Una sonora cazzata”.

Sguaino la bacchetta magica, la eleggo a primo premier ‘grillino’ della storia: cosa fa? “Beh, intanto chiamo della gente capace, in grado di darmi una mano”. Tra tutti i candidati premier ‘a 5 Stelle’, il profilo di Vincenzo Cicchetti è quello più interessante. Classe 1955, nato a Coriano, sui colli riminesi, imprenditore informatico, fronte larga e sorriso spianato, viene folgorato sulla via del Movimento nel 2010. Prima gareggiava in politica con la maglia dell’Italia dei Valori. “Vuole sapere una cosa buffa?”. Spari. “Nel 2009 l’Idv candida per il Comune di Cattolica, insieme a un paio di liste civiche e all’allora lista ‘Beppegrillo.it’, Alessandro Bondi. Non andiamo al ballottaggio. Eppure Beppe Grillo venne in Riviera a fare uno spettacolo, per sostenere il candidato. Con me non ha fatto lo stesso, se ne è fregato”. Cicchetti è il ‘grillino’ più ‘grillino’ – cioè, rompipalle – della Riviera. Nel 2014 è il primo candidato Sindaco del Movimento 5 Stelle di Riccione. Ottiene una onorevole medaglia di bronzo, con il 16,49% delle preferenze, portando il M5S a diventare la seconda forza politica – alle spalle del PD – della cittadella marina. Da solo, di fatto, fa il mulo e il piede di porco dell’opposizione. Picchia a destra e a manca. Finché sono i suoi – follia pentastellata – a fargli la pelle, a farlo fuori. Alle elezioni della scorsa primavera, non c’è traccia di Cicchetti nelle liste del Movimento. “Mi sono fatto da parte, per non dare fastidio. Ha vinto un gruppo che voleva la linea morbida. Si è visto come è andata”. E ora, come vede Riccione? “Non ci sono idee, si lavora alla giornata, si ripropongono sempre gli stessi temi, tutte cose che dovrebbero essere state digerite già da un pezzo. La Giunta Tosi Bis punta tutto sugli eventi e su una fugace visibilità. Evidentemente, questo va bene alla maggioranza dei riccionesi”.

Con Beppe Grillo ha fatto un viaggio epico a Bologna, nel 2011. “Siamo andati a consegnare le liste per le comunali di Rimini”. Grillo ha un improvviso buco barbarico nella pancia. Cicchetti lo porta a mangiare la piada nella bocca del leone. “Nel ristorante del fratello del candidato Sindaco PD, Andrea Gnassi”. Alla faccia… “Mi rimproverarono tutti. Solo che a Grillo Rimini piace, visto che dal 22 settembre vi ambienta la kermesse ‘Italia a 5 Stelle’”. In quel contesto verrà annunciato il candidato premier del Movimento. “Tanti auguri a Di Maio. Io non so se ci sarò, devo lavorare. E poi, le adunate non mi sono mai piaciute. Preferisco la concretezza, preferirei che ragionassimo sul futuro”. Scusi, ma perché si è candidato? “Perché mi è arrivata una mail, e ho risposto. Mi candido per cambiare lo schema del Movimento. Detta come va detta, l’elezione del premier fatta in questo modo è una sonora cazzata”. Perché? “Perché bisognava aprire la candidatura anche a persone al di là degli stretti ranghi del Movimento. E poi, è necessaria un poco di meritocrazia”. Cioè? “Si rende conto cosa significhi essere premier? Come ci sono colloqui di lavoro, così bisognava fare dei colloqui per essere ammessi alla competizione. Con tutte le personalità in gamba che ci sono in Italia, ci troviamo una manciata di illustri sconosciuti e un Di Maio…”. Perché, Di Maio non le va bene? “Guardi, in tutta onestà non ci vuole molto a essere meglio di Di Maio. Io sono meglio di lui, questo è certo: ho più esperienza, parlo meglio l’inglese, ho un grado di cultura generale di gran lunga superiore alla sua. Il paradosso del Movimento è proprio questo: che posso candidarmi io, che non ho alcuna competenza per fare il premier, ma che sono, per dichiarati meriti, superiore all’unico candidato certo del Movimento”.

Se dovesse diventare premier… “andrei a lezioni da quelli bravi, dalla Merkel, per dire”. Forse ha sbagliato partito. “Intanto, il Movimento non lo lasci mai. La falla colossale del sistema architettato da Casaleggio è che resti sempre un iscritto a meno che non ti disiscrivi tu. E poi, io continuo a crederci, mi batto per cambiare, sono uno che va lancia in resta contro i mulini a vento: se il Movimento adotta il leaderismo, con un plebiscito verso un unico candidato, beh, forse ha perso la sua natura. La cosiddetta ‘candidatura forte’ ha per sua natura un problema devastante: non puoi mediare, devi circondarti da orde di ‘yes man’, perdi la pluralità e fai cretinate. L’Italia degli uomini soli al comando è diventata un Paese peggiore”. D’altronde, i grillini al governo dimostrano di essere incapaci. “Non sarei così severo. Ma è vero che devono aprirsi, devono condividere, devono imparare. Altrimenti non sono diversi da tutti gli altri, da un qualsiasi candidato PD o del centrodestra”. Obbiettivo per le prossime elezioni da premier? “Ottenere 2 voti. Così non pensano che mi sono votato solo io”. E… sua moglie? “Lasci stare, mia moglie non mi voterebbe mai”.

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