Mettereste la vostra città nelle mani di chi ha ottenuto questi risultati?

Mettereste la vostra città nelle mani di chi ha ottenuto questi risultati?

Una passeggiata nei luoghi del turismo. Col pensiero rivolto al decoro urbano e alla sicurezza. E con una domanda: chi ha avuto queste deleghe a Rimini negli ultimi dieci anni?

Would you buy a used car from this man? (Comprereste un’auto usata da quest’uomo?). Nel manifesto originale si assimila Richard Nixon (Presidente U.S.A. dal 1969 al 1974) alla dubbia affidabilità di un venditore di auto usate con chilometri taroccati ecc.
Questa frase diventa celebre durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali statunitensi del 1960 quando l’uno contro l’altro, armati di slogan, si affrontano il candidato democratico John F. Kennedy e quello repubblicano. Che c’entra con Rimini? Niente. O quasi; ma poi vedremo.

Marina centro. AAA decoro cercasi.

Che questa città si sostenga grazie al turismo, lo sapevano per esperienza più che centenaria anche i ciottoli del Marecchia scalzati da piazza Malatesta. E se viviamo di ospitalità, dobbiamo avere rispetto di chi continua a venire a Rimini. Ma c’è sempre un limite, superato il quale i turisti ci castigheranno e andranno, giustamente, altrove. Il decadimento della nostra riviera era in atto già da tempo, per una serie di motivi che ora sarebbe lungo e complicato analizzare. Se dovessimo guardare agli ultimi dieci anni, il declino della Rimini balneare ha subìto una spaventosa accelerazione. Questo, sotto gli occhi di tutti, tranne quelli di coloro che avrebbero dovuto agire subito per contrastare il fenomeno. Se per caso, ma nessuno se n’è accorto, ci abbiano provato è evidente che il tentativo sia stato sterile o poco convinto.

Il regolamento sulla “Valorizzazione dell’offerta commerciale sul territorio” in vigore dal maggio 2018 firmato Jamil Sadegholvaad è risultato di un’efficacia pari alla modestia del suo “Capo” (quindi pari a zero) nonché nostro sindaco, ancora per poco. Ma non è detto. Il mago Gnass ha mille risorse… L’affidabilità di un amministratore pubblico si misura dal numero dei regolamenti emanati oppure si valuta dalla capacità e dalla volontà di farli rispettare? Se poi ti candidi per diventare il primo cittadino di Rimini, in teoria dovresti avere alle spalle un buon numero di successi dovuti a tue abilità e capacità espresse dal tuo assessorato (Sicurezza e Legalità, Igiene Pubblica, Lavori Pubblici, Attività Economiche).

Turismo d’élite. Stanza vista mare.

Ebbene, non voglio adoperare l’ormai trito slogan citato in apertura, ma desidero porre una semplice domanda ai concittadini che come me camminano per le strade cittadine e vedono com’è cambiato l’aspetto che Rimini aveva un tempo e domando: dopo esservi guardati intorno, mettereste la vostra città in mano a quest’uomo? Basta leggere i rapporti sulla sicurezza, ad esempio, che Rimini 2.0 ha pubblicato a suo tempo. Un secondo aspetto che dà immediata misura per definire i confini di vivibilità di un luogo è il famoso “decoro urbano” per cui Sadegholvaad si è fintamente speso o lo ha fatto solo in modo virtuale. Grazie a Louis Daguerre, a costo di annoiare i lettori con i cloni delle immagini proposte con cadenza fissa ad ogni nuova stagione balneare, non mi arrendo. Ripropongo lo scempio che si consuma giornalmente a Marina Centro tra l’indifferenza di chi doveva dare una decisa sterzata ai sopra riportati aspetti di Rimini.

Mocio pronto all’uso.

Invariabilmente e da anni, le peggiori cialtronerìe si verificano nei medesimi punti. È curioso. Da quando Sadegholvaad è assessore (2011), c’è qualcuno in grado di alzare il ditino e dire che è contento dell’involuzione in fatto di sicurezza e decoro di questa città?
Borgo Marina, la “banlieue in pieno centro storico” (se mi si passa l’ardito accostamento) è un quartiere appetibile, ordinato e in cui è apprezzabile viverci e dove tutti, per dirne una soltanto, pagano la tassa dei rifiuti? Beh, fatevi un giretto da quelle parti, poi mi direte che ne pensate. Fatico nel trovare parole diverse da quelle adoperate in altre occasioni, fotocopia di questa, per descrivere l’andazzo di Marina Centro.

Slalom fra mercanzia varia esposta con eleganza.

Marciapiedi ridotti a sentieri stretti e inospitali dove fare gimkana tra merci, rifiuti, secchi e ramazze in bella vista ed eleganti “pallet” di acqua minerale a mo’ di distributore automatico, in perfetto “stile asian”. Tutto molto pittoresco, forse, ma nei luoghi deputati. Non va meglio in piazzale Marvelli (ex Tripoli) dove un gruppetto di balordi bivacca da tempo (e da lì non li si schioda) a pochi metri da un esercizio commerciale. I gestori del bar hanno più volte chiesto aiuto. Polizia e carabinieri sono intervenuti e fatto sloggiare gli accampati, ma regolarmente, sono riemersi poco dopo. Hanno gioco fin troppo facile.

Saluti da Rimini.

Se è evidente che Sadegholvaad è strangolato dalle leggi colabrodo italiane che permettono a tutti di entrare nel Bel Paese e comportarsi come fa loro comodo è vero anche che dovrebbe far rispettare almeno ciò che ha previsto nel “suo” regolamento per il “decoro urbano e la sicurezza”. Credo sia il minimo che si possa pretendere da un amministratore.
Rimaniamo in zona. A poche decine di metri c’è la chiesa di Maria Ausiliatrice. Dal vangelo secondo Jamil: Art. 3 – Utilizzo del fronte del locale di esercizio. Al comma 3 si legge che “Le serrande devono essere mantenute pulite e in buono stato”. Credo che quella cupa sequela di serrande arrugginite, come da direttive andrebbero almeno riverniciate e messe nelle condizioni di non rattristare il passante. Se poi si volesse dare incarico (retribuito) a un bravo graffitaro di sprigionare la propria fantasia, sarebbe ancor più “cosa buona e giusta”, come direbbero i Salesiani, che hanno alcuni locali proprio sopra la malconcia ferraglia. Non sarà la loro?

Serrande salesiane. Cosa dice al riguardo il regolamento comunale?

Si badi che stiamo parlando dell’abc per una città che rispetti la propria vocazione turistica. Dei materassi di Bellariva, ogni parola sarebbe inadeguata e qualsiasi commento, vano. Sono più perniciose le mie pedanterie fotografiche nei confronti del lettore o l’inconcludenza di un funzionario (retribuito con denaro pubblico) che tradisce promesse e aspettative dei cittadini?

Bellariva. Un pisolino non si nega a nessuno.

Non dovrei stupirmi. Jamil è creatura del ventriloquo Andrea e perpetuerà, guidato da una mano invisibile il lavoro del proprio mèntore. Per addolcire l’amena riflessione, concludo con uno “zuccherino”. Amaro.

Nel mio vagare per scattare foto, mi imbatto in un pessimo quadretto: a fianco del Park Hotel, albergo tra Viale Regina Elena e il lungomare, all’altezza del Bagno 45, c’è una delle tante viuzze che conducono sul lungomare (ma sulle pagine del Comune, anche per nonna, ora si chiama waterfront: datevi una regolata).

Cassonetti felliniani. La via si chiama “le tentazioni del dottor Antonio”.

I cassonetti sono malandati, stracolmi e scompisciati. Uno spettacolo indecente, a tutto beneficio dei clienti che alloggiano in quel 4 stelle. A parte ciò, scopro che il viottolo si chiama “Le tentazioni del dottor Antonio”, film di Federico Fellini datato 1962. Ma non ditelo a Gnassi, altrimenti domani, per completare l’eclatante scenografia in divenire, fa prendere cassonetti e monnezza e li fa portare in piazza Malatesta.

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