Nel “salotto” di Marina centro il limite è stato superato

Nel “salotto” di Marina centro il limite è stato superato

I resti del pub incendiato si trovano nelle stesse condizioni della scorsa estate. I sacchi di immondizia "addobbano" la passeggiata. Le fioriere utilizzate come cestini. Spazi pubblici e privati scambiati per wc. Una discarica a cielo aperto. E tanto altro. Lo sfogo di un commerciante di viale Vespucci. "Come si fa a fare turismo e commercio in queste condizioni?"

In redazione arriva la telefonata di un commerciante (di cui, come richiesto, omettiamo il nome) di Marina Centro. Ci chiede un incontro per denunciare come, a suo parere, la situazione della passeggiata di viale Vespucci sia oramai insostenibile.
Ci siamo occupati varie volte dell’argomento. Non possiamo ignorare e non tenere in debito conto il disagio di un operatore del settore turistico. Come ripetuto fino alla noia, Rimini di questo vive. Andiamo a raccogliere lo sfogo del lettore sperando che giunga a sturare orecchie rimaste finora ben sigillate.

«Sono un commerciante di viale Vespucci. Nelle vicinanze mi ritrovo un’attività andata a fuoco sette mesi orsono. Il locale è stato recintato, ma versa in degrado totale, in completo abbandono. Non c’è nessuno che si prenda la briga di riconsegnare la parte estetica del luogo al turista o al passante. Oramai questa sembra la terra di nessuno. Non ci sono nemmeno più i bidoni dell’immondizia. Recentemente, in zona ne sono stati soppressi due. A maggior ragione, la gente che passeggia butta tutto nelle fioriere; nessuno le pulisce e nessuno le cura. Le guardi, là sul ciglio del marciapiedi e qua a sinistra. Il mio vicino e io, per un minimo di decenza le ripuliamo, ma in breve tornano a riempirsi. Insieme con il mio collega, quando serve, spazziamo gli aghi di pino. Ora non abbiamo dove buttarli. Ce li porteremo a casa? Come si fa a fare turismo e commercio in queste condizioni? Se lei passa a Marina Centro con sua moglie a fare una passeggiata e vede sacchi e sacchi di immondizia alla base delle piante, cosa pensa? Ma le pare possibile che gli alberi siano diventati i punti di riferimento per depositare il pattume? Ieri, davanti a un negozio molto noto, poco distante da qua, c’erano otto o dieci sacchi neri che circondavano un pino. Non capisco perché non facciano la raccolta porta a porta come nel centro storico: gli addetti entrano direttamente negli esercizi commerciali e ritirano i rifiuti senza che questi sostino, a volte ore e ore sulla passeggiata per colpa dei negozianti negligenti o di chi non effettua il ritiro negli orari stabiliti».

Disorganizzazione tipicamente italiana e insofferenza verso le regole? Se poi eliminano i cestini…
«Le dirò di più, vedo i padroni dei cani (quelli più civili) raccogliere e mettere nei sacchetti i loro escrementi. A quel punto cominciano a vagare avanti e indietro in cerca di un posto dove gettarli: che naturalmente non trovano. Guardi quella pensilina di ferro sul marciapiedi. In abbandono. Sono dieci anni che è in quelle condizioni. Si percepisce chiaramente che manca la mano del “conducente”. Quelle fioriere piene di rifiuti e quelle altre là, con i rami rinsecchiti, vanno totalmente contro il concetto di arredo pubblico. Ma anche contro chi giornalmente si arrabatta, nonostante tutto, per tentare ancora un recupero. Ora stiamo parlando di questo breve segmento di passeggiata, ma è così fino a Riccione. Caro Signor Sindaco, vuoi rifare il lungomare e va benissimo, ma tutto il resto che già c’è, perché lo trascuri in modo così penalizzante?»

Qua dietro avete una bella discarica a cielo aperto. Ci dicono che a volte è intervenuta anche la polizia perché quei gabbiotti di metallo sono utilizzati per andarci a fare sesso o a dormire. Le posso assicurare che i gestori degli alberghi vicini non ne sono affatto contenti.
«Qui c’è di tutto, anche questo. Ma guardi che a costo zero si potrebbero risolvere parecchi problemi. Senza spendere tanti soldi; basterebbe dare un indirizzo chiaro, deciso. La prima passi, ma la seconda volta che ti becco a sgarrare, ti “piego”. Sa che stiamo rimpiangendo le vigilesse con l’Alfasud di venti o trent’anni fa?»

In che senso? Erano forse particolarmente avvenenti?
«Beh, avvenenza delle “divise” a parte, perlomeno in quel periodo un paio di volte l’anno venivano a fare verifiche, ispezionavano, prendevano le misure dei locali, si accertavano che tutto filasse come si doveva. Capisco che il personale sia sottodimensionato e i problemi siano mille, però ora non si vede più nessuno. Ti mandano la letterina in cui ti dicono che devi osservare, centimetro alla mano, un certo tipo di esposizione e stop. Ma io dico: guardate anche le tante “incompiute” del Comune, per cortesia. Va bene essere attenti a tutti i parametri espositivi eccetera eccetera, ma dovete considerare anche il lato-strada. È in abbandono».

Venticinque anni fa… allora è un vizio!

Dunque, a suo dire non risponde a verità che ci sia stato un “visibile miglioramento rispetto all’ordine e al decoro dell’offerta commerciale”…
«Qui il problema è principalmente negli spazi che competono alla pubblica amministrazione. Quella specie di pensilina di cui si accennava poc’anzi è preda di un gruppo di persone che quasi tutte le sere si piazzano là, fanno bisboccia, fumano e si ubriacano, poi gettano sigarette, piscio e bottiglie vuote dove capita. La cosa va avanti indisturbata per tutta la stagione estiva. Vigili? Polizia? Controlli e provvedimenti? Nessuno. Multe di divieto di sosta quante ne vuole, ma un occhio a cosa succeda sulla passeggiata, nemmeno a parlarne. Il box di tela verde che delimita i resti del pub incendiato serve come paravento al vespasiano “open air” che è diventata quella serranda abbassata su cui ho affisso il cartello “non urinate”. Ma anche come salottino ai “pallinari” (coloro che praticano il gioco truffaldino delle “tre campanelle”, ndr) per la loro fiorente attività. È gente (violenta e pericolosa) che vive per coglionare i creduloni. Teniamoceli pure qua».

È stato costituito il Comitato Turistico Marina Centro. Che dice? Come si muove?
«Il comitato è fine a sé stesso. Esiste da due anni. Raccoglie soldi per prendere alcune iniziative: fanno un concertino, invitano cantanti, pittori che ti fanno il ritratto là per là, e così via. Poi organizza questi mercatini estivi settimanali, fatiscenti e brutti da morire. Incassa dagli espositori i proventi che derivano dall’occupazione del suolo pubblico che poi spende a suo piacimento. Tra l’altro, che io sappia c’è una disposizione comunale che vieta i mercatini al di sotto della ferrovia a meno che non propongano articoli artigianali. Di fatto, di banchi che vendono oggetti artigianali ce ne sarà al massimo uno su dieci».

E la Pubblica Amministrazione?
«Un assessorato alle Attività Economiche, Rimini ce l’ha. Se chi lo dirige volesse, potrebbe fare un giro da queste parti per rendersi conto delle cose sbagliate che sto descrivendo. La situazione in cui viviamo non è nascosta sotto a un tappeto. Non è che non si vede, per cui se nessuno va a protestare nessuno se ne accorge. Al contrario, è del tutto palese, alla luce del sole. Faccio un esempio che pare banale, ma è sintomatico del modo di operare. In piazzale Kennedy hanno allestito un’area rettangolare in cui tengono attrezzature e materiali che servono a chi lavora alla realizzazione della nuova fognatura. Benissimo. Possibile che tutt’attorno al recinto non si potessero mettere dei teli verdi tipo quelli che hanno usato per coprire le mura incendiate del pub? Le pare bello che i turisti, oltre al disagio dei continui lavori (sacrosanti, per carità) debbano vedere quel deposito maltenuto, tutto in disordine e con le erbacce alte? Basterebbe un po’ di buona volontà».

Lei non è nato a Rimini, ma abita qui da molti anni e gestisce la sua attività a Marina Centro. Conosce molto bene la zona. Ne ha colto molti cambiamenti, nel tempo?
«Trentaquattro anni fa, quando sono arrivato in questa città, il panorama globale era di gran lunga migliore. Marina Centro rappresentava il luogo di riferimento dei turisti che sceglievano Rimini. Era naturale che qui si avvertisse chiaramente anche lo slancio imprenditoriale. Ma da allora a oggi le cose sono cambiate molto. Ricordo quando hanno rifatto nuovo tutto il viale. Ma poco alla volta l’hanno lasciato andare in totale degrado. Porto ancora un esempio: dove c’è quel grande pino si era creato un buco. È stato lasciato là per anni. Con la calca, la gente spesso inciampava o cadeva. Non sa quante volte lo abbia fatto presente a chi di dovere. In dieci anni la fossa aumentava sempre di più. Finalmente hanno messo un cartello di lavori in corso. Ci è rimasto sei mesi».

Evidentemente doveva vigilare che nessuno si portasse via l’albero e la buca…
«Ha ragione, tant’è che hanno pensato bene di fare una solida gettata di cemento alla base della pianta. Lo stesso trattamento è stato riservato ad altri tronchi, non distanti da questo. In una città attenta al verde e all’arredo (a proposito di “decoro urbano”) avrebbero messo della terra, un poco di ghiaia e l’apposita griglia di protezione. Non è stato fatto niente di tutto ciò. Penserà che mi lamento soltanto. Ma non ne posso più!»

Sa quante asole mancano attorno ai pini lungo il viale? Tante. Di foto, ne abbiamo una collezione.
«Questo non è il modo di agire di un’amministrazione che tenga all’immagine della propria città. Non è per lagnarsi sempre, mi creda. E le dico anche che prima di tutto serve che ognuno di noi faccia un esame di coscienza e si chieda se fa di tutto per essere un bravo cittadino. L’autocritica bisogna sempre farla. Ma detto questo, da chi si è preso la responsabilità di governare, che si tratti della nazione o della città, si pretende che garantisca un minimo decoro del territorio che ha promesso di amministrare al meglio.
Lasciare questo scempio sbruciacchiato qui a fianco senza intervenire per ridare dignità a noi e a Marina Centro, non va certo in quella direzione. Pensare di passare la prossima estate nelle stesse condizioni della stagione estiva 2019, fa venire i brividi. È necessario che qualcuno cominci a muoversi seriamente…»

“Qualcuno” è in ascolto?

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