Nella scelta del presidente di IEG non può prevalere quel provincialismo che Cagnoni ha sempre detestato

Nella scelta del presidente di IEG non può prevalere quel provincialismo che Cagnoni ha sempre detestato

Il nuovo timoniere della società quotata in Borsa sarà valutato criticamente e con scrupolo da un mercato azionario attento. Non capirlo o pensare di aggirare questo appuntito scoglio con le alchimie della politica nostrana, rischia di fare danni irreparabili.

La trafila di successione del presidente che passerà alla storia locale come il più longevo di tutti i tempi, rischia di peccare di un provincialismo destinato a fare danni all’economia riminese e alla stessa società fieristica.
Intendiamo qui mettere in evidenza un aspetto che sembra sfuggire agli attori che sono chiamati a interpretare gli adempimenti del “dopo Cagnoni” in IEG, ovvero Italian Exhibition Group SpA. E già l’ampollosa anglofonia dovrebbe fare intendere che non stiamo trattando di un ruolo apicale presso un’associazione domestica, un ente cittadino o un gruppo di operatori di spiaggia! Oppure di una bega da risolvere con il volgare metro della politica del partito che, fra le altre cose, neppure è più egemone dal punto di vista elettorale, nè per iniziativa politica, nè, tanto meno, per gli uomini e le donne che esprime.
IEG è società quotata in Borsa e come tale soggetta agli umori e ai giudizi di un mercato attento, composito e interessato a cogliere i particolari. Figuriamoci se non intenzionato a valutare criticamente e con scrupolo il profilo del nuovo presidente. Non capirlo o pensare di aggirare questo appuntito scoglio con le alchimie della politica nostrana, con il piglio dell’arroganza o di coloro che si ritengono i primi della classe, pur non essendolo, rischia davvero di fare danni irreparabili.
In questo difficile contesto serve invece capacità relazionale, intelligente arguzia, volontà vera di unire, aggregare, condividere. In una parola “competenza”. Esattamente il contrario di quanto appare in questa prima fase di contrattazione fatta trapelare sui fogli dell’informazione locale, la quale ha la responsabilità di assolvere in modo adeguato al proprio dovere, cioè raccontare la verità e non rendicontare le veline dei diretti interessati a guadagnare un’apparente incollatura sui concorrenti.
Per fortuna l’attuale composizione dell’azionariato in IEG può concorrere a rintuzzare, e forse pure correggere, le fughe in avanti di alcuni improvvidi riminesi, gli stessi o molto vicini a coloro che tempo addietro avevano tentato di sbalzare di sella l’esperto presidente, certo invecchiato e pure acciaccato, ma non sprovveduto in questo genere di tenzone intramoenia. E soprattutto tutt’altro che intenzionato a lasciare la sua creatura a qualche imbelle concorrente ritenuto sprovveduto per l’alto compito!
Nell’attuale azionariato intravediamo numerose debolezze, ma per fortuna pure qualche punto di forza. Uno nella importante compartecipazione della CCIAA della Romagna che nel suo nuovo perimetro territoriale (ndr: non più circoscritto alla sola Provincia di Rimini) troverà motivazioni non subalterne a Comune e Provincia di Rimini, ma indirizzate a preservare la propria quota azionaria in IEG. L’altro nell’importante compartecipazione di Vicenza Holding Srl che necessariamente vorrà dire la sua nella scelta del nuovo presidente. Il provincialismo che Lorenzo Cagnoni ha sempre detestato, può fare molti danni, ma di provincialismo, ora che lui non c’è più, si può anche morire!

Marino Straccialupi

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