La supercazzola dei politici sulla Bolkestein

La supercazzola dei politici sulla Bolkestein

Da una parte i partiti non perdono occasione per favoleggiare di spiagge innovative e di servizi all'avanguardia. Dall'altra sono i principali artefici dello status quo. Deleterio anche per l'offerta turistica.

Le frasi senza senso di Tognazzi nel film Amici Miei, diventano poca cosa quando senti parlare i politici della Bolkestein. Potendo, chiederei di guardare alla questione con le logiche del buon senso, dove il primo elemento da porre è quello di pensare alle spiagge in ragione del loro potenziale e quindi rinnovate, facendo riferimento a quello CHE SERVE e non a quello CHE C’È, in specie in una realtà come quella della Romagna e di Rimini in particolare.
La cosa ancora più buffa è che spesso sono gli stessi politici a richiamare organizzazioni innovative e servizi, ma poi tutto finisce nel niente, per fare alcuni esempi penso: alla possibilità di consumare i pasti al mare, all’allungamento della stagione, alle piscine, più spazi tra gli ombrelloni, diversificazione delle offerte, ecc., temi che ovviamente non possono essere risolti in contesti caricaturali, ma solo attraverso una impostazione strutturale di alta qualità.
Purtroppo come sempre la politica è schiacciata dal solito maledetto basso consenso. Se andate a vedere le prime indicazione sul Parco del Mare si rappresentava un contesto unico, ossia spiaggia, lungomare e aree in fregio e su questa impostazione sono stati costruiti i bandi.
Che tutto questo fosse solo propaganda era insito nel presupposto dell’assenza di una pianificazione generale che avrebbe dovuto fissare perlomeno gli aspetti funzionali e i relativi  standard, tanto è vero che dopo un lungo iter del bando si parlava di teorici vincitori, ma poi fu la stessa amministrazione ad ammettere che i vari progetti non dialogavano tra loro, quindi si fece ricorso a tecnici di fama mondiale per creare la famosa “omogeneizzazione”, ma di fatto facendo finta di niente, le proposte dei privati sparirono come neve al sole, sostituite da una progettazione comunale completamente diversa che metteva a carico del pubblico la sua realizzazione.
Il perché, semplice, sta proprio in quel maledetto consenso che le lobby riescono a piegare verso i loro miopi interessi e così si finì per intervenire solo sul lungomare e nelle poche aree di proprietà comunale non concesse, lasciando le aree in fregio e la spiaggia fuori da questo intervento.
Definito questo quadro del tutto oggettivo, la vergogna del basso consenso continua con la melina di una Bolkestein dove ormai in circa 20 anni non è stato fatto nulla, per gli operatori balneari forse un successo, ma per la comunità una sconfitta enorme avendo creato un immobilismo totale, e le conseguenze, per esempio a Rimini, si chiamano tracollo turistico in termini quantitativi ma soprattutto qualitativi, vedi i teorici 300 o forse 600 alberghi da chiudere.
Questa è la reale situazione, che poi passi ancora il messaggio che nella nostra città va tutto benissimo grazie al solito “salotto”, è un fatto ineludibile, anche se sempre più debole, quindi teoricamente basta saper aspettare per dimostrare che il futuro finirà in una catastrofe, ma dover morire come città per dimostrare che le verità autentiche erano altre non è certo cosa di cui rallegrarsi.  
Tornando a quello che ci serve, bisogna partire dalle origini programmatiche: una spiaggia organizzata per stabilimenti che aumenti i suoi spazi su lungomare e aree in fregio, divisa in due fascie, quella a monte fatta di infrastrutture per soddisfare i suddetti servizi auspicati un pò da tutti, e una parte a mare fatta solo di sabbia e attrezzature mobili.
Per capirci, se poniamo un fronte medio di 150 mt per una profondità di 50/70 mt, abbiamo a disposizione un’area per i servizi che si avvicina a due campi da calcio, il che significa realizzare qualcosa di stupefacente di cui ogni riminese credo dovrebbe esserne fiero, ponendo in questo modo la base più autentica di un nostro rilancio turistico.
Se questa è la parte seria, il ridicolo è continuare a parlare in termini politici quando è del tutto evidente che la competenza è diventata esclusivamente Europea, quindi quello che mi aspetto è che lo Stato italiano, che non è il Governo, faccia direttamente quanto previsto
dalle norme vigenti, semplicemente perché la Pubblica Amministrazione in quanto tale ha il dovere del rispetto delle leggi.
Dico questo perché da più parti si parla di Organi Statali che si sarebbero già attivati, qualcuno mormora di una richiesta già avanzata ai comuni per avere a disposizione la pianificazione delle spiagge, la cui previsione verrebbe inserita direttamente nei bandi di gara, in modo che tutto possa essere risolto diciamo per la prossima stagione estiva, è del tutto evidente, ma in senso lato nessuno potrà accusare la P.A. di non aver fatto quanto di sua competenza.

Giulio Grillo

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