Nelle mani di Penelope

Nelle mani di Penelope

Quando la realtà dei fatti si incarica di azzerare le chiacchiere. Lettera.

Del tutto evidente che l’estate che volge all’ultima parte, con numeri preoccupanti a partire dal settore turistico, ha messo fuori gioco la propaganda arrogante dei pienoni/capitale di tutto. Purtroppo però, mentre sono sempre di più quelli che chiedono programmazione e decisioni all’altezza dei problemi, la Giunta, a mio avviso sempre più nel panico, non sembra essere in grado di andare oltre i soliti coup de théâtre.
Su questa scia, gli ultimi due casi importanti di questi giorni sono stati la “sparata” sugli alberghi per studenti e lavoratori e quella sui teorici parcheggi della marina. Come sempre mai uno straccio di impostazione programmatica generale che parta da considerazioni fondate su basi reali: individuazione delle risorse, le dovute rappresentazioni tecniche e grafiche che ne definiscono le impostazioni (da non confondere con scorci di rendering buoni per ogni occasione), eccetera, ma, ancor più grave, l’assenza di qualsivoglia confronto con la cittadinanza.
Per dirla in termini diretti, per quanto riguarda gli alberghi per studenti/lavoratori, la prima domanda da porsi è: che fine ha fatto la famosa assurda impostazione dei condhotel? E, a seguire, vorrei ricordare che gli studenti universitari avrebbero dovuto “rivitalizzare” il Centro storico, tanto è vero che è stato scelto un modello logistico “diffuso” del polo universitario (l’università “spalmata” nella città); se poi si è sbagliata formula, basta dirlo, magari si sarebbe potuto evitare la nuova palestra posta tra il teatro e la rocca, iniziando a ipotizzare un vero e proprio campus universitario.
Indispensabile sarebbe poi spiegare quale destinazione urbanistica assumano questi “contenitori ricettivi”, perché se si tratta di meri pensionati, quindi rientranti a pieno titolo nella destinazione alberghiera, non occorre fare nulla dal punto di vista urbanistico, se invece, come credo, si pensa a qualcosa che somiglia ad un residenziale più o meno mascherato, ovvero condomini, vorrei capire su quali basi si arriva alla loro individuazione, sapendo che a Rimini la fila di quanti sono interessati a un cambio di destinazione diventerebbe lunga, visto che molti sarebbero in grado di dimostrare l’antieconomicità delle loro strutture ricettive.
Andrebbe anche posta l’attenzione sul fatto che eliminare 300 strutture (numero ipotizzato dalla Giunta), che come accennavo sopra possono diventare anche il doppio, significa affermare che a Rimini s’intende fare altro al posto dell’industria turistica, ma in questo caso vanno indicati con la massima precisione e chiarezza obiettivi e percorso, in quanto si comincia a muoversi su un terreno minato mettendo in atto una riduzione drastica e sostanziale di un sistema economico, con molteplici ripercussioni: in primis l’occupazione, ma in forma diretta e indiretta si rischia di incidere sull’identità turistica della marina, che verrebbe ad essere stravolta e comunque fortemente compressa: residenza e ricettività alberghiera quasi sempre collidono tra loro.
Passiamo ai parcheggi della marina. Oltre vent’anni fa nella delibera d’indirizzo sulla Mobilità, che doveva essere propedeutica alla stesura del previsto P.O.C. (mai nato), rilievi e calcoli indicavano una esigenza reale di circa 15.000 posti auto: nella zona sud occorreva realizzare almeno 5.000 stalli aggiuntivi.
Ma poco dopo questa scelta programmatica si diede avvio alla svolta di sostituire la pianificazione con il grande pensatoio (Piano Strategico), sotto la guida unica di Maurizio Ermeti, cappello che copre ormai anche ogni decisione estemporanea, dalle innumerevoli varianti alle infinite modifiche del Rue.
Quindi chi oggi parla di innovative strategie, con al massimo un totale di poco più di 1.000 stalli e facendo confusione tra quelli esistenti e quelli da realizzare, in realtà vende fumo, tanto più che il sindaco circa un anno fa aveva promesso una pianificazione formale su questa materia (che per assumere connotati di serietà avrebbe dovuto legarsi a filo doppio con una viabilità predeterminata).
Ricordo che meno di un mese fa, l’assessora Frisoni faceva ben altra narrazione sui parcheggi e in preda a una certa confusione finiva per inserire come parcheggi turistici quelli delle Befane. E vogliamo accennare al parcheggio Scarpetti? Dopo decine di promesse sull’inizio lavori del multipiano, si è finiti per dichiararlo inutile. E i posti auto dell’area ex Fox, meno di una trentina di nuovi stalli a progetto concluso (al momento solo erba alta), senza contare che per ora ne abbiamo persi circa 100 pubblici?
Sul versante di piazzale Marvelli che aria tira? I lavori dovrebbero partire tra un mese ma nulla si racconta. Del parcheggio sulla rotatoria del Grand Hotel si sono perse le tracce.
Si potrebbe scrivere un’enciclopedia su queste tristi verità dell’amministrare che negli ultimi 20 anni abbiamo visto nella città di Rimini. Dal pensare di sostituire l’ossatura di un sistema economico (fatto di strutture, infrastrutture e così via) con facili eventi, dai vacanzieri che dovevano arrivare dalla Cina secondo la vision dell’ex sindaco Gnassi, alle opere promesse ma rimaste nel libro dei sogni, a quelle variate in corso d’opera, magari mettendoci dentro anche qualche curiosità, come l’area protetta sulla spiaggia di Miramare (a difesa del Fratino), salvo poi vedere all’opera le ruspe per preparare il palco ai concerti; o il muretto del nuovo lungomare che salverà Rimini dalle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Il quadro che abbiamo davanti è serio e complicato. Le Giunte Penelope hanno lasciato sulla tela buchi enormi e i rammendi non sono più sufficienti ma, soprattutto, ogni giorno che passa dimostra che la città è nelle mani di chi non sa tessere.

Giulio Grillo

Nuovi articoli

COMMENTI

DISQUS: 0