Nero, Nera, la situazione, la riviera

Nero, Nera, la situazione, la riviera

Le previsioni alla mano sono pessime per le tanto attese presenze turistiche, cali e flessioni, negative ovviamente, l'assessore regionale al Turismo

Le previsioni alla mano sono pessime per le tanto attese presenze turistiche, cali e flessioni, negative ovviamente, l’assessore regionale al Turismo Maurizio Melucci si dice preoccupato sulla tenuta della costa, e come un mantra ripete la stessa solfa, prodotto articolato a buon mercato, l’ospitalità della piadina e del buon sorriso, tipicamente romagnolo, tipicamente furbetto.

al confino
cibi, parole, emozioni

di Paolo Bissaro

Parliamoci chiaro: dobbiamo smetterla di pensare che il sistema turistico, così come è stato pensato sia efficace e attrattivo, ogni possibilità di ristrutturazione diventa vana se chi la gestisce è la stessa cultura che ha portato questo territorio ad una ammucchiata di generi, tipologie o l’oramai sdoganato, anche nella gerontocrazia locale, target. I treni li abbiamo persi tutti, rischiamo anche di perdere le tratte aeree oltre a quelle ferroviarie, stiamo diventando una meta turistica da terzo mondo, non per il terzo mondo che sia chiaro, ma lo scenario potrebbe diventare dirompente, un dolce connubio tra il turista e la beneficenza. Quello che si pensava fino a qualche decennio fa, l’intramontabile Riviera Romagnola non solo è tramontata, è evaporata in una nuvola rossa o in una delle molte feritoie della notte, come ha scritto il famoso De Andrade che all’ora dell’aperitivo non vuole spargimenti di sangue o di detersivo.
Il sogno romagnolo sta crollando assieme alla classe dirigente, alla popolazione assente, alle lobby turistiche che invece di interrogarsi sulla staticità del prodotto chiedono a gran voce un provvedimento sulle agevolazioni fiscali in stile Hong Kong per la riviera, insomma non ci vuole tanta materia grigia per capire che la grigliata mista non funziona più e siamo alla deriva. Le griglie e i suoi carboni ardenti oramai sono accesi solo per sfornare pasti ai non abbienti, una piccola mappatura geografica di fuochi fatui, piccoli incandescenti braceri buoni ad illuminare il deserto circostante di costruzioni che cannibalizzano l’unica risorsa, il mare. A chi per anni ha creduto che l’indotto fosse a ciclo continuo, un infinito spaziale, invece deve ricredersi, cambiare, è finita la festa adolescenziale romagnola forse è bene diventare adulti e assumersi le responsabilità in modo condiviso, senza sconti, con ma e se assenti, una piena e profonda consapevolezza.

Grigliata mista povera per 4 persone

20 Sardoncini
4 Sgombri dell’Adriatico
2 Cefali dell’Adriatico
8 Triglie da scoglio dell’Adriatico
4 Suveri dell’adriatico

Pane vecchio profumato all’aglio, olio, rosmarino, prezzemolo, sale.
Legna per brace da ardere

Pulire bene i pesci, squamandoli ed eviscerandoli, sciacquarli 3 volte pulendo bene le impurità internamente e lasciarli spurgare in acqua fredda con un cucchiaino di sale per litro d’acqua. I marinai usavano l’acqua del mare. Scolare e mettere in frigo fino a quando la brace non è ben accesa e la griglia pulita e oleata. Condire il pesce con il pane senza eccedere e mettere sulla griglia prima i pesci più grossi, quando vengono girati, dopo circa 5/6 minuti, mettere i restanti pesci e cuocerli per circa 2/3 minuti per lato.
Buon appetito pensando che la grigliata mista è un’ottima cena non l’unica possibilità di un territorio, sarebbe ingiusto per tradizione.

 

Sono Paolo Bissaro, cuoco artigiano, essendo concentrato da una vita sulla sostanza al limite della sopportazione altrui per certe mie rigidità, sviluppo il mio lavoro nel cercare di rispondere alla fame atavica italiana, popolo buono e buono da mangiare, ma che ha sofferto fame e incomprensioni con la storia. I cliché culinari non li sopporto, l’ostentazione selvaggia di questa sottospecie di borghesia attuale convinta che il cibo sia uno status da lenzuolare mi allergica, mi fa scrivere molto onestamente che è meglio un’aristocrazia o un popolo affamato che questo becero presente di finti ricchi e finti poveri.

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