Nomadi: la lacunosa replica dell’assessore Lisi al Comitato ProRimini

Nomadi: la lacunosa replica dell’assessore Lisi al Comitato ProRimini

Parla di imprecisioni strumentali e di pregiudizio discriminatorio l'assessore Gloria Lisi nella sua risposta al Comitato ProRimini. Ma salta a piedi pari una serie di rilievi concreti mossi dal Comitato stesso. E sul referendum la verità è che nel Comune di Rimini la consultazione referendaria consultiva è prevista. E anche da molti anni.

L’assessore Gloria Lisi ha replicato al Comitato ProRimini sulle “casette” previste per i nomadi che lasceranno via Islanda. Il Comitato ha sintetizzato in 5 punti la propria posizione, più che legittima (merita di essere precisato perché l’assessore parla di “considerazioni pretestuose” e di “imprecisioni strumentali”, quasi col tono di chi non gradisce che il punto di vista del Comitato, in aperto contrasto con quello di palazzo Garampi, abbia diritto di cittadinanza).

Il Comitato afferma che l’amministrazione ha aumentato la Tari e ripristinato la tassa sui passi carrai, due elementi oggettivi e incontestabili. La Tari è lievitata del 2,9% e la tassa sui passi carrai è stata ripristinata. Sostiene la Lisi che la Tari del Comune di Rimini è tra le più basse dei Comuni capoluogo dell’Emilia Romagna mentre la tassa sui passi carrai è applicata da oltre la metà degli 8 mila comuni d’Italia. In entrambi i casi non smentisce il Comitato. Va ricordato all’assessore che il Comune di Rimini ha aumentato la Tari nonostante il costo del servizio sia diminuito e infatti altri Comuni della Romagna (Cesena, Forlì e Ravenna) nel 2018 l’hanno diminuita.

Oltre a fare della ironia sul “pro” e “contro”, l’assessore non risponde ad una serie di considerazioni molto concrete sollevate dal Comitato: dai 1200 riminesi in fila per una casa popolare agli alti costi complessivi per l’allestimento delle microaree. Non tenta nemmeno di motivare la scelta che fa optare l’amministrazione ad assegnare le casette anche a chi ha già un lavoro, delle proprietà, ed è già stato aiutato precedentemente dall’amministrazione anche sotto il profilo abitativo o risulta debitore verso il Comune per i costi di ripristino in sicurezza del campo di via Islanda (33.000 Euro lo scorso anno) “anticipati” dall’Amministrazione, come sostiene il Comitato.
Qualora dovessero essere “buttati fuori” dalle microaree per inadempimento degli impegni assunti, i nomadi resterebbero senza “protezione”? Nemmeno su questo l’assessore dice una parola chiara. Così come sull’invito a spiegare nella pubblica piazza l’operazione “prosinti”, che tanti mal di pancia ha creato anche in maggioranza, “per anticipare ai cittadini riminesi i reali contenuti del progetto”.

Infine c’è il tema del referendum. Quello abrogativo non è previsto, scandisce l’assessore. Ma il referendum consultivo comunale è previsto, “sulle materie di rilevanza generale interessanti la collettività e di esclusiva competenza locale”. E’ abbastanza chiaro che se il Comitato dovesse indire un referendum e questo avesse un esito contrario alla linea seguita dall’amministrazione comunale sui nomadi, l’assessore Lisi non potrebbe che prenderne atto e adeguarsi. Prevede il regolamento per la disciplina del referendum consultivo comunale che “entro il termine stabilito dallo Statuto, decorrente dall’esito favorevole del referendum, il Consiglio comunale, su proposta del Sindaco, assume la relativa deliberazione sull’oggetto del quesito referendario”. Il consiglio  comunale può anche “opporsi” (“Qualora ritenga di non provvedere in conformità all’esito favorevole del referendum”) ma “deve espressamente pronunciarsi con una deliberazione a maggioranza dei consiglieri assegnati, contenente ampia e soddisfacente motivazione”. Non possono essere oggetto di referendum consultivo solo queste materie: revisione dello statuto del Comune e delle Aziende speciali; disciplina dello stato giuridico e delle assunzioni del personale, piante organiche e relative variazioni; tributi locali, tariffe dei servizi e altre imposizioni; designazione e nomine di rappresentanti.

Mentre nello statuto del Comune di Rimini si legge che “Il Comune riconosce tra gli strumenti di partecipazione del cittadino all’Amministrazione locale, il Referendum propositivo, consultivo, abrogativo”. Quindi?

Il comunicato dell’assessore Lisi

“Vale la pena rispondere alle considerazioni, con ogni evidenza sempre più pretestuose ed estreme nell’approdo, del comitato Pro Rimini che a tutti gli effetti è un comitato anti nomadi come ce ne sono tanti in Italia. Di Pro se ne vede poco, in compenso di ‘contro’ se ne incontra a paccate. Senza farla troppo lunga, comincio dal fondo informando i referenti del Pro Comitato che, a quanto mi consta e salvo smentita, nel regolamento comunale non è previsto l’istituto del referendum abrogativo. Se il comitato anti sinti, pardon Pro Rimini, decidesse mai di contestare legalmente un provvedimento amministrativo approvato, potrà farlo secondo l’iter previsto dalla legge. Referendum abrogativo però no.

Questa è solo l’ultima di una serie d’imprecisioni strumentali che provo qui e là a confutare, senza avere la pretesa di convincere i Pro.motori: la Tari del Comune di Rimini è tra quelle più basse dei Comuni capoluogo dell’Emilia Romagna; la tassa sui passi carrai è applicata da oltre la metà degli 8 mila comuni d’Italia, compresi molti limitrofi a Rimini, e solo quest’anno la nostra città ha deciso di reintrodurla; sulle scuole e sul sociale questa amministrazione continua a investire circa il 40 per cento del suo bilancio, tanto è vero che secondo qualcuno dell’opposizione – vicino al Comitato Pro Rimini – è anche troppo. Quello che però è evidente dell’ultimo intervento degli anti sinti è la confusione strumentale e il pregiudizio crescente. Le famiglie interessate dal progetto si è ‘reso protagonista di atti lesivi del vicinato’ scrive il Comitato aggiungendo un istituzionale ‘salvo smentita’. Uso la stessa formula e dico che ‘salvo smentita’ mi pare che dalle righe del comunicato emerga un pregiudizio discriminatorio in quelli che vengono rappresentati come approfittatori, indegni di qualsiasi tipo di integrazione.

Il Comune farà sottoscrivere un regolamento severo per chi aderirà al progetto delle microaree? Lascia perdere, tanto non verrà fatto rispettare…e poi faranno finta di mandarli via per poi aiutarli in qualche altro modo. Il solito elenco di luoghi comuni, di pregiudizi, di scuse, di inesattezze (caro Pro/Contro, non sono certo i sinti ad ‘accedere con assiduità ai servizi sociali’) per bloccare, dando l’impressione (maldestra) di essere neutrali, l’attuazione di una legge regionale mirata all’integrazione e su cui il Comune di Rimini lavora da tempo per trovare la migliore soluzione per la città, andando una volta pronta a presentarla direttamente nei diversi luoghi della città. Siamo alle solite con il Comitato Pro, verrebbe da dire. Salvo smentita.”

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