“Non buttate a mare mezzo secolo di servizi educativi comunali”

“Non buttate a mare mezzo secolo di servizi educativi comunali”

Quella che segue è la lettera del personale che lavora, a vario titolo, nei Nidi e nelle scuole dell'infanzia del Comune di Rimini. Secondo quanto si

Quella che segue è la lettera del personale che lavora, a vario titolo, nei Nidi e nelle scuole dell’infanzia del Comune di Rimini. Secondo quanto si è appreso dalla Cgil, l’esternalizzazione a seguito di bando, che l’amministrazione Gnassi è decisa ad attuare, riguarderebbe lasilo nido Do Re Mi (via Euterpe) e le scuole per l’infanzia La Giostra (Rivabella), Arcobaleno (Rivazzurra),  Al Zgheli (Santa Giustina), Il Volo (zona Pascoli) e Il Borgo (San Giuliano). Ripensateci! Dicono le insegnati agli amministratori comunali.

La nostra storia, quella dei servizi educativi comunali, è iniziata cinquant’anni fa, un percorso di crescita costante attraverso cui il Comune di Rimini ha garantito ai bambini e alle bambine il diritto a luoghi e spazi educativi dai 3 mesi ai 6 anni di vita, decenni in cui si è consolidato un modello pedagogico attraverso cui servizi educativi pubblici si sono
integrati nel territorio locale e regionale costituendo il fiore all’occhiello di questa amministrazione.
Abbiamo affinato un pensiero pedagogico, uno stile che è diventato oggetto di studio e esportato in Europa e nel mondo.
Chi ha costruito questo modello? La pubblica amministrazione come scelta politica e finanziaria ha permesso un percorso di crescita che ha visto attivi pedagogisti, educatori, insegnanti, bambini e genitori. Tutti questi attori, nessuno escluso, sono protagonisti di un progetto di cultura dell’infanzia che ha come finalità lo sviluppo armonico delle competenze, dell’identità, dell’autonomia, la cura e il benessere dei bambini e bambine cittadini del domani.
Apprendiamo che l’amministrazione intende procedere verso un sistema inizialmente integrato che prevede l’esternalizzazione di alcune sezioni di Nido e Infanzia arrivando al 40% della totalità dei servizi pubblici.
La domanda immediata che ci poniamo è: perché?
Di cosa sono colpevoli i nostri servizi educativi? Siamo costantemente sottoposti a custumer satisfaction e i dati parlano di un indice alto di gradimento da parte delle famiglie eppure questo pare non essere sufficiente, i servizi educativi funzionano bene, lo dimostriamo, le famiglie lo confermano eppure si parla di esternalizzare.
Temiamo che alla base siano i costi, ma non sarebbe comunque un costo perdere anni e anni di investimenti sulle persone e sulla loro professionalità?

Quello che siamo ora lo dobbiamo alla continua formazione permanente ma anche alla trasmissione dei saperi che ci ha visto integrare nel corso degli anni le nuove conoscenze alle buone pratiche consolidate, facendo sviluppare intorno ai servizi una comunità educante perché il nostro lavoro non è rivolto solo ai minori, ma alle famiglie e alla cittadinanza tutta.
Esternalizzare potrebbe significare perdere tutto questo, per il continuo turnover di personale e di appalti, perché questo è il futuro che ci aspetta.
Se invece se ne fa un problema di costi, la domanda che sorge spontanea è: come può un privato prendersi in carico un servizio o una attività come la scuola o la sanità che per definizione non possono e non “devono” produrre profitti? Dove si tagliano i costi? Dove finisce il welfare garantito alla cittadinanza?
Sappiamo bene che il risparmio ricadrà sul costo del personale scolastico così come sta già avvenendo per i servizi interni di cucina e di igiene.
Non vogliamo cadere nel tranello del privato sì privato no, anche nel privato ci sono le eccellenze, non vogliamo una guerra tra poveri, il personale proveniente dal mondo del privato, lo conosciamo, ci lavoriamo fianco a fianco, è professionalmente capace e preparato. Giovani specializzate, lavorano già integrandosi con noi, con costanza e
competenza prendendosi cura dei bambini con bisogni speciali (perché questo ramo è già stato ceduto ai privati) ci lavoriamo, ma pare che la loro professionalità non valga al pari della nostra e nel lottare per una scuola pubblica lottiamo anche per loro affinché i nostri diritti siano estesi a loro, perché ogni giorno, ogni singolo giorno mettiamo in campo la stessa professionalità a servizio della nostra comunità.

La professionalità che caratterizza i servizi educativi 0/6 del Comune di Rimini è frutto di una formazione permanente, che inizia al termine della carriera scolastica, quando in punta di piedi si entra nei servizi come supplenti e via via si cresce, si continua a studiare e si affina un ruolo che si svolge attingendo ai saperi teorici ma anche attingendo alle
esperienze di chi la professione la svolge da più tempo.
Il Comune, per anni, ha investito risorse economiche per formarci e ciò che siamo noi lo trasmettiamo ai bambini ma anche alle giovani colleghe che arrivano cariche di saperi e di energie, ma sarà la pratica, l’esperienza e l’affiancamento che permetterà a loro di apprendere anche quel “saper fare” che si affina dopo anni di esperienza.
Le nuove energie si integrano con i saperi costruiti nell’intera vita professionale, questo crea spirito di squadra, una squadra vincente, tante squadre per ogni scuola unite da uno stile comune, unite da una formazione comune, che ha funzionato fino ad ora.
Perché cambiare? “Squadra che vince non si cambia…”.
Il nostro stile educativo e pedagogico si è creato grazie agli insegnamenti dei i migliori esperti nel campo educativo e psicologico ma è sul campo che si è tradotto in pratica, in azioni, in agire educante di quelle tecniche e dinamiche di lavoro di gruppo che caratterizzano i nostri servizi”.
Percorsi come il “PROGETTO NATURA” ora chiamato NATURALMENTE IN GIOCO”, sono frutto di team di lavoro che funzionano e che si sono consolidati negli anni, esperienze come “GENITORI AL NIDO” caratterizzano i nidi d’Infanzia comunale e sono esperienze uniche.

Chiediamo ai nostri amministratori di ripensarci, nel rispetto della nostra professionalità, perché le persone non sono cose, non potete trattarci come oggetti intercambiabili da passare da un servizio all’altro fino all’esaurimento. Un servizio ha bisogno di persone affiatate, di un team di lavoro che abbia in comune non la preoccupazione di un futuro incerto, ma l’obiettivo di tutelare il percorso di crescita dei bambini nel rispetto dei diritti loro e delle famiglie.
Temiamo che questa scelta possa aprire la strada ad un percorso irreversibile di perdita di identità dei nostri servizi educativi, lo temiamo come educatori, insegnanti ed operatori scolastici ma soprattutto come cittadini di questa città.

Le insegnanti, le educatrici e il personale ausiliario dei nidi e scuole
dell’infanzia del Comune di Rimini

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