Chi non imbratta è perduto: dilaga l’affissione abusiva, ma nel 2016 solo 37 sanzioni

Chi non imbratta è perduto: dilaga l’affissione abusiva, ma nel 2016 solo 37 sanzioni

C'è il locale pubblico, quello che affitta l'appartamento, quell'altro che dà lezioni, la discoteca... tutti vogliono farsi pubblicità a spese di alberi, pali della pubblica illuminazione, muri, panchine e ogni altro spazio a disposizione. Ma il "contrasto" è ridicolo e la giungla di patacche volanti cresce.

La pubblicità è l’anima del commercio, ma può trasformarsi in giungla. Rimini, marina centro (dove forse appiccicare manifestini, locandine e patacche di vario genere dà meno nell’occhio e dove in estate la “vetrina” fa gola), è come una grande bacheca presa d’assalto da tanti. Pali stradali e dell’illuminazione, muri, panchine, fermate dell’autobus e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente non è solo la Rimini turistica ad essere invasa dalla pubblicità abusiva, anche il centro storico ed altre zone della città non se la passano bene.
Nel 2016 il Comune di Rimini ha introitato a titolo di diritti di pubbliche affissioni 392.000 euro. Il costo di una singola locandina, per un’esposizione di un mese, è di 4,74 euro. Se l’amministrazione comunale avesse percepito qualcosa, anche poco, per ogni pezzo di carta pubblicitario appiccicato in qualche spazio all’aperto della città, probabilmente l’entrata sarebbe triplicata. La locandina che misura meno di 300 cmq. è esente dal pagamento dell’imposta di pubblicità, ma questo non significa che può essere incollata ovunque. Pubblici esercizi, col consenso del titolare, e basta. E davanti alla giungla di abusivismo selvaggio, sapete quante sanzioni ha “elevato”, per dirla in burocratese, la polizia municipale? Sempre nel 2016 solo 37 sanzioni, che comprendono sia violazioni al Regolamento Comunale per l’applicazione dell’imposta sulla pubblicità e al diritto sulle pubbliche affissioni, sia violazioni all’art. 23 del Codice della Strada (come la pubblicità su strade e veicoli). Si può dare di più. Anche per tutelare gli spazi pubblici e privati dai barbari della locandina.

Fotografie: © Gianluca Moretti

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