Non mandateci di traverso il Birrodromo

Non mandateci di traverso il Birrodromo

Fatti e domande sul locale che aprirà a breve in pazzale Clementini.

Come una palude che tutto inghiotte e silenzia e, anche se colpita da qualche sasso, non emette nemmeno un cerchio concentrico, la storia del “Birrodromo” di Rimini procede in un clima da liturgie che ricordano la vecchia Unione Sovietica.
I sassi li ha lanciati per primo Maurizio Melucci, circa un mese e mezzo fa. Il 16 dicembre il consigliere comunale Luca De Sio (Lega) ha presentato una interrogazione.
Un bene pubblico in mano ad una pubblica azienda dovrebbe essere gestito con la massima trasparenza e alle domande poste dovrebbero essere fornite risposte esaustive e possibilmente rapide. Invece esaustive poco e veloci per nulla.

Star(t) zitti finché si può. Il 12 gennaio ha parlato Start Romagna, che davanti a tutti gli interrogativi aperti in queste settimane si è limitata a dire che:
1) «Nel 2018 il Consiglio di Amministrazione di Start Romagna decise di intervenire per recuperare una struttura dal degrado in cui versava, avviando una ricognizione sui costi necessari e contemporaneamente ipotizzando soluzioni per la sua valorizzazione, compreso il coinvolgimento di privati, così da contenere un impegno economico rivelatosi rilevante». La decisione di recuperare dal degrado quella sede è stata un fulmine a cielo sereno oppure è stata “azionata” da qualche richiesta specifica? E perché «il coinvolgimento di privati» (plurale) si è risolto al singolare, cioè con una trattativa che ha visto concludersi solo con il coinvolgimento di un privato?

2) «La modalità di individuazione del partner privato è stata supportata anche da opportuni pareri legali, che hanno inquadrato l’ambito di attività a libero mercato e non regolata dal Codice degli Appalti». E questo giustificherebbe la scelta di non effettuare un bando pubblico? Si spera che qualcuno con potere di “sindacato ispettivo” reclami questi pareri legali e ne analizzi la sostanza. Ma, per non sapere né leggere e né scrivere, va ricordato che essendo Start Romagna la società di trasporto pubblico dell’area romagnola (di proprietà di enti pubblici), difficilmente si può giustificare un contratto di locazione come quello deciso senza un bando pubblico.

3) «Partendo da questo presupposto Start Romagna ha ricercato l’interlocutore in grado di soddisfare vari obiettivi». Quindi sarebbe stata Start Romagna ad individuare la società Lokomotiva? O la società Lokomotiva si è “candidata” autonomamente?

4) «La modalità con la quale è stato impostato il percorso per l’individuazione del partner privato era volta ad alleggerire l’impegno economico dell’intervento, coinvolgendo gli investitori stessi nell’iter amministrativo per il cambio di destinazione d’uso e in una serie di interventi migliorativi della struttura, garantendo un valore patrimoniale superiore alla proprietà, un avviamento commerciale che contribuirà positivamente al bilancio di Start Romagna ed infine anche un introito rilevante per l’Amministrazione. Con questi obiettivi sono state valutate alcune proposte, con il supporto di esperti del settore che hanno fornito indicazioni sulla possibile reddittività dell’area». Ma se l’obiettivo era quello di alleggerire l’impegno economico dell’intervento (un investimento da circa 400mila euro fra oneri e costi di ristrutturazione in capo a Start), il canone annuale di 26.400 euro appare ancora meno congruo. Su come sia stato stabilito e sul perché risulti nell’elenco delle locazioni attive di Start Romagna dal 30 settembre 2020 (con scadenza 30 settembre 2029) nulla viene detto.
Nella sostanza, ne sappiamo quasi quanto prima.

Roberta Frisoni. L’assessore Roberta Frisoni ancitipando a voce alcune risposte alla interrogazione di Luca De Sio, sosteneva di avere prontamente interpellato il presidente di Start «affinché ci fornisse i dettagli della selezione che loro hanno svolto, non sono riusciti a fornirmi gli elementi entro la seduta di questa sera (consiglio comunale 16.12.2021, ndr) ma hanno confermato che mi daranno gli elementi scritti».
Sulla selezione, che resta tutta da decifrare anche dopo il comunicato stampa di Start Romagna, si può accettare che l’assessore non disponesse di elementi, ma il dato del canone di locazione avrebbe potuto conoscerlo già visto che sul sito di Start Romagna l’elenco delle locazioni attive, che comprende anche il contratto con Lokomotiva, risulta essere un «Documento aggiornato al 31.07.2021».

Lokomotiva in perfetto orario. Ha dichiarato al Carlino Fabio Ubaldi, fra i titolari del Birrodromo riccionese e anche fra gli artefici del pubblico esercizio di prossima apertura in piazzale Clementini: «Io, Amadei e le nostre mogli siamo diventati soci della Lokomotiva srl l’anno scorso, quando il contratto d’affitto con la Start era già stato firmato. Abbiamo creduto al progetto di Carigi e siamo diventati suoi soci, investendo tantissimo in quest’avventura». Quindi Carigi sarebbe il perno di tutta l’operazione?
Qui si apre un capitolo abbastanza oggettivo. Dalle visure camerali di dominio pubblico si evince che:
Lokomotiva srl viene costituita il 25.11.2019 e iscritta alla Camera di commercio il 4.12.2020, ma il contratto di locazione viene firmato il 30.9.2020. Ha un capitale sociale di 20mila euro e risulta inattiva. Lorenzo Carigi (amministratore unico) detiene il 51% del capitale sociale, seguono Ubaldi e Amadei col 20% ciascuno, quindi altre due quote da 4,5% per le consorti.
Il bilancio 2020 di Lokomotiva srl mostra un valore della produzione di 6mila euro e un utile di 2.443 euro. «…il parametro di giudizio sull’operazione», come ha dichiarato Start, ha tenuto conto «di obiettivi, vantaggi, impegni economici necessari e solidità del partner privato». Date queste premesse quali sono i parametri oggettivi di «solidità del partner privato»?
Sempre sul Carlino Ubaldi ha sostenuto che «noi abbiamo investito circa 900mila euro per il locale», ma ad oggi sono note solo le spese sostenute da Start Romagna.

Il Birrodromo riccionese, di cui quello di Rimini viene annunciato come “seconda fermata” (Carlino 24.11.2021), non fa capo a Lokomotiva srl ma ad un’altra società: August sas. A differenza della precedete è attiva, operativa dal 20.06.2012, e attualmente con tre soci, fra i quali Paolo Amedei e Fabio Ubaldi ma senza Carigi. Valore dei conferimenti 2mila euro.

Parcheggi. In consiglio comunale l’assessore Frisoni ha spiegato che «ai sensi del Rue vigente il cambio di destinazione non determina un aumento degli standard urbanistici previsti e ai sensi dell’art. 5 del regolamento sui criteri di programmazione degli esercizi di somministrazione approvato il 18.11.2010 così come modificato nel 2014, le attività di somministrazione di alimenti e bevande da insediare nel centro storico non richiedono specifici standard di parcheggi pertinenziali e dotazione di area riservata alle operazioni di carico e scarico merce perché sono aree a prevalente vocazione pedonale».
Resta il fatto che, stando sempre a quanto è stato riportato da articoli di stampa, il Birrodromo «potrà accogliere fino a 400 clienti». E dove parcheggeranno la loro auto? Nel parcheggio Clementini, gestito da Start Romagna, a pagamento, che dispone di 200 posti auto? Non si conoscono ancora gli orari di apertura del nuovo Birrodromo ma bisogna aggiungere che la zona è interessata anche dal mercato ambulante settimanale.

Dehors e beni culturali. Ci sono poi delle domande alle quali dovrebbe rispondere la Soprintendenza di Ravenna. L’intervento è stato autorizzato dalla Soprintendenza, ha assicurato sempre l’assessore in consiglio comunale, che ha richiesto un intervento di «separazione» del locale rispetto «alle adiacenti mura antiche» e tutelate, «separazione che la soluzione progettuale aveva già previsto». Si tratterà di vedere il lavoro ultimato per rendersi conto di cosa si intenda per “separazione”.
Quindi il dehors nei pressi dell’Anfiteatro romano, ormai dato per “perso” a quanto sembra di capire, visto che nemmeno la nuova giunta ha annunciato alcuna intenzione di recuperarlo dopo avere sloggiato il Ceis. Ma la Soprintendenza ha detto «ok, il dehors è giusto?». Con quale apertura, annuale o stagionale, come ha prescritto per il chiosco (aperto da marzo a ottobre) dell’arena Francesca da Rimini a Castel Sismondo? E qui, come ha fatto notare Melucci, il canone da corrispondere al Comune è di 30mila euro l’anno, contro i 26.400 chiesti da Start Romagna per l’ex deposito delle Padane, ben più “capiente”. Sempre Melucci fa rilevare che «i valori OMI (Osservatorio del Mercato Immobiliare) di affitto per quella zona sono mediamente di 18 euro a metro quadrato al mese. Per una superfice di 300mq (inferiore alla realtà) si tratterebbe di un affitto di circa 60mila euro all’anno. Nettamente superiore al canone di locazione sottoscritto da Start Romagna di 26.400 euro». Difficile dargli torto.
C’è ancora tanto da spiegare sul Birrodromo.

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