Notte Rosa sì e discoteche no? Non prendiamoci in giro

Notte Rosa sì e discoteche no? Non prendiamoci in giro

Mentre le disco restano sigillate e diversi locali incorrono in sanzioni e chiusure causa assembramenti, gli enti pubblici si autoassolvono e assicurano che l'evento che va in scena sulla costa dal 26 luglio e per una settimana può sfidare la pandemia.

Secondo l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini e il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, Notte Rosa e Covid-19 possono convivere. Pacificamente. La variante Delta non li impensierisce. Avranno in mano certezze (che però dai resoconti odierni della stampa non emergono) che altri non hanno. Gli enti pubblici si sono autoconvinti che la Notte Rosa può sfidare anche la pandemia.

Addirittura Corsini ha sostenuto che «se l’anno scorso siamo stati indecisi fino all’ultimo, quest’anno non abbiamo mai avuto il minimo dubbio, nemmeno in questi giorni, nonostante la risalita dei casi, qui come altrove». E a proposito di risalita dei casi, Rimini, capitale della Notte Rosa, registra l’incidenza più alta in regione. Non si sa su cosa l’assessore basi il suo ottimismo e la certezza che sarà «una settimana in piena sicurezza».

Anche perché dove sta la logica? Se era indeciso lo scorso anno, quando il 3 agosto (all’apertura della Notte Rosa) in regione si segnalavano aumenti di casi di positività dell’ordine di 34 unità (e poi 42, 47, 58, 44, 43, 39…) al giorno, non si capisce come mai stavolta l’indecisione sia stata bandita visto che i nuovi positivi di ieri sono stati ben 447, di cui 101 a Rimini, maglia nera in Emilia Romagna. Oggi +474 in regione e a Rimini +78 (ancora al primo posto).
Avrà di certo ragione lui, noi comuni mortali sappiamo solo che il virus galoppa. Se proprio la volete fare la Notte Rosa, fatela. Però non prendeteci in giro.

Evita i luoghi affollati. Evita contatti ravvicinati mantenendo la distanza di almeno un metro.

Sotto ogni notizia sul sito del Comune di Rimini viene ossessivamente indicato un link: «Coronavirus: tutto quello che c’è da sapere», che si apre con l’immagine della campagna informativa a cura di Palazzo Chigi, Protezione civile, Istituto superiore di sanità e ministero della Salute. Sono le famose «semplici raccomandazioni per contenere il contagio da coronavirus». La prima che balza subito all’occhio recita: «evita luoghi affollati» e «evita contatti ravvicinati mantenendo la distanza di almeno un metro». A occhio e croce non pare che queste raccomandazioni si concilino benissimo con un evento come la Notte Rosa.

Una settimana di eventi (ben 150 che toccano non solo la costa ma anche l’entroterra) passa per sicura mentre le discoteche restano sigillate. Chi lo dice, in base a quali evidenze, che una disco (che comunque può assicurare maggiori controlli rispetto a grandi spazi in cui si tengono concerti ed eventi) sia meno sicura? E’ anche non poco paradossale che gli enti pubblici si sostituiscano al privato nella organizzazione dell’intrattenimento serale e, guarda caso, i primi possono gestire la notte (rosa) garantendo anche «un sorriso» e i secondi no. Fa un po’ ridere.

Diversi locali nelle ultime settimane sono stati “bollati” dalla Questura per «mancato rispetto delle norme anti Covid», ovvero per assembramenti, e sottoposti a provvedimenti di chiusura con sanzioni a carico dei gestori che non hanno garantito il rispetto della sicurezza. Ci saranno questi controlli anche in occasione della Notte Rosa ed eventuali trasgressioni verranno addebitate ai sindaci e all’assessore regionale al Turismo?

Oggi a Tokyo si aprono le Olimpiadi, senza pubblico. E comunque per le competizioni mondiali dello sport avremo assembramenti decisamente inferiori a quelli attesi alla Notte Rosa. Perché è pur vero che quest’anno si parla di appuntamenti della Notte Rosa «senza folle oceaniche e su prenotazione», ma è difficile immaginare che non si riverseranno in Riviera nugoli di ragazzi (nella fascia tra i 12 e i 19 anni solo il 10% è completamente vaccinato e tra i ventenni il 46% attende la prima dose) desiderosi di non farsi sfuggire l’occasione. E poi mentre in conferenza stampa sindaco e assessore regionale al Turismo hanno assicurato una Notte Rosa senza masse, sul sito ufficiale dell’evento si parla di «grandi eventi». A Cesenatico in piazza Costa ci sarà Arisa, 500 i posti disponibili, ma è tanto difficile immaginare che in molti di più si avvicineranno al luogo del concerto per ascoltare? Allo Sferisterio di Santarcangelo sono attesi Dario Vergassola e i Modena City Ramblers. E’ obbligatoria la prenotazione ma la sostanza non sarà molto diversa da Cesenatico. O da Rimini, che schiera Diodato in piazzale Fellini e anche qui ci si accontenta della prenotazione «affinché l’evento possa svolgersi nel pieno rispetto delle norme anti-covid». E così via.
Abbiamo rinunciato a quasi tutto al tempo della pandemia, con immensi sacrifici, ci sono categorie come quelle dei gestori delle discoteche che stanno vivendo la loro crisi più nera, però Corsini ha detto che «alla Notte Rosa non potevamo rinunciare». Ma davvero la Riviera è talmente inchiodata a questo ormai logoro appuntamento che nemmeno traina numeri significativi di pernottamenti nelle strutture alberghiere ma solo una caotica invasione serale, al punto da non poterne fare a meno?
In fondo la grossa domanda che resta aperta è probabilmente solo questa. Sui contagi ci sarà tempo per fare bilanci.

Se c’è stato un ideatore della Notte Rosa risponde al nome di Umberto Tozzi

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