Questa mattina in Commissione 2 è stato possibile discutere la mia mozione sulla questura. La mozione aveva lo scopo di capire fino a dove intende spi
Questa mattina in Commissione 2 è stato possibile discutere la mia mozione sulla questura. La mozione aveva lo scopo di capire fino a dove intende spingersi il sindaco rispetto alla soluzione dell’annoso problema. Il Sindaco non era presente, per la Giunta era presente l’assessore Sadegolvad.
Per entrare nel tema: da una decina di anni è sotto gli occhi di tutti i riminesi l’enorme fantasma edilizio che si affaccia su una strada centrale e valorizzata della nostra città, in un punto centrale della stessa: quella che doveva essere la nuova questura.
Agli occhi di chi non accetta di addentrarsi nelle logiche perverse e complicate che spesso attanagliano le nostre città e il paese, appare del tutto incomprensibile che si costruisca una nuova questura, di cui la città ha estremamente bisogno, visto le condizioni in cui versano i vecchi uffici, e la si lasci marcire e saccheggiare, facendola diventare un obbrobrio che ferisce la città, come se non bastassero le colonie che almeno sono architettonicamente più belle.
Per riepilogare a grandi linee la vicenda, nel gennaio 2015, la società Dama che ha costruito l’edificio in oggetto, è stata posta in liquidazione, il liquidatore ha iniziato a prendere contatti con la prefettura e il comune per aprire un dialogo; quello che sostanzialmente si chiede è di riaprire la partita immobiliare che era stata chiusa con la risoluzione della convenzione nel 2011. Convenzione stipulata nel 1998 tra il comune e la società Dama contemporaneamente all’approvazione di un piano integrato e la deliberazione della variante urbanistica che cambiava destinazione a quella che era un’area verde. La società Dama giunge alla sottoscrizione della convenzione in seguito ad un bando per manifestazione di interesse da cui emerse la volontà della società Dama a costruire con soldi propri la sede della questura e della polizia stradale su una superficie di circa 24.000 mq, dopodicchè, in cambio, Dama avrebbe potuto realizzare 3.800 mq di residenziale e 1.700.000 mq di insediamenti integrati.
Ma le cose non sono andate come dovevano e nel 2004 il comune, visto che Dama non consegnava l’immobile e non veniva stipulata la locazione (non avendo raggiunto il privato un accordo sulla cifra dell’affitto con il ministero) invia le prime diffide fino a rivolgersi al Tar, e poi al consiglio di Stato. La società Dama viene dichiarata inadempiente e la convenzione del 98 viene sciolta nell’anno 2011. Al comune non viene riconosciuto però alcun risarcimento e per questo è pendente un ricorso in appello.
Credo non serva addentrarsi più di tanto in un giudizio su chi abbia le maggiori responsabilità in questa partita, dico solo che la città è sicuramente parte lesa in tutta questa vicenda.
Oltre allo scempio edilizio, al denaro non versato al Comune per imposte e tasse comunali da parte della Dama – che oggi ci hanno confermato superano tra oneri e spese circa 6 milioni – la nostra città ha più che mai bisogno che la sicurezza funzioni e che le forze dell’ordine non operino in condizioni di disagio.
Abbiamo avuto anche la conferma dall’assessore che la prefettura stia già prendendo in considerazione altre location.
Ma io credo che non si possa tenere, un anno in più, quel mostro in quello stato, e la soluzione più veloce mi pare sia quella di dargli la funzione per cui è nato, visto che non si può demolire un edificio di proprietà privata e la strada dell’esproprio appare difficile, in ogni caso oggi è emerso che la decisione di un eventuale esproprio dovrebbe venire dal ministero.
L’assessore ha dichiarato che pare vi sia una disponibilità da parte del ministero ad offrire una cifra poco al di sotto di 1.000.000 di euro, dai 3.300.000 che a suo tempo la società Dama non aveva accettato e che l’amministrazione comunale ritiene che si debba ragionare su un contratto di affitto molto lungo (ha parlato di 30 anni in modo che possa esserci una convenienza a rilevare l’immobile e i debiti annessi della società).
Pare che vi siano privati interessati a subentrare per coprire i debiti della società Dama, nel caso si riaprisse la partita urbanistica contemplata nella convenzione originaria.
Ho chiesto all’amministrazione fino a che punto sia disposta ad arrivare. L’assessore Sadegolvad oggi ha detto che il resuscito del piano particolareggiato è improponibile.
Se altre strade porteranno ad una soluzione ben venga, ma personalmente credo che se fosse necessario arrivare alla riapertura della partita urbanistica, non sarebbe il male assoluto per la collettività, in un momento di gravissima crisi edilizia che ha visto moltissime imprese fallire e altre attualmente esangui. Che il cielo ci scampi da un altro scempio eterno in città!
Giuliana Moretti
Consigliere comunale Ncd Rimini
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