"Negli ultimi anni sono emersi elementi di appiattimento e di ripetitività nei progetti di promo-commercializzazione delle aggregazioni di privati". Lo dice l'assessore regionale al turismo Andrea Corsini nella intervista che pubblichiamo. Che per la prima volta mette in fila i paletti che guidano la revisione della legge 7 del 1998. La "bibbia" della organizzazione turistica regionale scritta da Vasco Errani. Puntare alla valorizzazione dei territori in chiave di marketing turistico, rivedere la governance complessiva e introdurre criteri qualitativi più selettivi, sono alcune delle principali priorità. Corsini intende portarla in porto entro il 2016.
Il turismo in regione si muove ancora sui binari della legge 7 che nel 1998 ha strutturato il funzionamento e la governance del settore economico trainante in Emilia Romagna. Il “padre” della legge 7 è stato Vasco Errani ai tempi in cui aveva la delega al turismo (diventerà presidente nel 1999). Il cardine dell’impianto normativo si regge sulla collaborazione col privato e sul meccanismo del raddoppio degli investimenti privati da parte della Regione. Una filosofia che ha funzionato soprattutto nei primi anni di attuazione, evidenziando in seguito anche parecchi limiti. E’ valsa ad Errani un lungo e robusto feeling col mondo delle categorie economiche, ma l’altra faccia della medaglia è stata quella del consociativismo e dei contributi a pioggia. Ora il neoassessore regionale al turismo, Andrea Corsini, ha ben chiaro che la legge 7 vada sostanzialmente modificata. Come? Lo anticipa in questa intervista a Rimini 2.0.
Assessore, fra gli addetti ai lavori è già iniziato il confronto finalizzato alla revisione della legge 7, che risale al 1998, sull’organizzazione del turismo emiliano-romagnolo. Se ne parla da tempo, sarà la volta buona?
La riforma della legge 7/1998 costituisce uno dei principali obiettivi strategici in materia di Turismo contenuti nel programma di mandato della Giunta. Il mio impegno sarà rivolto a creare le condizioni che consentano all’Assemblea legislativa di giungere quanto prima all’approvazione della nuova normativa.
Qual è la sua valutazione sui risultati prodotti dalla legge 7, quali i punti di forza che hanno favorito lo sviluppo del turismo in Regione e della costa romagnola in particolare?
La LR 7/98, che al momento dell’approvazione rappresentò un forte elemento di innovazione, ha prodotto negli anni diversi effetti positivi. Il principale è costituito dalla forte integrazione tra pubblico e privato; elemento che continuerà ad essere l’asse portante della riforma.
Perché si pone l’esigenza di rivedere l’impianto normativo che è in vigore da 17 anni?
Innanzitutto è bene precisare che ci sono già state, nel corso di questi diciassette anni, parziali revisioni alla normativa originale (la più consistente nel 2007). Ora vi è l’esigenza di puntare alla valorizzazione dei territori in chiave di marketing turistico, integrando al meglio i nostri prodotti di qualità con le possibilità di turismo in regione e con le tante opportunità offerte dal nostro territorio: Food, Motor, Wellness Valley, Arte e Cultura, Family, Bike.
Una delle eccellenze della legge 7 sono stati i Club di prodotto, che si sono sviluppati in modo capillare e nei primi anni anche evidenziando creatività e innovazione. Poi però la progettualità è diminuita e si è assistito ad una assegnazione di risorse a pioggia che dall’esterno spesso sono sembrate dettate da logiche non sempre esclusivamente turistiche. Cosa ne pensa e cosa prevede per il futuro? Non ritiene che occorrano anche forme di controllo più efficaci e la garanzia del rispetto di standard di qualità rigorosi e disciplinari che andrebbero osservati alla lettera?
Negli ultimi anni sono emersi elementi di appiattimento e di ripetitività nei progetti di promo-commercializzazione delle aggregazioni di privati. Proprio per superare queste problematiche e dare nuovo slancio, nella riforma della LR 7/98 verranno previsti criteri qualitativi più selettivi e in grado di dare il giusto valore ai progetti proposti dalle reti di impresa.
Uno degli elementi centrali della filosofia della legge 7 è la collaborazione attiva fra pubblico e privato, il principio di sussidiarietà applicato al turismo. Come evitare che la collaborazione scada nel consociativismo fra Regione ed enti locali territoriali da una parte e associazioni di categoria dall’altra?
Oltre a ribadire che la collaborazione fra pubblico e privato sarà centrale anche nella futura legge, mi preme sottolineare che le problematiche poste troveranno adeguata risposta in un ulteriore elemento di novità all’interno della nuova legge: verranno previsti sistemi di verifica delle reali ricadute dei progetti attivati.
La governace del turismo in regione è oggi frazionata fra realtà costose e dispersive. Ritiene che Apt e Unioni Prodotto necessitino di un deciso “alleggerimento” e di sostanziali innovazioni?
L’attuale governance risponde ad una precisa strategia che affida alla Giunta regionale la definizione delle linee strategiche della promozione turistica, ad Apt Servizi SpA l’applicazione e la progettualità delle azioni (in particolare per ciò che attiene la comunicazione e la promozione dei prodotti turistici regionali e le azioni sui mercati esteri) e alle quattro Unioni di Prodotto i piani operativi per la promo-commercializzazione dei principali prodotti turistici che caratterizzano il territorio regionale. Nella riforma della legge regionale 7 proporremo alcune modifiche alla governance per renderla coerente con gli elementi di novità che verranno introdotti.
In quali tempi ipotizza di poter arrivare alla revisione della legge 7?
Siamo all’inizio del percorso e considerando la volontà di svolgere tutte le necessarie consultazioni, oltre all’iter del progetto di legge in sede di Commissione assembleare, auspico che l’Assemblea legislativa possa giungere all’approvazione del nuovo testo entro il 2016.
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