Paga Palloni

Paga Palloni

Il Podestà, lo chef, l'Apt... che non ha problemi.

Da quando Marina, la nostra padrona di casa in Salento, ha insegnato alla moglie del figlio del Fornaio di Coriano, come si fa il pane con il lievito madre, io non ho più problemi. Veramente non ne ho mai avuti perché a Rimini con il mare e l’entroterra che abbiamo, c’è solo l’imbarazzo della scelta. L’ho scritto in altre occasioni, ma mi corre l’obbligo di ripetere. Repetita iuvant: la Provincia di Rimini e il Montefeltro sono il giacimento più godurioso d’Italia. Abbiamo tutto, dal tartufo alle ostriche, dalla mora romagnola ai raperonzoli, dal castrato agli uomini nudi, dal formaggio dei pastori sardi che parlano dialetto meglio di noi, alla seppia coi fagioli e agli strozzapreti. Il tutto innaffiato con il Sangiovese Superiore delle nostre bellissime colline e, per gli sboroni, c’è anche la Rebola, unico bianco autoctono.
Detto questo e ribadito che la Piada è nata a Pedrolara, cosa volete che mi importi di quello che ha detto Massimo Bottura, nato e cresciuto a Modena, chef e proprietario della Osteria Francescana, ristorante premiato con tre Stelle Michelin e classificatosi primo al mondo nella lista dei The World’s Best Restaurants negli anni 2016-2018?
Laurea ad honorem in Direzione aziendale della Università di Bologna, un curriculum prestigioso per un ragazzo del ’62 che mi è pure simpatico!
L’anno scorso (?) nelle scintillanti sale della Accademia Militare di Modena ha detto che il turismo delle città emiliane, alla presenza del governatore Bonaccini, sarà diverso da quello di Rimini. Dov’è lo scandalo? Ha detto quello che è vero.
Quando verrà in settembre a Rimini per al “Mèni” lo andrò a salutare. Anzi, chiederò al Gran Maestro della Confraternita della Tagliatella Dott. Grande Ufficiale N. H. Maurizio della Marchina di organizzare un symposium. L’Apt non ha problemi, figuratevi noi!
Rurali sempre.

N.B. Pietro Palloni, Podestà di Rimini che nel 1932 anticipò di tasca sua le spese per la costruzione del lungomare.

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