«Pannelli fotovoltaici banditi nel centro storico? Il Comune contribuisca al pagamento delle bollette»

«Pannelli fotovoltaici banditi nel centro storico? Il Comune contribuisca al pagamento delle bollette»

Qual è un problema che sta pesando sui bilanci familiari? La batosta dei rincari sui consumi di gas e luce. Potrebbero venire in aiuto le fonti rinnovabili ma... qualcuno non può, nemmeno volendo, accedervi se abita in una determinata parte della città. E allora? Dovrebbe farsene carico chi ha voluto la norma "punitiva". Lettera.

Le bollette, sia del gas che dell’energia elettrica, sono schizzate, facendo raddoppiare gli importi rispetto allo scorso anno. Tutti ne discutono come di un fatto non giusto e di come occorra trovare un rimedio per aiutare i cittadini che ora si trovano con problemi economici in una contingenza storica particolarmente pesante. Non bastassero le difficoltà legate al lavoro, ora si aggiunge anche questa spesa extra che affossa molti bilanci familiari.
Chi ci governa parla, e poi parla, ma i fatti non si vedono. Si discute tanto di energia alternativa, pulita: eolico, fotovoltaico, idrogeno, eccetera, ma quando occorre decidere si assiste ad un nulla di fatto.
Vediamo cosa accade nel Comune di Rimini.
Nel momento di massimo costo delle bollette, il Consiglio Comunale di Rimini ha approvato una variante al RUE (Regolamento Urbanistico ed Edilizio) che apre la strada ad interventi edilizi che porteranno benefici alle casse comunali e specifiche situazioni di vantaggio, aumentando però le costruzioni con volumi ed impermeabilizzazione del territorio ma, per contro, escludendo la possibilità di realizzare gli impianti fotovoltaici nel centro storico. Figli di un Dio minore gli abitanti di questa porzione non certo marginale della città?
Il centro storico viene considerato come “la notte nera delle vacche nere” (ma qui Hegel non c’entra), cioè senza distinguere le differenze, perché non si è fatta una cernita aggiornata dei fabbricati diversificandoli fra quelli che dispongono di coperture che possono essere viste dalla pubblica via e quelli che invece risulterebbero ad impatto paesaggistico nullo anche se dotati di pannelli fotovoltaici.
Sensibilità dell’amministrazione comunale al bene paesaggistico, si potrebbe dire. Sicuri? Visto il trattamento riservato dalla precedente amministrazione e da quella in carica verso i monumenti storici – dai banchi dell’ex Pescheria al Castello, dalle Mura malatestiane a ridosso del Ponte Tiberio a piazza Malatesta – qualche dubbio sorge sulla suddetta sensibilità.
Poiché la realizzazione del fotovoltaico è economicamente conveniente anche per i comuni cittadini ed aiuta l’ambiente, perché il Comune di Rimini non interviene seriamente e svolge la sua funzione per incrementare l’energia pulita e contro lo smog?
A tale riguardo viene da chiedersi che ci stanno a fare in Giunta Comunale, oltre all’Assessore all’Urbanistica, anche altri due Assessori, uno con delega al “Patto per il Clima” e uno alla “Transizione ecologica”.
Ma la domanda di maggiore interesse economico è la seguente: di questa disparità di trattamento, che si concretizza nel pagare una bolletta raddoppiata quando invece si potrebbe beneficiare di un costo più equo attingendo all’energia che ognuno sarebbe in grado di ricavare sul suo tetto di casa con il fotovoltaico, chi deve farsene carico? La risposta è: il Comune di Rimini. Perché se gli abitanti del centro storico vengono penalizzati, dovrebbe essere pronto ad affrontare quelle spese che sono conseguenti al suo cattivo agire. L’amministrazione comunale contribuisca al pagamento delle bollette di quanti non possono usufruire (e non per loro scelta) dei pannelli fotovoltaici nel centro storico.
Se tanto mi dà tanto, sono preoccupato anche di come verranno gestiti i finanziamenti del PNRR da questa Amministrazione.

Giulio Grillo

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