Perché all’improvviso si è deciso di candidare il sindaco di Rimini alla presidenza della Provincia?

Perché all’improvviso si è deciso di candidare il sindaco di Rimini alla presidenza della Provincia?

Perché un sindaco in affanno che sta solo vivendo di rendita amministrando l'eredità ricevuta, comprese le zavorre che pesano sul turismo, è diventato per il Pd l'unica carta da giocare per guidare un ente avvolto nella nebbia e che avrebbe bisogno di un pilota davvero capace di illuminare la rotta? Lettera.

Le bugie hanno le gambe corte. Vecchio detto popolare per raccontare di una Rimini sempre più in affanno, sia dal punto di vista economico e sociale, sia da quello politico, cioè riferito alla classe al governo della città, dove non c’è solo il Pd ma anche tanti soggetti che in teoria dovrebbero rappresentare l’opposizione.
Iniziando da quest’ultimo tema, non credo che solo al sottoscritto faccia specie che l’ex Senatore Barboni tifi perché Jamil Sadegholvaad diventi il nuovo Presidente della Provincia. Ma c’è poi anche da chiedersi per quale ragione il Pd di Rimini solo ora insiste affinché a capo dell’Ente di via Dario Campana ci vada il Sindaco della città capoluogo. Nulla succede a caso.
La risposta che mi sono dato fa riferimento a due grandi questioni: Prima. La gestione del P.R.N.N., dove la Provincia ha un ruolo centrale, utile in particolare per dirottare quattrini su Rimini, che stando ai rinvii di tante opere che dovevano partire in quest’autunno, servono come il pane.
Seconda questione importantissima. La Provincia svolge anche una funzione di “controllo” su un po’ tutta la programmazione urbanistica e allora viene da pensare a quella che riguarda il Comune capoluogo, sulla quale il controllo provinciale potrebbe sollevare alcuni dubbi, penso in particolare alla variante al Regolamento Urbanistico Edilizio che sembra essersi perso per strada.
Al di là dell’apparenza, la città di Rimini sta vivendo una situazione complicata e deve fare i conti con le difficoltà sempre più evidenti sul piano economico, considerato che l’asse portante del turismo riminese, ossia il ricettivo, si mostra immobilizzato in una morsa sempre più stretta, e la politica dei prezzi bassi che in passato rendeva competitiva Rimini diventa di giorno in giorno sempre meno sostenibile. Da questo punto di vista i progetti attuati nel decennio Gnassi (a cominciare dal parco del mare) non hanno aperto nessuna via d’uscita e nulla di nuovo sta delineando la nuova giunta.
I margini economici si sono fatti via via più ridotti, un numero impressionante di alberghi è uscito dal mercato e non trova acquirenti, per tanti hotel il rischio è quello di finire in mano a gestioni improvvisate o, peggio, nelle grinfie della criminalità organizzata. Come ebbe a dire il Signor Questore, tutto ciò richiama denari sporchi e investitori poco raccomandabili.
Perché allora una città con queste problematiche dovrebbe esprimere il Presidente della Provincia? Al di là del fumo, Rimini sembra più che mai in stallo e le dichiarazioni del sindaco coprono spesso una mancanza di visione all’altezza delle sfide. L’ultima, è quella sul Metromare. Ecomondo ha evidenziato la piaga del traffico, ha detto scoprendo l’acqua calda. E’ così da sempre e mai, dico mai, si è messo mano seriamente all’inghippo. Finalmente la soluzione arriverà in carrozza, cioè con il Metromare che unirà stazione e Fiera? Potrebbe sostenerlo con cognizione di causa un politico planato a Rimini per tagliare il nastro di un evento fieristico, ma non un amministratore di lunga data che a Rimini ci abita e, sulla carta, governa da tredici anni. Non ha risolto il problema la stazione ferroviaria all’interno del quartiere fieristico, non lo risolverà un bus su gomma con un numero di posti assolutamente inadeguato per rispondere alle esigenze dei momenti di punta di un grande evento fieristico, e che non “collega” la zona turistica.
Io la chiudo qui, ma se questa città non impara che la crescita di un territorio si pianifica solo con programmazioni serie ed efficaci, e non con invenzione estemporanee tutte tese a prendere gli applausi, significa aver scelto di rinunciare ad un futuro per Rimini. Mi congedo con un solo esempio delle decine che potrei fare, chiedendo di riflettere sui dieci anni di buio che hanno accompagnato la complanare, pensando di risolvere la problematica della grande mobilità con qualche totem che pubblicizzava un teorico “fila dritto” sulla via Roma.

Giulio Grillo

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