Piano spiaggia: la “variante segreta”

Piano spiaggia: la “variante segreta”

Secondo il Comune servirebbe una variante al Piano dell'arenile per permettere di intervenire sui singoli Bagni attuali anziché per comparti. Perché nell'imminenza dei bandi imposti dalla Bolkestein si vuole attivare un simile percorso di frazionamento, quando tutti affermano, amministrazione comunale compresa, che l'unità di intervento migliore è quella per Stabilimento Balneare, che significa ricomprendere tre o quattro bagni e normalmente anche un chiosco bar? Lettera.

Da circa un paio di anni l’Amministrazione Comunale butta là sui giornali il varo di una variante al Piano Spiaggia, ma nessun documento d’indirizzo è mai stato reso noto, a dire il vero una prassi sempre più utilizzata, in perfetta continuità con l’era Gnassi.
Stando al proclama del Palazzo, serve una variante al Piano Spiaggia per permettere di intervenire sui singoli bagni attuali (30/40 ml. di fronte), anziché per comparti (100/150 ml. di fronte), così come previsto nell’attuale Piano.
Potendo sperare in una risposta, la prima domanda sarebbe chiedere perché nell’imminenza dei bandi imposti dalla Bolkestein si vuole attivare un simile percorso di frazionamento, quando tutti affermano, amministrazione comunale compresa, che l’unità di intervento migliore è quella per Stabilimento Balneare, che significa ricomprendere tre o quattro Bagni e normalmente anche un bar.
Se poi si vuol raccontare che si pensa ad un sistema misto, aggiungendo la solita parolina magica senza senso dello “sperimentale”, allora c’è la premessa garantita che in prospettiva tutto diventi la consueta confusione, che sempre più emerge in ogni atto di questa amministrazione.
Anche e perché da quel po’ che si riesce a capire, la discriminante sulla scelta tra Bagno e Stabilimento viene lasciata in mano ai capricci dei singoli bagnini/baristi. Dico questo in maniera dura perché se, ad esempio, dietro a quel Bagno che vuole rimanere tale, c’è un albergo che è stato completamento rinnovato, mi si spieghi perché tutto debba piegarsi alla volontà di un tizio che, in una spiaggia di tutti, può decidere quello che vuole.
Faccio questo appunto anche perché chi conosce i rapporti che esistono in spiaggia, sa che se lasci fare a lor signori, i casi dove non si mettono d’accordo rasentano la quasi totalità, basti pensare agli attriti storici tra bagnini e chioschisti.
L’ultimo aspetto che voglio trattare è il fatto che se si vuole insistere su questa idea dei frazionamenti, si faccia un nuovo Piano Spiaggia che disegni l’intero impianto, perchè un conto è lasciare l’autonomia organizzativa e architettonica per fronti di 150 ml, un conto è lasciare questa prerogativa in ambiti ristretti di pochi metri di fronte, dove la carnevalata conseguente è più che certa, accompagnata dalla solita impostazione, ovvero tutti fanno tutto, alla faccia dei tanti buoni propositi sempre auspicati, della serie: lavorare in direzione di diversificare l’offerta turistica. Che però, per essere cosa seria, deve unire bagnini ed albergatori in contesti dove lo Stabilimento balneare è il minimo sindacale.

Giulio Grillo

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