Pier Luigi Cervellati: «Piazza Malatesta è stata banalizzata e brutalizzata»

Pier Luigi Cervellati: «Piazza Malatesta è stata banalizzata e brutalizzata»

Intervento migliorativo, ripete Andrea Gnassi, perché prima c’erano un parcheggio e un mercato. Beata ignoranza, risponde l'architetto, urbanista e docente universitario bolognese: «perchè il sindaco non si è chiesto cosa c’era prima del parcheggio e del mercato, quel prima che è arrivato a noi dal periodo medievale e rinascimentale, il momento più glorioso per l’arte e l'architettura riminese?» E aggiunge: «la Corte dei conti dovrebbe soppesare questa spesa assurda, inutile e sbagliata, perché peggiora l’ambiente storico urbano e lo snatura irreparabilmente».

Pier Luigi Cervellati, architetto e già docente di restauro, recupero e riqualificazione urbana presso le facoltà di lettere dell’Università di Bologna ed Architettura dell’Università di Venezia.

«Quella vasca d’acqua le sembra … ma le sembra in sintonia con ciò che la circonda? Le sembra un intervento compatibile con un’opera d’arte vincolata e col fatto che il ripristino allo stato di fatto precedente non sarà assolutamente più possibile?» E’ letteralmente allibito il prof. Pier Luigi Cervellati.
Non riesce nemmeno a trovare le parole per esprimere non solo la sua piena e totale contrarietà alla devastazione attuata davanti a Castel Sismondo, ma anche il dolore che sgorga dal cuore dell’architetto e dell’urbanista davanti ad una ferita sanguinante come quella che è stata inferta alla rocca e al suo fossato.
Il nome di Cervellati è legato a Rimini attraverso il teatro Galli. E’ stato definito «il padre della ricostruzione filologica» e seppure abbia in parte preso le distanze dal risultato finale, è passato anche attraverso l’architetto bolognese lo snodo decisivo sul teatro polettiano. Quando Vittorio Sgarbi è sottosegretario (governo Berlusconi) ai beni culturali, si interessa in prima persona del restauro del Galli e ascolta la protesta che sta montando a Rimini (è del 2001 la sua visita in città che risulterà decisiva per le sorti del teatro com’era dov’era) contro il segno architettonico modernista che la giunta del tempo vorrebbe imprimere. Sgarbi nomina Elio Garzillo, architetto, soprintendente regionale per i Beni e le attività culturali dell’Emilia-Romagna, referente per il ministero sul teatro Galli. Prende forma il progetto di “restauro e di restituzione integrale” e il ministero per i beni culturali
nel 2003 incarica proprio Cervellati, che in occasione del concorso indetto dall’amministrazione comunale (anni ’80) aveva presentato il progetto di ricostruzione filologica. Il suo punto di vista sulla operazione “circo felliniano” in faccia al castello e a ridosso del Galli è quindi molto importante.

Architetto, il sindaco Gnassi ha detto però che il fossato non esiste…
Dalle mappe e dai documenti esiste eccome, è stato colmato, ma esiste. E in ogni caso ci si trova di fronte a un monumento. Supponiamo che il fossato non esista, cosa tutta da dimostrare, o che non fosse possibile recuperarlo anche solo in parte, ma il punto è un altro: non è che in quel luogo si potesse fare qualunque cosa. Assolutamente no.

Come è stato possibile che la Soprintendenza e il ministero della Cultura abbiano autorizzato e finanziato questo scempio?
E’ una domanda che si pongono tutti…

E lei che risposta ipotizza?
Non lo so, non conosco i rapporti intercorsi fra amministrazione e Soprintendenza, gli atti, ma … anche liberandoci per un attimo da tutti gli elementi che potrebbero dar luogo a una denuncia di manomissione di quel sito, la vasca d’acqua a mio parere è qualcosa di totalmente inappropriato, è un elemento storpiante l’architettura che la circonda. Questa specie di vasca quadrata stravolge completamente la visione che si aveva e che, anche se abbruttita, era sempre meglio della visione che si ha attualmente.

La difesa del sindaco e di quanti apprezzano il progetto è questa: ma prima c’erano un parcheggio e un mercato…
Beh, e non si sono chiesti cosa c’era prima del parcheggio e del mercato? Il parcheggio e il mercato sono cose del secolo scorso, quello che c’era prima è arrivato a noi dal periodo medievale e rinascimentale, il momento più glorioso per l’arte e l’architettura riminese. Sono questa storia e questa immagine di città che l’intervento di cui stiamo parlando ha reso irrecuperabile, fra l’altro per realizzarvi un progetto che avrebbe benissimo potuto essere attuato in qualsiasi parte della periferia di Rimini, ma anche in qualsiasi altra città.

Quindi lei non “salva” nulla del progetto che ha investito la piazza e il castello…
No, fa perdere carattere, anonimizza il luogo, lo rende assolutamente banale, direi meglio: lo banalizza e lo brutalizza. E’ osceno. Rende periferica la parte più centrale di Rimini. La snatura, temo irreparabilmente …
Circa il fossato, invece, mi fido più del prof. Rimondini che del sindaco. Il primo è tutt’altro che una persona inesperta, è noto ed è riconosciuto come storico e come ricercatore ed è un eccellente conoscitore della storia di Rimini, è una persona di prim’ordine e, ripeto, mi fido più del suo sapere che non di quello storico, architettonico e urbanistico del sindaco.

C’è chi ha detto che prima di realizzare uno snaturamento del genere sarebbe stato quanto meno necessario un referendum, un confronto reale nella città e nelle sue istituzioni, in consiglio comunale, cosa che non è mai avvenuta e si è proceduto solo con delibere di giunta.
Questo comportamento fa parte ormai della politica presuntuosa e ignorante, che ignora la partecipazione dei cittadini. Ci troviamo in una fase di assoluta mancanza di senso civico da parte delle amministrazioni comunali. Intendo dal punto di vista sostanziale, perché invece i proclami “civici” non mancano. Quello che è accaduto a Rimini non è purtroppo un caso isolato: si sta compiendo in altre città, anche emiliane, una specie di odio della memoria che porta a cancellare irrimediabilmente determinati luoghi.
E’ triste e disarmante vedere quello che hanno realizzato in piazza Malatesta, non si trovano aggettivi sufficienti per definirlo…

E a suo parere non sarà possibile tornare indietro, cioè liberare piazza Malatesta da quel mostro di vasca e da tutto il cemento che è stato versato sopra secoli di storia?
Ritengo sarà impossibile tornare indietro, come dice lei. Ci sono voluti quasi 50 anni per ripristinare il teatro del Poletti, figuriamoci per togliere di mezzo questa vasca d’acqua e tutto il cemento. Guardi, è stata proprio un’idea balzana, i cittadini dovrebbero protestare moltissimo … Invece di rendere la città molto più funzionale, gli amministratori in carica hanno sprecato i soldi dei cittadini. Quello fatto è un intervento milionario che non è pensabile disfare perché costerebbe una cifra analoga a quella impiegata per realizzarlo. Non ci saranno mai più i mezzi economici… In un arco di tempo molto lungo, per tutto questo secolo e forse per parte del prossimo, non è pensabile che si possa mettere mano a piazza Malatesta.

E chi decidesse di farlo potrebbe anche incappare nelle maglie della Corte dei conti…
Il fatto che si vada incontro a dei provvedimenti della Corte dei conti e che questa possa decidere di far pagare agli amministratori comunali gli errori e gli orrori compiuti, a me non dispiacerebbe… E tanto per cominciare la Corte dei conti dovrebbe soppesare questa spesa assurda, inutile e sbagliata, perché peggiora l’ambiente storico urbano. E’ da non credere quanto sia assurda… Quando me ne hanno parlato per la prima volta pensavo stessero esagerando, ma ho dovuto convincermi che non stavano affatto esagerando.

Sgarbi ha valorizzato questo intervento, proprio lui che in passato aveva criticato la sistemazione davanti al castello parlando di “vasca per pesci rossi”, adesso invece sostiene che il castello è un monumento ma farlo dialogare con l’arte di Fellini non è una cattiva scelta.
Questa volta Sgarbi contraddice clamorosamente se stesso. Le ragioni per le quali cada in questa contraddizione non le conosco, posso al massimo tenere per me qualche cattivo pensiero. Si è scagliato ultimamente contro l’intervento, ben diverso e ben più qualificato, all’interno del palazzo dei Diamanti (qui). Giustamente si è scagliato contro, così come si è costantemente battuto contro operazioni come quella che è stata imposta a Rimini, dunque si comprende ancora meno il suo atteggiamento.

COMMENTI

DISQUS: 0