Grandi manovre diocesane per portare il voto dei cattolici nell’ovile del Pd

Grandi manovre diocesane per portare il voto dei cattolici nell’ovile del Pd

Lo spartito è sempre il solito, sostegno al centrosinistra. Ma stavolta l'infornata di nomi espressione del mondo curiale nella lista del partito democratico è sostanziosa. Sarà perché inseguono l'odore delle pecore?

Non è una novità che l’orientamento espresso dalla diocesi di Rimini alle elezioni comunali si indirizzi ormai da molti anni in favore del centrosinistra. Di chi cioè comanda da sempre. E infatti fino ad oggi non è che sia andata male alla diocesi su partite come quella del Seminario di Covignano, giusto per dirne una.
Forse i pastori della chiesa locale annusano l’odore delle pecore nell’ovile del Pd, sentendosi così in linea con l’indicazione che Papa Francesco lanciò ai sacerdoti in quella famosa omelia (correva l’anno 2013) del giovedì santo: «questo io vi chiedo: siate pastori con “l’odore delle pecore”, che si senta quello». Probabilmente loro lo sentono. E infatti mons. Lambiasi ha addirittura sottoscritto col sindaco di Rimini la “carta Marvelli”, sì proprio Alberto Marvelli, che nel suo Diario annotava: «Il mare, come vita di spiaggia, è la negazione del bene, il peccato, la indifferenza, lo sfrenato appagamento delle passioni, il dimenticatoio di ogni sano principio. Ma perché al mare deve essere tutto permesso, perché giovani cattolici debbono dimenticare non solo il distintivo ma la testa nella propria città d’origine? Signore, perdona tanti peccati che si commettono, Vergine Santissima, proteggi tanta gioventù abbandonata a se stessa, difendila dagli attacchi di satana e fa che ritrovi se stessa». E com’è noto Andrea Gnassi è un marvelliano convinto.
Questa volta però il tema si fa più interessante che in passato. C’è chi giura che la discesa in campo di Gloria Lisi nel 2011 venne benedetta nientemeno che dal vescovo, e così di punto in bianco colei che fino a qualche giorno prima della nomina a vicesindaco (17.6.2011) – con deleghe al welfare e protezione sociale, politiche di integrazione, politiche socio sanitarie – era stata presidente dell’Associazione Madonna della Carità (carica per dalla quale presentò la lettera di dimissioni il 16.6.2011, ratificate il giorno 20.6.2011), si ritrovò a fianco di Andrea Gnassi per dieci anni, prima di venire scomunicata dal sindaco, il 19 luglio scorso, per non essersi adeguata al diktat del Pd che ha imposto l’accoppiata Jamil Sadegholvaad-Chiara Bellini, e optato per una corsa in solitaria.
Ma stavolta la diocesi pare abbia deciso di non confermare l’appoggio a Gloria Lisi.
La domanda delle cento pistole è questa: perché ritiene non più affidabile l’ex vicesindaca o perché Gloria Lisi ha lasciato il rassicurante ovile del Pd? Più in generale, alla diocesi interessano i cattolici e la loro capacità di portare in politica la dottrina sociale della chiesa, oppure interessa di più che non si mettano contro il Pd? Risposta non c’è o forse chi lo sa, caduta nel vento sarà.
Però la recente presentazione delle liste elettorali qualche indicazione la fornisce e sembra che stavolta il prediletto di via IV Novembre sia Jamil. Prendiamo la lista del Pd a sostegno del candidato sindaco erede di Gnassi. Sembra che i cattolici “curiali” si siano mossi con una regia ben precisa e con una finalità altrettanto palese: portare acqua al mulino del Pd.
Il primo nome che non passa inosservato è quello di Elisa Marchioni, spuntata dalla scuderia della corazzata informativa diocesana e nel 2008 diventata deputata del Pd, per eclissarsi in seguito dalla scena pubblica, se non per qualche incarico di rimbalzo (ad esempio nella Fondazione Carim su nomina del Comune di Rimini). Ma quando il dovere chiama Elisa risponde.
Il secondo è quello di Giuliano Zamagni: avvocato, è vicepresidente dell’Azione cattolica diocesana col ruolo di responsabile del settore adulti, oltre che nel direttivo del Forum territoriale delle Associazioni Familiari di Rimini.
Segue Giorgio Tonelli (fratello del direttore del settimanale diocesano Il Ponte, don Giovanni), giornalista alla Rai di Bologna, nominato dal sindaco coordinatore del progetto “Rimini capitale italiana della cultura” proprio qualche settimana prima della ufficializzazinoe della candidatura nel Pd e così oggi sul suo santino elettorale può fregiarsi del titolo di “coordinatore del comitato per Rimini capitale della cultura 2025”. Il suo feeling col Pd è ormai un punto fermo. E’ stato candidato col partito democratico anche in occasione delle ultime elezioni regionali nella circoscrizione di Bologna, dove per la verità non ha fatto faville: 1.294 voti. Il picco l’ha raggiunto a Bologna con 480 preferenze. Di più, è stato assessore nella giunta Pd di Castenaso (dove, sempre alle ultime regionali, ha raccolto ben 389 consensi) per due legislature.
Una annotazione finale. Sulla scena nazionale è nata una nuova formazione centrista, laica e di ispirazione cattolica, si chiama “Politica Insieme”, ed ha nel riminese Stefano Zamagni uno dei suoi principali fondatori e sicuramente il primo teorico. Il soggetto politico com’è noto predica autonomia dalla destra e dalla sinistra («Chi si definisce di centro ha dovuto accoppiarsi o con la destra o con la sinistra, ma questa è una stortura nei confronti di chi ha a cuore il principio democratico. Democrazia vuol dire dare la possibilità di concreta di scelta. La democrazia liberale non può fare a meno della forza politica di centro autonoma, che vuol dire che ha una sua linea che non viene negoziata con altri partiti o di destra o di sinistra, prima delle competizioni elettorali», così Zamagni). Come mai nessuno ha sentito il bisogno di far radicare a Rimini una gemma del neonato partito? Ah, saperlo!

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