Il protetto e la reproba

Il protetto e la reproba

Il sindaco ha firmato la revoca delle deleghe a Gloria Lisi.

Andrea Gnassi le contesta il venir meno del rapporto fiduciario e vuole «evitare l’insorgere di dannose situazioni di conflittualità, suscettibili di ostacolare il buon andamento dell’azione amministrativa». Di fatto la cacciata è conseguenza della decisione della vicesindaca di non adeguarsi al diktat del Pd che ha imposto l'accoppiata Jamil Sadegholvaad-Chiara Bellini.

E’ stato velocissimo Andrea Gnassi a mettere fuori dalla porta (della giunta) il suo vicesindaco. Reca la data di oggi il provvedimento del sindaco che revoca le deleghe di assessore (in materia sociale, sanità, organizzazione e personale, politiche di genere e della casa, politiche per la pace e la cooperazione internazionale) e vicesindaco a Gloria Lisi. La premessa è che «l’atto di nomina è fondato sul potere discrezionale del Sindaco di scegliere gli assessori a suo insindacabile giudizio e sulla base dell’intuitus personae e che l’assenza di criteri normativamente predeterminati per la scelta dei componenti della Giunta ne conferma il carattere pienamente fiduciario». Qual è stata la colpa imperdonabile che ha fatto venir meno la fiducia del sindaco nei confronti di uno dei suoi più fedeli compagni di viaggio?
«…negli ultimi giorni la Vicesindaco dott.ssa Gloria Lisi ha manifestato pubblicamente l’intenzione di presentare la propria candidatura a Sindaco di Rimini in uno schieramento politico diverso da quello di cui è espressione l’attuale Giunta comunale, così provocando una frattura insanabile all’interno della Giunta stessa». E dunque «il venir meno del rapporto politico-fiduciario, che sempre deve intercorrere tra Sindaco, Vicesindaco e componenti la Giunta da lui nominati, nonché con i consiglieri comunali della maggioranza che lo sostengono, è manifestamente inconciliabile e incompatibile con la permanenza della Vicesindaco Lisi nell’attuale Giunta Comunale, anche nell’ottica di garantire la continuità amministrativa e l’unità di intenti fin qui perseguita dagli organi di governo». La Lisi ha criticato il Pd e non la giunta e ha detto subito chiaramente che il suo campo politico sarebbe rimasto lo stesso, ovvero il centrosinistra. Non ha avanzato j’accuse di sorta alla giunta, al sindaco (anzi lodato in tutti i modi) e alla maggioranza. E dunque?
Il sindaco si sarebbe aspettato le dimissioni di Gloria Lisi, che invece non sono arrivate, e le attribuisce anche il fatto di non avere fornito «alcuna preventiva comunicazione al Sindaco, ai colleghi della Giunta, alla coalizione ed alla maggioranza delle forze politiche che sostengono l’attuale Amministrazione». Ma Jamil Sadegholvaad aveva compiuto il giro preventivo delle sette chiese per comunicare ufficialmente la sua iniziale candidatura a sindaco?
Gnassi però stavolta è ferreo: «è venuta a determinarsi un’insanabile divergenza sulla visione politico amministrativa, che recide il rapporto fin qui intercorso tra sindaco nominante e Vicesindaco nominata, Assessori della Giunta e Consiglieri comunali della maggioranza».
Viene di fatto cacciata, Gloria Lisi, non per la sua mancata aderenza alle linee programmatiche e all’incarico ricevuto dal sindaco al momento della nomina, nei confronti dei quali non risulta alcun cartellino rosso, né per valutazioni «sulle qualità personali e professionali della Vicesindaco revocata, ben note e confermate, né esso presenta natura sanzionatoria», ma per quello che potrebbe accadere. Il sindaco con la revoca delle deleghe «tende unicamente ad evitare l’insorgere di dannose situazioni di conflittualità, suscettibili di ostacolare il buon andamento dell’azione amministrativa e l’attività collegiale della Giunta del Consiglio comunale e persegue il preciso fine di portare a conclusione i programmi e gli obiettivi finali del programma politico, a beneficio della cittadinanza e in funzione del buon andamento dell’Ente».
Il suo allontanamento appare molto più comprensibile come “punizione” per lo sgarbo di avere prima sostenuto e poi contestato (a seguito del patto romano che ha designato Sadegholvaad candidato sindaco e Chiara Bellini vice) il protetto del sindaco, la cui prima discesa in campo è stata comunque una fuga in avanti solitaria e individuale, senza la “benedizione” del partito. Ma secondo Gnassi una rappresentante della società civile, che non deve rendere conto al partito, pare sia comunque tenuta ad obbedire al Pd e a mangiare quella minestra.
Gnassi col suo gesto rischia però così di scontentare quei mondi dell’associazionismo cattolico che vedevano in Gloria Lisi un riferimento istituzionale a palazzo Garampi e che ora sono rimasti orfani.
Particolare non da poco, per il momento il sindaco non ha provveduto a riassegnare le deleghe revocate, decidendo di «rinviare a successivo, apposito provvedimento la ridefinizione della composizione della Giunta comunale e l’assegnazione delle deleghe di funzioni precedentemente attribuite alla dott.ssa Gloria Lisi, ivi compresa la nomina del Vicesindaco». Bisogna vedere a chi andranno.

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