Porta Galliana: di rinvio in rinvio il cantiere non vede la fine

Porta Galliana: di rinvio in rinvio il cantiere non vede la fine

«Siamo in estate in una città votata al turismo, e che si presenta con una situazione tutt’altro che consona alla sua presunta vocazione». Lettera.

Alla frenetica enfasi inaugurale che caratterizza l’ormai, finalmente, spirato mandato sindacale, nuoce anche l’ultimazione dei tanti cantieri di cui fu dichiarata l’improbabile ultimazione. Siamo in estate in una città votata al turismo, e che si presenta con una situazione tutt’altro che consona alla sua presunta vocazione.
Tra lungomari, poco lunghi in verità, rifatti, ed … in alto mare, piazze roventi e incompiute, non fa eccezione il cantiere di Porta Galliana. Il sito, snaturato nella sua originale funzione così come agghindato, è stato pensato come l’ingresso di coloro che provenendo dal mare, accedono al fantastico mondo felliniano. Una visione di carattere onirico, se conseguente ad un’abbondante cena serale.
La già prevista ultimazione dei lavori, seconda peraltro cassando la precedente di un anno precedente, in calce nel cartello dei lavori era prevista per il marzo del 2021. Palesemente inottemperata, nell’aprile scorso, il giorno 13 precisamente, e a tempi scaduti quindi, l’amministrazione cittadina con una nota si premurava di dare giustificazioni per quell’importante ritardo. Nella stessa si affermava, pertanto, che il nuovo completamento delle opere sarebbe avvenuto per la metà di giugno.

Oggi tale data è già stata nuovamente superata e non onorata, nonostante la mancanza dei motivi precedentemente addotti per giustificare quel lasso di tempo da marzo ad oggi. Forse ciò è avvenuto per la scoperta del “Tesoro di Tutankamon” che aleggia in città, qualora si voglia assumere quale elemento importante, per denigrare le varie notevoli scoperte archeologiche frettolosamente sepolte e relegate all’oblio. Ma nessuna velina però è pervenuta in proposito (!).
Il cartello dei lavori, carta d’identità del cantiere, non è più visibile e rimosso dalla sua primigenia collocazione, e lo stato degli stessi non sembra affatto compatibile con queste tempistiche ma men che meno con altre a breve periodo. Ma per fortuna che il periodo di metà giugno ricorre ciclicamente ogni anno, e questa può essere la solita scappatoia garampiana.
Non occorre possedere lauree e/o diplomi di natura tecnica costruttiva, per capire che non solo siamo ben lungi dall’ultimazione di questi lavori per la spirata “metà giugno”; non vogliamo essere fiscali contando ore e minuti, ma non se ne intravvede neppure la meta per la fine del predetto mese ed oltre.

Superficialità o smania inaugurale quindi, entrambi deleteri fenomeni non consoni alla gestione di opere pubbliche, ma tipiche e peculiari della riminesità delle stesse, caratteristiche di questo decennio sia per la loro scadente qualità, che per gli ossessivi proclami atti a convincere che questo è il governo “del fare”. E ciò accade in una zona di forte impatto viario, creato ad opera di fini esperti in materia, a cui il cantiere crea non poche difficoltà.
Sarebbe stato almeno auspicabile che i politici interagissero con i tecnici, e con la realtà della vita soprattutto, per non scadere in questi banali teatrini.
Ma, forse, la fantastica narrazione di certe mirabolanti imprese, e dei relativi fantasiosi dettagli, serve solo ed esclusivamente a convincere ed appagare coloro che le pensano. Confidando poi che il popolo distratto da altri affanni, abbia memoria breve.

Salvatore de Vita

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