Sgr chiede di ampliare la sede di via Chiabrera e si aprono molti interrogativi

Sgr chiede di ampliare la sede di via Chiabrera e si aprono molti interrogativi

In un quartiere densamente urbanizzato, dove i residenti attendono da anni un parco pubblico, la Società gas ha in mente di espandersi: più uffici, nuova sala convegni e allargamento del ristorante. E' cominciato il confronto nelle sedi istituzionali e non mancano i dubbi. Soprattutto su come vada interpretato il Psc per quell'area, visto che palazzo Garampi non ha adottato il Poc.

L’attuale sede di via Chiabrera si sviluppa su una superficie di poco più di 11mila mq. Altrettanti, ed anzi 11.700 mq, Sgr vorrebbe occuparne con un nuovo progetto che si estende su un’area attigua, attualmente libera, una delle poche inedificate in quel quartiere e in parte punteggiata da orti. In sostanza, circa 23mila mq trattati come un comparto attuativo unitario. Siamo in presenza di un altro intervento importante sul quale si va a decidere al termine dei dieci anni della giunta Gnassi.
Il Psc attribuisce alla nuova area un diritto edificatorio compreso fra 0,15 e 0,20 mq/mq e Sgr è intenzionata a sfruttarlo tutto arrivando ad una superficie coperta, distribuita tra il perimetro della sede attuale e quella individuata per l’espansione, di circa 3.500 mq. Un po’ superiore alla potenzialità edificatoria consentita dagli strumenti urbanistici vigenti perché conta sul “premio” (incentivi di carattere edilizio) per un progetto tarato su ecosostenibilità e biocompatibilità.
Ad ampliarsi sarebbero la sala convegni (da 350 posti), il ristorante, uffici e direzionale, e farebbe la sua comparsa anche un giardino privato che potrà essere aperto al pubblico.
Il progetto è articolato. Sull’esistente pianifica di demolire le due datate palazzine esistenti sul lato di via Chiabrera, recuperando il diritto edificatorio per l’ampliamento della sede. Nel nuovo insediamento sorgerebbe un edificio polifunzionale che si sviluppa in altezza e addirittura troverebbe posto un’area per l’edilizia residenziale sociale, ceduta a standard ma esclusivamente pensata a favore dei dipendenti di Sgr. E poi giardino botanico e spazio verde che par di capire vengano proposti come aperti al pubblico solo in determinati orari e per un determinato tipo di pubblico (scuole-attività didattica).
Tutto bene? Anche no e per diversi motivi.
L’area sulla quale Sgr ipotizza di espandersi è intensamente urbanizzata ma carente di standard pubblici e dotazioni territoriali. Nel Prg pare fosse previsto un parco e i residenti del posto aspettavano da una vita proprio un servizio pubblico di quel tipo. Non solo. L’amministrazione comunale che ha fatto della battaglia contro il cemento e lo sviluppo quantitativo il proprio vessillo, non ha mai adottato il Poc (piano operativo comunale) che avrebbe dovuto dare esecuzione concreta al Piano strutturale, il quale indica principi e scelte strategiche per lo sviluppo del territorio ma non è uno strumento prescrittivo. Una carenza di non poco conto, anche se non mancano gli strumenti per ovviare, ma sta di fatto che le dotazioni sono uccel di bosco perché il Poc non c’è.
Connesso a ciò c’è tutto il tema delle dotazioni da cedere e sul punto pare che i tecnici comunali si stiano interrogando. E poi: è un progetto che va trattato come variante al Psc oppure no? Anche su questo non mancano i dubbi e la risposta non è questione di lana caprina in quanto in caso di variante scatterebbe il contributo straordinario anziché la monetizzazione delle dotazioni “in difetto”. Pare di capire che il quadro delle norme che definisce le “tavole della legge” urbanistica a Rimini presenti qualche problemino, se è vero che si sta ponendo la questione di interpretarle. A quanto pare i tecnici comunali che stanno studiando il progetto di Sgr non si sentono sicurissimi ad interpretare e avrebbero chiesto due passaggi: uno alla maggioranza che sostiene la giunta Gnassi e uno al consiglio comunale. Lo prevede la legge che debbano esprimersi gli organi consiliari del Comune, ma in questo caso l’esigenza è anche quella di ottenere una “interpretazione autentica” del Psc orfano del Poc e una linea di indirizzo “politico” per poter “pesare” il progetto Sgr.
Da quanto trapela, nella prima seduta della conferenza di servizi preliminare, svoltasi il 20 maggio, da alcuni rappresentanti degli enti pubblici sarebbero arrivate verbalmente e per iscritto diverse sottolineature problematiche (a partire dalle dotazioni territoriali), alle quali il progettista incaricato da Sgr (l’architetto Filippo Boschi, che dal 2011 è anche consulente del piano strategico di Rimini) ha cercato di fornire risposte. C’è anche chi per ora ha sospeso il giudizio rimanendo in attesa di un progetto maggiormente dettagliato. E in quella sede sarebbe emersa in tutta la sua concretezza anche la questione delle “falle” negli strumenti di programmazione urbanistica. Tanto da rendersi necessaria una interpretazione autentica del Psc. E non per modo di dire. Sembra che alla conferenza di servizi siano state pronunciate espressioni di questo genere: «il soggetto attuatore ha cercato di interpretare e di tradurre in una proposta progettuale quanto indicato dall’avverbio “orientativamente” nel Psc».
Sempre da quanto trapela, la seconda convocazione della conferenza di servizi pare sia saltata, spostata agli inizi di luglio, in attesa che da palazzo Garampi forniscano l’interpretazione autentica del suddetto orientamento e si esprimano nel merito.

Lo stato di fatto dell’area, col grande parcheggio comunale comunicante con la sede di Sgr, mentre l’area verde che si vede nella mappa è quella interessata all’ampliamento.

Il progetto di ampliamento contempla anche una settantina di posti auto in più. Attualmente il parcheggio comunale Chiabrera funziona in questo modo: i posti auto complessivi sono 320 di cui 290 riservati per il periodo estivo alla Associazione albergatori di Rimini (a fronte del pagamento di 210 euro per ogni posto riservato) e 30 gestiti direttamente dal Comune. Quindi risulta del tutto gratuito nel periodo invernale e a pagamento, anche nei giorni festivi, dall’ultimo sabato di maggio alla seconda domenica di settembre (tariffa di 1,20/ora e 5.00 euro giornaliero). Di fatto la grande capienza di stalli è assicurata alla sede di Sgr dal parcheggio pubblico che assolve alle esigenze dei flussi congressuali attratti in via Chiabrera così come dei diversi uffici della società gas e di Hera, cioè un pubblico notevole. Sempre attualmente, la sede di Sgr è collegata al parcheggio comunale con una apertura nel perimetro di via Chiabrera 34 che consente, appunto, di entrare e uscire dalla grande area di sosta per le auto. Abbiamo chiesto lumi su questo “canale di comunicazione diretto” fra ambito privato e ambito pubblico ma per ora senza ottenere risposta da nessuno.

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