Il sindaco delle feste di Rimini incontra i 400 firmatari anti-chiusura dell’ufficio postale di Marina Centro. Ma l’azienda lo aveva informato per lettera il 27 settembre 2019, cioè più di cento giorni fa: come mai si sveglia solo adesso? Non sarà per via dell’odore delle urne?
Riminesiduepuntozero, buongiorno. «Giù le mani da via Mantegazza», «il sindaco si schiera con residenti e commercianti di Marina Centro che hanno già raccolto centinaia di firme contro la chiusura dell’ufficio postale a due passi da viale Vespucci, zona Grand Hotel»: ce ne informa stamattina l’organo di stampa di Piazza Cavour a Rimini, Il Resto del Carlino, confidando ai lettori l’enorme tristezza che avviluppa l’animo di Andrea Gnassi, oggi «a fianco dei cittadini», «delle persone più anziane che – meno avvezze alle possibilità online – del rapporto con lo sportello hanno necessità per le proprie esigenze quotidiane». Eh sì, c’è del marcio in via Mantegazza, sembra dire il dolente Amleto-Andrea, combattuto tra il «rispetto dell’autonomia aziendale» e la «funzione sociale nei confronti della collettività». Ma l’uomo in fascia tricolore, com’è noto, non è uno da stare con le mani in mano, bensì di immediata reattività: ed eccolo informarci «di aver già dato mandato alla propria segreteria di definire in tempi rapidissimi l’incontro con una delegazione dei promotori della raccolta firme contro il provvedimento delle Poste». Capirai, quattrocento firme cioè circa un migliaio di potenziali elettori, quale politico si permetterebbe il lusso di lasciarli abbandonati a se stessi? Intendiamoci, l’uomo d’azione è, sì, vicino al popolo cioè populista, ma esercita anche il suo potere di moral suasion, come usa dire. Ed eccolo annunciare «di aver chiesto un incontro sulla questione alla Direzione delle Poste».
Bene, è qui che casca l’asino (con tutto il rispetto per l’umile quadrupede). Perché basta smanettare sul motore di ricerca dieci secondi, per scoprire che il sindaco sapeva già tutto da mesi, e per mesi non ha fatto assolutamente nulla, stando all’evidenza delle cronache.
Ce lo dicono i sindacati – sì, i benedetti sindacati, che con tutti i difetti che possono avere restano importanti corpi intermedi della nostra società, presidio di cittadinanza: «Il 27 settembre l’azienda ha informato della chiusura le Organizzazioni Sindacali con motivazioni general generiche. Come SLC CGIL abbiamo rappresentato alla Filiale di Rimini (Direzione Provinciale) tutto il nostro disappunto per una scelta che ci sembra totalmente inopportuna»; e ancora: «un’altra lettera dello stesso tenore è stata indirizzata anche al Sindaco di Rimini, dal quale, anche in quanto Presidente dell’ANCI dell’Emilia Romagna, ci aspettiamo un riscontro». [fonte]
Quanti giorni passano dal 27 settembre 2019 al 9 gennaio 2020, giorno del risveglio gnassiano? Secondo i nostri calcoli sono centocinque (105) giorni. Un bel sonnellino anche per il più nottambulo dei sindaci-dj.
Post scritto: l’Andrea Gnassi postino è il medesimo sindaco di Rimini che oggi dà dell’«abusivo» a Matteo Salvini, «che qui non abita e non lavora» ma avrebbe stabilito «una residenza fittizia in Emilia Romagna». Che cosa ne penseranno il 34,21% degli elettori riminesi, cioè più di uno su tre, che hanno votato Lega alle Europee? In campagna elettorale, forse sarebbe stato meglio per Gnassi che continuasse a fare l’«inclusivo» per finta.
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