Precompilato Imu e Tasi, il sogno della riduzione delle tasse sulla casa

La soluzione individuata nello schema del Decreto Legislativo n. 99 (approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri in data 20.06.2014) per l

La soluzione individuata nello schema del Decreto Legislativo n. 99 (approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri in data 20.06.2014) per la realizzazione della cosiddetta “dichiarazione dei redditi precompilata” può rappresentare l’idea vincente anche per l’ennesima riforma dei tributi locali.
precompilato-imu-tasiRitengo infatti che l’ipotesi di estendere il precompilato al modello F24 utilizzabile per il pagamento dei tributi locali (IMU, TASI o quello che sarà), oltre ad essere una prima semplificazione della normativa fiscale costituisce, innegabilmente, anche l’occasione per sperimentare una necessaria riduzione della pressione fiscale sul mattone e sulla casa.
L’affermazione può sembrare eccentrica considerato il fatto che, in genere, il precompilato è visto come una forma di semplificazione degli adempimenti del contribuente. In realtà, in questo caso, a trarne i maggiori vantaggi è proprio la Pubblica Amministrazione e quindi, è auspicabile, che siano proprio i Comuni ad utilizzare la leva del precompilato per contenere e ridurre il peso delle tasse.
In tempi di “spending review“, il precompilato dell’IMU (o quella futura imposta che sarà), rappresenta la prima forma di contenimento delle spese per l’area economica e finanziaria della Pubblica Amministrazione locale e, questo, deve necessariamente trasformarsi in una occasione da sfruttarsi per la riduzione della pressione fiscale sul mattone.
L’Ente Locale, con il precompilato, si viene a trovare di fronte almeno a tre indiscutibili vantaggi.
Il primo vantaggio è determinato dalla possibilità di indicare nel bilancio una previsione di entrata tributaria di importo maggiore e di maggiore certezza nei valori stimati.
Ciò è dovuto al fatto che, con la determinazione del precompilato, si vanno a calcolare le imposte per tutte le fattispecie censite al Catasto Fabbricati comprese quindi, le posizioni che oggi fanno capo ai cosiddetti evasori/elusori.
Il secondo vantaggio è conseguente alla trasformazione della complicata fase dell’accertamento nella più semplice fase di riscossione dei tributi, riferita ai soli moduli F24 non pagati volontariamente.
Da questa trasformazione deriva un importante risparmio di spesa visto che, in genere, i Comuni, per il recupero dell’evasione ed elusione sono costretti a sostenere elevati costi con una gestione diretta e/o attraverso l’appalto a società specializzate.
Il terzo vantaggio è individuabile nella riorganizzazione dell’uffici tributi che, per la gestione dell’ordinario e del precompilato, ha necessità di minori risorse.
Per completezza di ragionamento deve sicuramente ipotizzarsi che nella fase di prima applicazione del precompilato la probabilità di errori dovuti ad archivi non completi potrebbe determinare alcuni disagi sia ai contribuenti e sia agli Uffici dell’Ente.
Tuttavia tali disagi andranno ad azzerarsi con la bonifica delle informazioni errate e con la messa a regime del processo di determinazione del precompilato.
Siamo quindi di fronte ad un concetto di “determinazione del tributo con il precompilato” diverso da quello che alcuni Uffici hanno provato ad attuare negli anni passati (Rimini è stata una di quelle città che si è cimentata in questa avventura verso la fine degli anni 90).
La disponibilità di archivi maggiormente completi ed affidabili, l’utilizzo di procedure ed applicazioni software appoggiate a database con elevate capacità prestazionali e la tecnologia internet rendono oggi possibile quello che alcuni anni addietro sembrava impossibile o comunque complicato ed in grado di generare più disagi che benefici.
Il risparmio economico che deriva dall’istituzione del precompilato deve rappresentare simbolicamente il tesoretto che permette agli Amministratori di determinare aliquote inferiori al livello attuale per conseguire quella auspicata riduzione della pressione fiscale che grava sulla casa e sul mercato del mattone in genere.

Fabio Lisi

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