«Presi in giro dal Comune»: quasi due anni di calvario per i residenti di via Ducale

«Presi in giro dal Comune»: quasi due anni di calvario per i residenti di via Ducale

Senza risposte: dopo tante promesse ora i telefoni degli amministratori squillano a vuoto. «Siamo costretti a stare con le finestre di casa chiuse». Assediati da circa 15 mila auto e moto al giorno tanto che l'asfalto rosso ha virato al grigio scuro. Anche i mezzi di soccorso si trovano in difficoltà. «Sacrificati a logiche elettorali». Intervista a Massimo Manduchi.

È martedì 20 luglio. Con il signor Massimo Manduchi ci sediamo in Piazzetta Ducale su una panchina all’ombra del secentesco palazzo Tonini e di un rinfrescante alberello. Vorrei sapere qualcosa di più sul comunicato stampa del “Comitato Residenti Rione Clodio via Ducale” di cui è membro. Il testo è stato inviato ai giornali per denunciare 21 mesi di caos e disagi causati da «inquinamento, rumore, pericolo per l’enorme traffico sotto casa di 12/15 mila mezzi al giorno in una strada tipo canyon, di impostazione medievale, stretta e che evidentemente non può sopportare una viabilità tipo circonvallazione che attraversa il centro storico». In estrema sintesi, si denuncia «l’ennesima presa in giro del Comune verso i residenti». Il menù del malcontento, dovuto alle lungaggini e ai voltafaccia della Premiata Ditta Gnassi & C. prevede polveri sottili, baccano e ingorghi. Bene. Anzi, molto male. Vediamo perché grazie alle delucidazioni del mio interlocutore.

«Nel mese di ottobre del 2019 con “Rimini cambia volto” si parlava di una situazione temporanea che si sarebbe sistemata intorno alla Pasqua successiva (aprile 2020). Il Comune ci aveva successivamente notificato l’attivazione del senso unico su via Circonvallazione Occidentale, cosa che avrebbe consentito un netto miglioramento della nostra qualità di vita. Ma ogni 3 o 4 mesi c’era un nuovo comunicato in cui si annunciava che “tra due mesi partiamo con il senso unico, viene modificata la viabilità”. Alla luce dei fatti, essendo i comunicati puntualmente pubblicati sul sito del Comune e inviato alle testate giornalistiche, abbiamo ritenuto che era loro intenzione procedere con i lavori, oggi possiamo dire che abbiamo sbagliato».

Pare non esserci mai pace in via Ducale. Ricordo i muri delle case coperti da lenzuoli e cartelli con scritte di protesta.
«Quando vedevamo che non si riusciva a dialogare, usavamo forme di protesta tipo quella oppure usavamo i comunicati stampa. Abbiamo sempre fatto del nostro meglio per porre all’attenzione pubblica il problema, ma sempre in modo civile, senza esagerare, pensando e sperando di avere un interlocutore che in cambio mantenesse la parola. Giunti a questo punto ci siamo sentiti presi in giro in maniera veramente pesante perché il 14 maggio scorso c’è stato un incontro che ha avuto tutti i crismi dell’ufficialità: l’assessore Jamil Sadegholvaad (sicurezza e legalità, igiene pubblica, lavori pubblici, attività economiche; ndr), l’Assessore Roberta Frisoni (assessorato alla mobilità, programmazione e gestione del territorio, demanio; ndr), l’ingegner Alberto Dellavalle (Dirigente settore infrastrutture, mobilità e qualità ambientale; ndr) e il dirigente del settore Mobilità Carlo Michelacci. Vengono presentate le “slide” con planimetrie, coperture finanziarie ecc., segue l’annuncio di partenza lavori tra il 20 e il 30 giugno. 1° giorno di luglio: la cittadinanza viene convocata presso il Museo della città per illustrare le modifiche alla viabilità. Giorno 6: prevista partenza del senso unico. Una piccola rotatoria, più o meno davanti alla ferramenta CITA, sarebbe stata realizzata a distanza di qualche mese causa un esproprio ancora da effettuare. Sembravamo essere finalmente arrivati al dunque. Eravamo abbastanza soddisfatti. Il senso unico, prevedendo una ZTL (zona a traffico limitato; ndr) di otto ore (8:30-12:30 /16-20) con varco a mare della rotatoria, avrebbe consentito a chi fosse arrivato fino là senza permesso per entrare, di girare intorno al rondò e tornare indietro. Tutto questo, sempre sotto gli occhi vigili della telecamera. Sembrava fossimo a cavallo. Ma ancora non sapevamo che ci avrebbero segato le staffe. Il giorno 5 riceviamo un comunicato che recita: “Causa lavori a Porta Galliana l’avvio del senso unico è rimandato alla settimana dal 12 al 16 luglio».

Mentre parliamo sono le 16:30. Le scuole sono chiuse così come lo sono i negozi del centro storico, per il riposo settimanale. Presupposti, questi, di tranquillità. Ma nel volgere di un attimo ci ritroviamo davanti agli occhi una sequela di automezzi che lambiscono più o meno sinuosamente i muri delle abitazioni di via Ducale, non senza qualche pericolo per chi mettesse il naso fuori di casa. Sembra di vedere un enorme millepiedi di ferro. Le ondate di veicoli arrivano e si estinguono senza regola, se non quella di lasciare una maleodorante scia di gas di scarico e di rumori che rimbalzano nel “toboga – via Ducale”.

«Ha visto? In orario ZTL, se ci fosse già il senso unico, ora saremmo salvaguardati. Quando noi del comitato parliamo di 12/15.000 transiti al giorno, scooter compresi, ci riferiamo a ciò che ha appena visto di persona. Si è reso conto che non è una nostra esagerazione».

No e frequentando la zona, non l’ho nemmeno mai pensato.
«Torno alla tempistica. Quando veniamo a sapere del rinvio e chiediamo spiegazioni, l’assessore Frisoni ci risponde che è avvenuto un improvviso disguido, un mancato coordinamento tra i tecnici. Ma cominciava ad aleggiare la sensazione che c’era qualcosa che non tornava. Tant’è che nei giorni successivi le vere ragioni (di cui dirò) hanno cominciato a delinearsi. Spirata la settimana di differimento lavori, cominciamo a martellare di telefonate gli uffici di tutti coloro che in precedenza ci avevano rassicurato sull’avvio dei lavori».

Che risposte vi hanno dato?
«Nessuno ha avuto il buon gusto e la buona educazione di rispondere. A nessun tipo di approccio sia telefonico che tramite messaggi. Silenzio. Sono state fatte saltare tutte le possibili vie di comunicazione. È probabile che ci sia stata una decisione imposta dall’alto. Qualcuno di loro le avrà anche dovute subire…».

Quindi, quale futuro sviluppo prevede? Palazzo Garampi dovrà pur far qualcosa.
«A tutt’oggi non sappiamo né quando né se il progetto partirà. Ci troviamo difronte a un comportamento inqualificabile. Dopo 21 mesi di limbo dovuto alla “temporaneità”, di motivi addotti per giustificare i rinvii ne abbiamo ascoltati molti. Alcuni creativi. Ciononostante non abbiamo mai esagerato con le proteste. Ma ora ci ritroviamo in questa situazione. Definirla grottesca è poco».

A cosa imputa un dietrofront così repentino?
«La ragione del cambio di rotta rispetto alle promesse, come descritta nel comunicato, risiede nel diverso peso elettorale dell’altra area coinvolta nella riorganizzazione della viabilità. Mi riferisco al quartiere Italo Flori che potrebbe avere ripercussioni di traffico a cui i residenti, per loro fortuna, non sono abituati. Quella zona, avendo una popolazione numericamente superiore a questa, ha un peso elettorale più cospicuo del nostro. E forse loro sono anche stati più abili di noi nel perorare i propri interessi. Comunque, guarda caso, presto ci saranno le votazioni per eleggere il nuovo sindaco».

Da quello che ha detto finora, non traspare una linea di pensiero omogenea e neppure grande pianificazione, oltre a scarsa considerazione del cittadino.
«Credo che ci sia anche una certa miopia di fondo. Durante il periodo di piena pandemìa, alcune scuole erano chiuse, molte persone lavoravano da casa, c’erano spostamenti limitati e coprifuoco notturno. Non era forse quello il periodo giusto per testare il senso unico? Ci sarebbero stati anche meno problemi per abituare i cittadini, poco alla volta, al cambiamento della viabilità. Sarebbe stato tutto più semplice e graduale. Quando fosse tornata la vita normale, saremmo già stati abituati ai cambiamenti. Ora invece siamo in piena estate e la situazione è ferma, inchiodata a mesi fa. Ma con molti problemi in più».

E di questa creatura che fatica a nascere, il sindaco “ostetrico” cosa dice?
«Non più tardi di un mese fa, alcuni di noi lo hanno incontrato per strada. Interrogato riguardo al problema, ha detto di stare tranquilli. Che via Ducale non può rimanere con un traffico del genere, che il senso unico si farà e la rotatoria pure. Ha confermato tutto di persona. Io stesso l’ho fermato e mi sono presentato. È stato anche gentile e rassicurante, nell’occasione. Però, a parte questi incontri casuali, poi è rimasta la nebbia».

E l’assessore Frisoni?
«All’inizio, con l’assessore Frisoni avevamo instaurato un rapporto sereno e leale. Le avevamo detto che avremmo atteso l’evoluzione del progetto, ma che nel contempo ci avrebbe fatto piacere esserne tenuti al corrente. C’era scambio di e-mail, ci chiamava al telefono. Eravamo fiduciosi che la situazione potesse andare a buon fine. Invece, anche lei che finora è stata sempre corretta e disponibile, non risponde più ai WhatsApp e nemmeno al telefono. Forse qualcuno ha preso decisioni alle quali non può o non sa opporsi…
Come si usa dire, con noi ci ha anche messo la faccia. Ma questi sono comportamenti sconcertanti».

Considerato che non la immagino in mezzo alla strada mentre picchia un mestolo su una pentola per attirare l’attenzione sul problema di via Ducale, avete in mente una qualche altra forma di protesta?
«Finché non ci daranno una risposta vera e definitiva, faremo sentire la nostra voce con altri comunicati stampa che manderemo ai giornali perché una cosa del genere è inaccettabile. E useremo anche gli strumenti dei “social network” di cui abbiamo buona padronanza. Per ora non intendiamo fare altro».

Alla luce delle tribolazioni patite, siete fin troppo pazienti e rispettosi.
«Consideri che siamo costretti a stare con le finestre di casa chiuse. Anche se qualcuno mal la sopporta, chi ha la camera da letto sul lato della strada, per riuscire a respirare e a dormire è stato obbligato a installare l’aria condizionata. Devo dire che anche la ZTL notturna non funziona troppo bene. A differenza del primo periodo, ora non è presidiata e molti, sapendolo, superano comunque la sbarra all’altezza di via Olivieri. Poi le faccio notare un particolare significativo. Questa strada è caratterizzata dall’asfalto rosso che connota le strade del centro storico, quindi quelle notoriamente di pregio e meno battute da auto e moto. Guardi il colore. È grigio scuro. Ci sarà un motivo. Il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile; ndr) del 2016 si fondava su un imperativo: “centro storico libero dal traffico”. Risibile. Pensi che quando deve passare un’ambulanza, con la strettoia e la fila che c’è, purtroppo è costretta a perdere molto tempo…».

Massimo Manduchi non riesce nemmeno a finire la frase che sentiamo una sirena in lontananza e io colgo l’occasione, cosa che avrei evitato volentieri, per riprenderla mentre passa faticosamente tra un’auto che in qualche modo riesce ad accostare e i pali del passaggio pedonale. E questo accade in un tratto abbastanza largo della carreggiata.
Ci salutiamo con l’accordo di risentirci quando ci saranno novità. Speriamo presto…

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