Quando le lanterne andavano a olio

Quando le lanterne andavano a olio

Si chiamavano «accenditori» e toccava a loro illuminare la città. Un mestiere un po' ingrato. Ma quando chiesero un riconoscimento economico aggiuntivo, il Comune non si tirò indietro.

Una rivendicazione di altri tempi. Era l’anno 1864 e gli accenditori dei lampioni, oggi mestiere che farebbe sorridere chiunque, in quei tempi erano addetti ad un servizio vitale e indispensabile per la comunità. Essi accendevano i lampioni la sera rischiarando le pubbliche vie, evitandosi così quei fenomeni tutt’altro piacevoli che potevano verificarsi col favore delle tenebre, e li spegnevano il mattino seguente con il chiarore del giorno.
Forse anche in quei tempi ciò non bastava comunque ad impedire atti spiacevoli, ma oggi sebbene l’illuminazione pubblica abbia raggiunto livelli ben superiori, atti notturni di degrado continuano a proliferare; specie nottetempo nel Centro Storico.
Ma torniamo ad allora. Si trattava dell’ultimo anno di alimentazione ad olio di lanterne, dato che il Comune di Rimini aveva già stipulato un contratto con la Compagnia Generale di Bruxelles, per sostituire di lì a breve quel tipo di combustibile con il gas.
Evidentemente i soggetti in questione svolgevano qualche mansione non compresa nel loro incarico, e così decisero di significarlo per ottenere un giusto riconoscimento, anche e soprattutto economico, a fronte del loro sforzo. Nessuno sciopero o atto chiassoso come – in molti casi – d’uso attuale, ma una lettera indirizzata al vigente sindaco Pietro Fagnani, dal tono riverente e ammiccante, protocollata presso il Comune di Rimini il 7 aprile 1864 al N°1117.

Illmo Signore
Gli accenditori della Illuminazione Notturna, fanno riverentemente istanza alla S.V. Illma, affinché voglia prendere in considerazione quanto espongono.
Che nelle sere di fosco di luna non corrono alcun obbligo i petenti, stante il loro Capitolato, di accendere i fanali, ad onta di ciò, mai si rifiutarono dal fare quanto veniva ad essi ordinato dal Signor Corsi. Ora impertanto gli Oratori fanno domanda alla lodata S.V. Illma per un aumento di soldo mensile in riflesso pur annuo del servizio suddetto finora prestato; nonché quello da farsi per l’avvenire.
I ricorrenti nutrono le più belle speranze, che la S.V. Illma non saprà negare la domanda anticipano nel frattanto i più devoti ringraziamenti augurandole ogni sorta di felicità.
Tanto sperano.

Alla quale seguì una risposta, che non sempre oggi il cittadino riceve qualora inoltri un interpello all’amministrazione comunale.

N°2134
Rimini 16 Giugno 1864
La Giunta ha deliberato d’accordare agli Accenditori la mensile gratificazione di £ 5:32 a ciascuno a datare dall’Aprile P.V. con patto debbano essere sempre a disposizione del Comune, sotto la dipendenza del Vegliante Corsi.
Detta gratificazione potrà essere in seguito unita all’altra per la mensile ripulitura.
Il Sindaco

La vicenda si concluse con il pieno riconoscimento dell’istanza degli accenditori, ma dato il riferimento all’ “aprile P.V.”, doveva riferirsi a quel mese dell’anno successivo; inoltre a patto che sottostessero a determinate condizioni; ma in realtà erano poi le stesse a cui erano soggetti già da prima.
Si aggiunga inoltre che l’epilogo era comunque sbilanciato, perché gli accenditori, già soggetti al maggiore impegno, dovevano continuare a profonderlo gratuitamente fino al momento dell’entrata in vigore dell’agognata gratifica mensile.
Per curiosità, oggi tale importo, dato l’aggiornamento, varrebbe circa 28 Euro.

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