Quando papa Benedetto disse: “Se non c’è battaglia non c’è Cristianesimo”

Quando papa Benedetto disse: “Se non c’è battaglia non c’è Cristianesimo”

Un anno dopo la rinuncia al pontificato, Joseph Ratzinger ricevette l'allora arcivescovo Luigi Negri accompagnato dal riminese Marco Ferrini. Furono toccati temi ancora oggi attuali: per questo ne riproponiamo la cronaca.

In ricordo di Benedetto XVI riproponiamo la cronaca, uscita sul quotidiano “La Voce di Romagna” del 10 febbraio 2014, di un incontro avuto dal papa emerito con mons. Luigi Negri, allora arcivescovo di Ferrara-Comacchio e con il riminese Marco Ferrini. Il legame fra Ratzinger e Negri era molto forte, come dimostrò la visita pastorale del Papa a San Marino – Montefeltro il 19 giugno 2011, quando appunto il presule milanese era vescovo di quella diocesi. Dopo un anno dalla sua rinuncia al pontificato, nell’incontro del 2014 furono toccati temi ancora oggi molto attuali.

“Abbiamo visto il papa emerito più scarno in volto, con gli occhi più affossati ma vivi, sempre più vivi”: ce lo confida al telefono Marco Ferrini, riminese, direttore generale della Fondazione Internazionale Giovanni Paolo II per il Magistero sociale della Chiesa, che mercoledì 5 febbraio alle 12,30 ha accompagnato mons. Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione stessa, ad incontrare Benedetto XVI. “Un incontro che mi ha veramente colpito – ci racconta Ferrini -, intensamente, fin nel profondo, per la profondità e per la dolcezza della sua persona, una testimonianza viva per tutti”.
“Ci ha ricevuti come Fondazione, nella sua abitazione in Vaticano, il convento Mater Ecclesiae. Siamo stati insieme per oltre quaranta minuti, in una cordialità assoluta. L’abbiamo trovato più anziano per i suoi 87 anni di età, ma molto vivo e molto presente, lucidissimo nel colloquio, come sempre in una posizione di totale e assoluta umiltà e benevolenza nei confronti degli interlocutori”.
“Come sempre”: infatti Marco Ferrini conosce bene Joseph Ratzinger per avere con lui una frequentazione ultradecennale, “da quando era Prefetto per la Congregazione per la Dottrina della fede”, incarico cui fu chiamato dal beato Giovanni Paolo II nel 1978.
Forte il legame fra Ratzinger e Negri, che il papa volle come suo rappresentante al sinodo sulla nuova evangelizzazione del 2012, per poi nominarlo in dicembre arcivescovo destinandolo alla sede di Ferrara-Comacchio. Resta negli annali la visita pastorale del Sommo Pontefice del 19 giugno 2011 quando Negri era vescovo di San Marino-Montefeltro, ed è proprio sul Titano che ha sede la Fondazione Giovanni Paolo II.
“Abbiamo trovato il Santo Padre in perfetta forma fisica e intellettuale – prosegue il racconto Ferrini -, cammina in maniera spedita senza l’aiuto del bastone. Si è dimostrato molto attento al lavoro che la nostra Fondazione da anni sta svolgendo, che lui conosceva già bene. Gli abbiamo detto che grazie al magistero di Giovanni Paolo II e al suo, abbiamo recuperato la continuità di fede e cultura con l’impegno sociale e politico. Nel senso che non c’è dualismo tra la fede e l’impegno sociale e umano. Poi con un po’ di preoccupazione perché c’è da qualche parte nella Chiesa un ritorno a un certo tipo di dualismo, quindi questo sembra far ritornare la Chiesa a una posizione di autoemarginazione. E’ stato allora che Benedetto XVI ha detto: «ogni dualismo è cristianamente negativo». Ci ha parlato delle difficoltà del contesto in cui la Chiesa agisce oggi, subendo l’attacco sempre più virulento da parte del mondo. E ha detto: «se non c’è battaglia, non c’è cristianesimo»”.
Il papa emerito “ha un interesse molto vivo su quello che succede – prosegue Ferrini -, non è slegato o fuori dal mondo, ma anzi molto attento. Con una discrezione assoluta e un rispetto dei ruoli massimo”.
“Un incontro che mi ha veramente colpito”, conclude il racconto Marco Ferrini ribadendo “la profondità e la dolcezza della sua persona”. Ultima notazione, Benedetto XVI ha fatto cenno anche al Meeting di Rimini che ricorda bene: vi intervenne personalmente da cardinale nel 1990, all’edizione 2012 inviò un suo messaggio autografo, un fatto raro che testimonia una predilezione.
Domani, martedì 11 febbraio, festa liturgica della Beata Vergine di Lourdes, ricorre un anno dalla rinuncia di papa Ratzinger al ministero petrino.

COMMENTI

DISQUS: 0