Mons. Anselmi si gode le ultime settimane a Genova e si prepara per l’ingresso a Rimini

Mons. Anselmi si gode le ultime settimane a Genova e si prepara per l’ingresso a Rimini

«È il mio ultimo Natale qua a Genova e voglio godermelo bene» ha detto al termine della messa della notte di Natale. E l'arcivescovo mons. Tasca è tornato a sottolineare che «per la nostra Chiesa è una grandissima perdita, e un grande guadagno per la Chiesa di Rimini, che è stata benedetta dal Signore». Il 22 gennaio l'ingresso in diocesi.

«È il mio ultimo Natale qua a Genova e voglio godermelo bene». Mons. Nicolò Anselmi ha celebrato la messa della notte di Natale nella Basilica di Santa Maria delle Vigne, dove da molti anni ha intessuto una presenza in mezzo alla gente, non solo alla comunità cristiana. E per lui, ma anche per i fedeli intervenuti, non sono mancati momenti di commozione, come ha documentato un servizio del tg regionale della Rai (qui), col quale al termine ha scambiato qualche battuta.
Non meno significativo per cogliere il distacco da Genova da parte di colui che negli ultimi setti anni è stato vescovo ausiliare della diocesi, le parole pronunciate sabato 24 dicembre dall’arcivescovo mons. Marco Tasca durante l’incontro in Episcopio con la stampa. La cornice era quella del tradizionale messaggio di auguri natalizi, occasione per riflettere su una serie di questioni che vedono la Chiesa impegnata a cogliere i segni dei tempi e a leggerli alla luce del magistero. Alla domanda, rivolta all’arcivescovo, se avesse già in mente il sostituto di mons. Anselmi, la risposta è stata questa: «La partenza di don Nicolò per la nostra Chiesa è una grandissima perdita, una grandissima perdita (l’ha ripetuto due volte, ndr), certamente è un grande guadagno per la Chiesa di Rimini, che è stata benedetta dal Signore». Un concetto che mons. Tasca aveva espresso anche dando l’annuncio della nomina di Anselmi a vescovo di Rimini (qui). È evidente che la Chiesa genovese avverte la “perdita” e non lo nasconde. «Al successore si penserà dopo, fino al 22 gennaio viviamo con don Nicolò, vogliamo stare con lui, godercelo, diamogli il saluto che si merita senza pensare già a chi verrà. In questo momento sono preso dall’ascoltare tanta gente che è molto dispiaciuta di questa partenza, molto dispiaciuta, e so anche che don Nicolò sta vivendo un momento particolare della sua vita». Ha poi proseguito: «Dico grazie a don Nicolò, grazie per tutto il bene che ha fatto alla nostra Chiesa e faccio davvero l’augurio alla Chiesa di Rimini che insieme con lui possa crescere anche secondo quelle che saranno le direttive del nuovo vescovo. Perciò viviamo questo momento, anche un po’ di difficoltà della nostra Chiesa di un ad… non è un addio, spero proprio di no, di un arrivederci di don Nicolò, e il 13 gennaio faremo il saluto in cattedrale e il 22 andremo ad accompagnarlo a Rimini, e poi lo Spirito Santo ci dirà cosa fare» (qui).
Don Andrea Parodi, vicario per il servizio della carità e per gli Affari Economici della diocesi di Genova, ha ulteriormente rimarcato analoghi concetti: «don Nicolò col suo stare alle Vigne ha creato lì un cuore di attenzioni e un incrocio di risposte ai bisogni del centro storico nei confronti dei minori, dei bambini, delle persone sole, delle famiglie in difficoltà». E riferendosi all’appuntamento del 13 gennaio, ha anticipato quale popolo si riunirà intorno al vescovo per salutarlo ed esprimergli gratitudine: «Vedrete una disparità di persone, dalle massime autorità cittadine a tanta gente popolana che in lui aveva un punto di riferimento fortissimo e che perdendolo si domanda come lo sostituiremo».
Ascoltando la Chiesa di Genova si ha quindi la chiara sensazione che il vescovo atteso a Rimini domenica 22 gennaio per la solenne concelebrazione eucaristica in Cattedrale, sia una benedizione.
Come e perché la scelta di Bergoglio sia caduta su mons. Anselmi non è per nulla chiaro.
E’ stato chiesto a mons. Anselmi – intervista del 9 dicembre a “Teleradiopace” (qui) – se «parlando con lei a tu per tu» il papa ha motivato la scelta di mandarlo a Rimini. E lui ha fatto riferimento al Nunzio, il quale gli avrebbe sottolineato che quella di Rimini «è una diocesi adatta a me, non grandissima ma nemmeno piccola, adatta alle mie capacità, molto vivace e simpatica, con tanta intraprendenza». Ovviamente non tutto si può dire alla stampa, tanto meno chi abbia “spinto” (certamente non da Genova) e chi “frenato” sulla scelta finale, e ancor meno perché il papa si sia convinto che Rimini aveva proprio bisogno di Anselmi, probabilmente una volontà da leggere come “continuità discontinua”, cioè per valorizzare quanto c’è da valorizzare ma percorrendo al tempo stesso nuove strade. Su questo solo il tempo renderà più chiara la prospettiva. Nella stessa intervista mons. Anselmi ha ammesso di averne parlato con il papa: «Sapevo che prima o poi sarebbe accaduto, il papa me lo aveva già detto quando ci eravamo incontrati e sapevo…, però chiaramente quando si arriva al dunque si rimane sempre un po’ colpiti, si sente la mano del Signore al di là delle sofferenze, degli strappi dell’allontanamento, ma anche la gioia di andare in una nuova comunità cristiana ad offrire il mio servizio per quello che saprò fare, credo sia giusto viverlo in una logica di fede, quando il Signore chiama va tutto bene».
I giovani, gli ultimi, l’unità della Chiesa nel dialogo («una delle caratteristiche più importanti che la Chiesa possa offrire al mondo di oggi»), la fraternità, la missione, la presenza cristiana dentro i problemi di ogni giorno, sono alcuni dei punti fermi di questo pastore, ingegnere teologo, ligure fino in fondo, che pratica alcuni sport, ama la montagna e il mare, che si coinvolge amichevolmente con chi incontra. Così lo racconta chi lo ha conosciuto a Genova, ma per i riminesi sarà tutto da scoprire. Di chi si attornierà per gli incarichi di curia, dove fisserà la sua abitazione (in Episcopio o in Seminario?), quali le sue prime decisioni e momenti di incontro con la diocesi. Tutto da vedere.
È il 111° vescovo della diocesi di Rimini. Il primo approccio domenica 22 gennaio, partendo da piazza Cavour per il saluto alla città, poi in processione fino alla Duomo.
Invece nel pomeriggio di domenica 8 gennaio mons. Francesco Lambiasi celebrerà, sempre in Cattedrale,
una Messa di ringraziamento per i suoi quindici anni di guida pastorale della diocesi. Rimarrà a Rimini, tra l’altro cittadino onorario, come vescovo emerito.

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