Quant’è duro fare l’assessore col sindaco che ci mette la faccia solo quando conviene

Quant’è duro fare l’assessore col sindaco che ci mette la faccia solo quando conviene

La letterina spigolosa

Dominus incontrastato, non si può contraddire (ne sa qualcosa Erbetta). Ai suoi chiede un’obbedienza quasi da regola monastica. Nei casi spinosi manda avanti i colleghi di giunta. Quando c'è da fare bella figura la scena è tutta sua.

C’è il Sindaco dominus incontrastato, che non si può contraddire. Organizza i cosiddetti – ormai logori – “eventi”, evita accuratamente le situazioni spinose che non gli recano visibilità, riscrive la storia cittadina reinterpretandone i monumenti a suo piacimento, e non perde mai l’occasione per inaugurare qualcosa.
Emana proclami autoincensanti, dispensa commenti e consigli non richiesti, specie quello all’indirizzo del Ministro degli Interni su come ha sconfitto il fenomeno dell’abusivismo commerciale; peccato poi che, evidentemente non frequentando la spiaggia, non si accorga che le cose non stanno proprio in quel modo.

Rifugge il contraddittorio ed il dialogo, aspetti che delega ai suoi assessori di punta che ci mettono la faccia. Quando ce l’ha messa, convinto dell’alta spendibilità della sua immagine, il risultato è stato di due deputati locali e l’ex sindaco di Pisa rispediti a casa.
Ci sono gli assessori di punta che, come si diceva, ci mettono la faccia. Sono coloro che devono sostenere scelte improbabili di fronte all’opinione pubblica riguardo, ad esempio, le microaree, l’annosa questione dell’anfiteatro, il degrado urbano e via discorrendo; lavoro non facile e a volte imbarazzante.

Infine i civici, reduci di un esperimento politico finito prima di incominciare. Tranne il loro ex capogruppo che, dopo ben due anni, si è accorto di essere uno “yes man”, gli altri non se ne sono ancora resi conto. Il fatto è che non se ne accorgeranno neppure da qui alla fine del mandato, quando ritorneranno nel nulla dal quale sono arrivati senza neppure saperne il motivo.

Sebbene sembri il copione di una commedia, magari comico–dialettale, di fatto non lo è; siamo a Rimini e sono questi i precetti, fateci caso, che detta la politica di chi l’amministra ove, al di là dei ruoli istituzionali, occorrono pure questi requisiti tutti locali.
Quindi ricapitolando: non occorrono particolari doti per far parte del governo della città, ma un’obbedienza quasi da regola monastica, questa sì.

Salvatore De Vita

COMMENTI

DISQUS: 0