Quanti misteri sulla fusione delle Fiere di Rimini e Bologna

Quanti misteri sulla fusione delle Fiere di Rimini e Bologna

Cosa sta succedendo nel percorso che dovrebbe concludersi con l'unione delle forze fra Ieg e Bolognafiere? Perché manca il confronto politico e con i portatori di interesse dei territori? Come mai l'accelerazione avviene a ridosso delle amministrative? Valentina Castaldini interroga ma l'assessore Colla si mantiene sul vago.

Valentina Castaldini, rappresentante di Forza Italia nella assemblea legislativa emiliano-romagnola, questo pomeriggio ha presentato nella commissione politiche economiche una interrogazione a risposta orale diretta all’assessore Vincenzo Colla (nella foto). All’ordine del giorno il progetto di fusione tra le Fiere di Bologna e di Rimini, sul quale le informazioni fino ad oggi sono uscite col contagocce. Ma chi detiene le deleghe allo sviluppo economico e green economy, lavoro e formazione, non si è sbottonato più di tanto.
“Non può essere un tema lasciato alle dichiarazioni sulla stampa perché riveste molta importanza, tanto più in un periodo come questo in cui il sistema fieristico sta vivendo una dura crisi e dovrà essere interessato da un ridisegno totale”, ha esordito Castaldini. Quattro le questioni da lei sollevate.
Prima. Quale piano industriale strategico del nuovo soggetto frutto della fusione fra Ieg e Bolognafiere, e perché si stanno coinvolgendo solo le due fiere di Rimini e Bologna escludendo altri partner presenti in questo territorio regionale.
Seconda. Si legge sulla stampa dell’intervento della Cassa depositi e prestiti, di cosa si tratta?
Terza. Quale l’eventuale ripercussione sui dipendenti delle due fiere?
Quarta. Qual è l’assetto che la Regione immagina per il nuovo soggetto fieristico, qual è l’aiuto che intende chiedere allo stato e quale quello diretto che pensa di mettere in campo.
Con una postilla. “Le amministrazioni di Bologna e Rimini andranno al voto il prossimo anno e anche se molte volte in questa regione l’esito viene dato per scontato, capita però che non sia così scontato, e allora perché si decide di concludere questa fusione poco prima delle elezioni amministrative?”.

Cosa ha risposto Colla? L’unico punto fermo l’ha messo a proposito dei dipendenti. Per il resto molti giri di parole.
Ma partiamo dall’inizio. “Condivido il tema dell’importanza di tutto il sistema fieristico della nostra regione, che ha una valenza strategica, con un indotto importantissimo che coinvolge anche gli organizzatori delle fiere, gli allestitori, i grafici, un terziario di qualità, la convegnistica, gli eventi, e poi gli alberghi, i ristoranti… fare una fiera o non farla in una città fa la differenza”. Ovvio. Ma nel merito?
“Abbiamo dato l’assenso a una operazione ai due cda che hanno deliberato formalmente di andare verso un percorso di unificazione che porterebbe a chiudere una discussione ventennale e complessa. Se riesce l’operazione, avremmo il più grande gruppo fieristico del Paese, con le spalle robuste per fare una discussione in Europa e nel mondo; non dimentichiamoci che i competitor non sono in Italia ma in Germania, in Asia. Diventerà una operazione Paese ed Emilia Romagna, strategica per le filiere internazionali”.
Colla ha aggiunto che “compete alle due fiere definire il piano industriale e poi fare anche i passaggi formali di presentazione ai soci”. Fin qui tutto scontato.
Rispetto al quesito provocatorio della fusione a ridosso del voto, l’assessore non si è scomposto: “Non è che abbiamo dato un legame temporale a qualche scadenza elettorale, vogliamo arrivare a definire un grande progetto industriale per questa regione su una filiera così strategica”.
Bene, ma qualcosa di più si può conoscere? “Ovviamente bisogna fare anche attenzione, stiamo parlando di società quotate in Borsa, che hanno relazioni con filiere di altre regioni, e quindi serve il rispetto verso procedure che hanno una riservatezza e che dobbiamo rispettare. Uno dei punti che abbiamo consegnato è che il piano industriale non debba comprendere impatti sociali, dentro quelle Fiere ci lavorano tante persone…

Colla ha poi puntualizzato che il lavoro che ha come meta la fusione, “è partito nei mesi scorsi e adesso lo dobbiamo resettare anche rispetto al Dpcm del 24 ottobre che ha avuto un impatto notevole limitando i quartieri fieristici nella loro possibilità di agire e incidendo in maniera definitiva su manifestazioni già programmate”.

Infine, “nei mesi scorsi noi abbiamo coinvolto il ministro Gualtieri e la presidenza di Cassa depositi e prestiti, insieme ai presidenti dei quartieri fieristici, anche perché già avevamo impostato il bisogno di dare un sostegno alle attività fieristiche, considerato che il 2020 comunque sarebbe stato un anno orribile e sapevamo già che le fiere internazionali sarebbero state spostate nel 2021. Stiamo parlando di vuoti di gettito di bilancio che vanno dal 70 all’80%, un quadro che ci ha portato ancora di più a spingere nella direzione di prospettive: bisogna pensare adesso al 2021 per essere pronti a quella ripresa”. Cassa depositi e prestiti in quella riunione – ha spiegato Colla – “ha dato la disponibilità per un’idea di ricapitalizzazione del sistema delle fiere, per operazioni di sostegno finanziario, anche con alcuni strumenti nuovi”.

Disponibile a riferire in commissione e ad aggiornare sulla delicata fusione, sono state le ultime parole dell’assessore, ma per il momento se ne sa quanto prima. “Sono soddisfatta per l’impegno che la giunta sta dimostrando per certe categorie, meno soddisfatta per il riserbo con cui se ne parla perché questo è un tema profondamente politico e la politica può dare un contributo fondamentale di discussione, non possiamo permetterci di sbagliare assetti strategici come questi”, la replica di Valentina Castaldini.

Fotografia di Pietro Ballardini, Regione Emilia-Romagna A.I.C.G.

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