Anche Riziero Santi ammette: «il territorio riminese economicamente non ci guadagna nulla con le pale eoliche»

Anche Riziero Santi ammette: «il territorio riminese economicamente non ci guadagna nulla con le pale eoliche»

In audizione nella II commissione della Regione Emilia Romagna, il presidente della Provincia oggi ha dovuto riconoscere che per la riviera la centrale al largo di Rimini non offre ritorni di nessun genere. Netta la posizione della Lega: "Bisogna bloccare subito l'iter autorizzativo". Spaccatura nella maggioranza che sostiene Bonaccini sul tema. Per la vicepresidente della assemblea legislativa sono "i palazzoni che deturpano la costa" e non "qualche pala eolica bella e slanciata in mezzo al mare".

I sindaci della costa riminese non hanno avuto la possibilità di intervenire alla II commissione regionale che si è svolta questo pomeriggio (richiesta da Marco Mastacchi di Rete civica) e dedicata al contestato progetto delle pale eoliche al largo di Rimini, ma ci ha pensato Riziero Santi a tirare la palla nella propria rete. Dopo aver fatto una lunga e dettagliata presentazione dell’opera promossa da Energia Wind 2020, dando conto anche delle voci contrarie che si sono levate da Rimini e di quelle, molto minoritarie, favorevoli, ha dovuto farsi la domanda delle cento pistole e darsi la risposta: «Cosa ci guadagna economicamente il nostro territorio dalla realizzazione di questo impianto? Nulla, tutta l’energia prodotta finisce nella rete di Terna». Non è una novità ma è significativo che lo riconosca anche il presidente di quella Provincia che da circa 15 anni persegue l’obiettivo delle pale eoliche senza nessuna condivisione col territorio.

Rimini 2.0 lo fece spiegare alla stessa Energia Wind 2020 già quattro mesi fa: «l’energia elettrica prodotta dal parco eolico sarà ceduta al Gestore dei Servizi Energetici, società interamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che di fatto agisce come un grossista. Discorso diverso si potrebbe fare se il legislatore orienterà il mercato a permettere e a favorire lo stoccaggio dell’energia elettrica prodotta sotto forma di idrogeno verde (tramite il processo di elettrolisi dell’acqua, quindi senza alcuna emissione di sostanze inquinanti), cosicché possa essere utilizzato direttamente e localmente». Cosa auspicata oggi anche dal presidente della Provincia: «E’ evidente che non ci siamo, un territorio che si fa carico di subire i cantieri deve avere un ritorno, che non possono essere le royalties, oppure una o due rotatorie…, occorre che cambi la legislazione, sul territorio deve rimanere una parte della energia prodotta”. Ma ad oggi così non è, eppure l’iter del progetto prosegue sulla testa della costa turistica per eccellenza. E’ uno dei grandi paradossi del tema di cui si sta discutendo. Per la provincia di Rimini nessun “pro”, solo “contro”.

Ma Santi in replica agli interventi dei consiglieri ha fatto la parte dell’ambientalista a prescindere, sostenendo che «Rimini non ci guadagna niente economicamente ma offre una occasione per andare verso le energie rinnovabili e quindi ci guadagna il Paese». Una posizione non poco ideologica che, a voler essere conseguenti, finirebbe per anteporre un generico «sviluppo delle fonti rinnovabili» ad un concreto impatto devastante su scala locale.
Per la Lega Michele Facci non si è fatto scappare l’assist di Santi: «Santi ha riconosciuto che questo impianto non porterà nulla sul territorio, tanto che lui stesso auspica delle modifiche legislative, ma il problema sta nel costo che pagherà la collettività per questo ecomostro, che sconvolgerà l’ambiente marino, determinerà lavori enormemente invasivi e avrà una ricaduta negativa sulla economia prevalentemente turistica della riviera, sulla pesca, sui servizi, tutte attività che verrano compromesse».
Riziero Santi ha sempre tenuto un doppio registro: da una parte affermando che «il progetto così come lo conosciamo oggi non ha ancora le caratteristiche per poter essere valutato come compatibile con la vocazione del territorio», dall’altra dicendo che «bisogna continuare a ragionare per accelerare la transizione energetica» e che «il dibattito bisogna aprirlo ma anche chiuderlo velocemente per dare risposte rapide».

Opposta la posizione di Facci: “Bisogna bloccare subito l’iter autorizzativo del progetto. Il passaggio dalle energie fossili alle rinnovabili va fatto dove è possibile farlo, non a tutti i costi e dappertutto, o perché ce lo chiede l’Europa, altrimenti significa essere fuori dal mondo. Non devo essere io a ricordare al presidente della Provincia qual è il peso del pil legato al turismo della riviera, ma il settore a seguito della pandemia è già in crisi e la centrale eolica non potrà che peggiorare la situazione. Viviamo in un periodo di emergenza economica e sociale e tutto quello che può compromettere ulteriormente lo stato della nostra economia deve essere attenzionato in maniera severa».

Da segnalare anche l’evidente spaccatura nella maggioranza che sostiene Bonaccini sul tema delle pale eoliche. Anche oggi dalla vicepresidente dell’assemblea legislativa, Silvia Zamboni (Europa verde), e dalla consigliera del Pd Nadia Rossi, sono state espresse sull’argomento due posizioni opposte. Per la prima via libera al parco eolico, le pale «non sono riprovevoli dal punto di vista estetico», molto peggio «i palazzoni che deturpano la costa, qualche pala eolica bella e slanciata in mezzo al mare la trovo meno devastante della urbanizzazione che ha cancellato le dune».
Per Nadia Rossi, invece, il progetto sarebbe irrimediabilmente dannoso per Rimini.
Ha insistito Marco Mastacchi: «Chiedo al presidente della Provincia di farsi carico di coinvolgere i sindaci, la centrale eolica impatta su di loro, sulle realtà economiche e sulla pelle viva dei cittadini. Anche la Regione deve dare risposte e farsi carico di studiare normative che non bypassino i territori, non può togliersi dalla responsabilità sostenendo che la materia è di competenza dello stato centrale. Macchina indietro tutta, quindi, prioritaria è la condivisione del progetto sul territorio».

“Il progetto del parco eolico offshore al largo delle coste riminesi solleva perplessità sempre maggiori. Convince ancora meno l’audizione promozionale in commissione svolta oggi dal presidente della Provincia di Rimini Riziero Santi, tra l’altro senza la presenza dei sindaci riminesi”, dice invece il consigliere regionale della Lega Matteo Montevecchi che rimarca come “il progetto risulti irricevibile a causa dell’inevitabile conseguenza del deturpamento del paesaggio nel nostro territorio ad alta vocazione turistica. Sono infatti certe le ricadute negative sul turismo come hanno affermato con forza le categorie. Chi parla di “attrattiva” abita su un altro pianeta. Inoltre il progetto porta grandi rischi per la sicurezza dei nostri pescatori, come già precisato dalla Cooperativa dei Lavoratori del Mare”.
“Oltre a queste problematiche – aggiunge il leghista – i promotori del progetto non sono in grado di dare risposte esaustive su altre perplessità sollevate che minano alla base l’utilità del parco eolico stesso. La zona di mare prescelto non risulta essere tra le più ventose, infatti il comune di Rimini ha ridimensionato di due terzi il dato approssimativo di produzione annua fornito dalla società promotrice del progetto. Mentre incentivando ad esempio il fotovoltaico di ultima generazione sugli edifici, sia pubblici che privati, si darebbe occupazione a tutta la filiera locale, creando posti di lavoro veri per le imprese del posto. Così si potrebbe produrre la stessa quantità di energia ad un costo decisamente minore”.
“Ci si domanda anche perché, a fronte di un impegno tanto gravoso per il nostro territorio, non siano state previste forti ricadute positive sulla collettività della nostra provincia, che risulta così “terra di conquista” senza trarne vantaggio”. Ancora Montevecchi: “Alcune amministrazioni comunali della nostra provincia si sono già espresse negativamente. È ora che il presidente Santi ripensi la sua posizione riguardo questo progetto che, nato male, non potrà che causare danni all’economia riminese senza ottemperare adeguatamente alla produzione di energia pulita. Il gioco non vale la candela”.
“Colpisce infine il fatto che in questa audizione non siano stati coinvolti i sindaci riminesi e che l’invito si sia limitato al Presidente della Provincia Riziero Santi. Forse – sottolinea Montevecchi – per cercare di nascondere sotto il tappeto le contraddizioni in casa PD sul tema, data la contrarietà sul progetto del parco eolico espressa perfino dal primo cittadino di Rimini Andrea Gnassi. Evidentemente Santi si sarebbe potuto sentire alquanto imbarazzato” conclude Montevecchi.

La relazione svolta dal presidente della Provincia in commissione.

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