L’energia prodotta dalla centrale eolica resterà a Rimini? Ecco come stanno le cose

L’energia prodotta dalla centrale eolica resterà a Rimini? Ecco come stanno le cose

E' uno dei temi più sensibili per l'opinione pubblica, e non a caso è stato spesso evocato nel corso degli anni dagli "sponsor" provinciali e regionali del progetto offshore: le pale "forniranno energia al turismo". Ma è davvero così? Abbiamo approfondito non con qualche nemico dell'impianto previsto davanti alla costa riminese, ma con la società che si candida a costruirlo. E la risposta è che l’energia elettrica prodotta dal parco eolico sarà ceduta al Gestore dei Servizi Energetici. Perché possa essere utilizzata direttamente e localmente occorrerebbe l'intervento del legislatore. Pubblichiamo anche i dati di Terna sul fabbisogno elettrico e sull'utilizzo di energia da fonti fossili e rinnovabili in provincia, regione e su scala nazionale.

Uno dei principali cavalli di battaglia dei sostenitori del progetto eolico offshore riminese è il seguente: l’energia elettrica prodotta consentirà di rispondere al fabbisogno energetico locale. Addirittura coprendone il 50%. “Per fornire energia al turismo”, si è anche letto, coprendo “il fabbisogno delle strutture ricettive locali”. L’assessore all’Ambiente della Provincia di Rimini, Stefania Sabba, nel 2013 metteva in relazione l’eolico nel mare di Rimini con la riduzione del consumo delle energie fossili del settore turistico e del terziario “che pesano per un buon 30% sul totale dei consumi della Provincia”. “Si tratta di un progetto, quello dell’eolico off shore, che si inserisce bene con altre iniziative, come il “bagnino sostenibile”, il progetto europeo Adriacold sui sistemi di raffrescamento e il piano energetico provinciale» (qui). Mentre il presidente della Provincia, Riziero Santi, ha detto che “un progetto così importante deve garantire un ritorno per il territorio, in termini di investimenti, di lavoro, di energia pulita che può essere messa a disposizione e di interventi che debbono creare sinergia con la pianificazione dei Comuni e della Regione. I vantaggi debbono essere percepiti realmente da tutti gli interessati”.
Se ci fosse una ricaduta diretta e certa in termini di energia green per il territorio provinciale (sorvoliamo sull’occupazione, facile da promettere ma non certo altrettanto facile da garantire), si potrebbe spiegare anche l’impegno profuso dalla Provincia di Rimini da circa 15 anni a questa parte. Altrimenti perché dannarsi tanto? Per preparare il campo ad investitori privati?
Anche la Regione Emilia Romagna nella delibera di giunta che approva il protocollo d’intesa con le tre Province romagnole per la “valorizzazione della energia eolica nelle aree marine prospicienti la costa romagnola”, ha scritto che “concorre allo sviluppo sostenibile del sistema energetico territoriale”. Ma è vero che i riminesi, pagando lo scotto della selva di pali in mezzo al mare, potranno almeno festeggiare un bilancio energetico a favore del territorio nel quale vivono? Stando a come girano le cose in questo momento la risposta è no.

Partiamo dai dati ufficiali dichiarati che compongono il progetto preliminare presentato da Energia Wind 2020 ai ministeri competenti e consultabile sul sito della Capitaneria di Porto di Rimini: “Il parco eolico offshore proposto ha una potenza installata di 330 MW (megawatt) con una produzione annua prevista di 703 GWh (gigawattora), equivalenti a 703.000 MWh (megawattora), equivalenti a 703.000.000 kWh (kilowattora)”, spiega a Rimini 2.0 l’amministratore unico Riccardo Ducoli. “L’energia che si produrrebbe corrisponde a circa il 42,50% del fabbisogno energetico della provincia di Rimini”.

Come si ricava questo dato?
Il calcolo è basato sui dati pubblicati da TERNA (statistiche regionali 2018 a pag. 107). L’obiettivo dell’Italia è di soddisfare entro il 2030 il 55% del fabbisogno elettrico nazionale con la produzione da fonti energetiche rinnovabili (Dati MISE e Piano nazionale integrato per l’energia e il clima).

Invece l’Italia quanto produce?
L’86,30% del fabbisogno elettrico e importa dall’estero il 13,70%. Della produzione nazionale il 66,50% è prodotto da fonti fossili e il restante 33,50% da fonti energetiche rinnovabili (Dati TERNA). L’obiettivo della Regione Emilia Romagna è il passaggio al 100% di energie rinnovabili entro il 2035 (Fonte).

Attualmente quanto produce la regione Emilia Romagna?
Il 71,10% del proprio fabbisogno e importa da altre regioni il 28,90%. Della produzione regionale il 72,77% è prodotto da fonti fossili e il restante 27,23% da fonti energetiche rinnovabili (Dati TERNA).

Veniamo alla provincia di Rimini.
Dagli ultimi dati statistici pubblicati da TERNA, consuma 1.653,7 GWh, ne produce 269 GWh pari al 16,27% del totale, di cui il 10,73% è da fonte rinnovabile, e il restante 83,73% è importato da fuori provincia (Dati TERNA).

Veniamo al tema che interessa molto la pubblica opinione locale: i benefici su scala provinciale della energia che verrebbe prodotta dalla centrale eolica.
Per entrare nel merito dell’energia che si produrrebbe non possiamo che attenerci a quello che la legge disciplina.

Cioè?
Il mercato energetico elettrico, il quale è sottoposto a delle rigide normative, prevede delle figure distinte nella filiera che va dalla produzione dell’energia fino alla vendita all’utente finale.

Quali sono queste figure?
Sono cinque: il produttore; il gestore della rete elettrica incaricato del trasporto dell’energia sulla rete a grande distanza in altissima, alta e media tensione (TERNA); il distributore locale incaricato del trasporto e della consegna al cliente finale dell’energia elettrica in media e bassa tensione attraverso le reti cittadine (di solito municipalizzate); il grossista (o Trader); il fornitore finale (società di vendita).

Voi in questa catena dove vi collocate?
Rientriamo nella fattispecie del produttore, quindi per motivi tecnici e normativi non possiamo vendere l’energia elettrica prodotta direttamente al cliente finale: l’energia elettrica prodotta dal parco eolico sarà ceduta al Gestore dei Servizi Energetici, società interamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che di fatto agisce come un grossista. Discorso diverso si potrebbe fare se il legislatore orienterà il mercato a permettere e a favorire lo stoccaggio dell’energia elettrica prodotta sotto forma di idrogeno verde (tramite il processo di elettrolisi dell’acqua, quindi senza alcuna emissione di sostanze inquinanti), cosicché possa essere utilizzato direttamente e localmente.

Utilizzato localmente in che modo?
Per il trasporto pubblico, nei processi industriali delle fabbriche presenti nel territorio, per la produzione di idrometano, una miscela tra idrogeno e metano utilizzabile nei sistemi di distribuzione esistenti in grado di abbattere notevolmente le emissioni di azoto e CO2. Noi….

Dica.
Oltre che riconoscere gli oneri di concessione che sono dovuti per legge è intenzione di Energia Wind 2020, nel rispetto della normativa vigente, proporre investimenti a proprio carico per l’efficientamento energetico (illuminazione LED, cappotto termico edifici, infissi e serramenti a risparmio energetico, tecnologie di climatizzazione invernale ed estiva di ultima generazione, solare termico, solare fotovoltaico, telegestione, ecc.) a servizio del patrimonio immobiliare (scuole, asili, uffici, centri per anziani, strutture ricettive, ecc.) degli Enti del territorio (Comuni, Provincia, Case di Riposo, ecc.), finalizzati a rinnovare gli stabili e gli impianti annessi e nel contempo avere un risparmio sui consumi.

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