Quei democraticoni del Pd vogliono desalvinizzare la fiera dei becchi

Quei democraticoni del Pd vogliono desalvinizzare la fiera dei becchi

Matteo Salvini arriva alla fiera di San Martino, universalmente nota come fiera dei cornuti, insieme a Lucia Borgonzoni. Ma il Pd insorge: c'è già tanta affluenza, creerà insicurezza e poi porterà divisione. Invece Stefano Bonaccini, che sarà fra i becchi il giorno prima, porta concordia e sicurezza.

Santarcangelo Comune denuclearizzato? No, piuttosto desalvinizzato. Nelle occasioni migliori il Pd mostra il suo volto tollerante e democratico. Cosa è successo?
Dunque, Matteo Salvini per voce di Jacopo Morrone annuncia il suo arrivo alla fira di bécch per domenica 10 novembre accompagnato dalla candidata a soppiantare Stefano Bonaccini dal comando della ex (lo assicura  anche il voto delle scorse europee) regione rossa, Lucia Borgonzoni. Il Pd di Santarcangelo, e non è uno scherzo, reagisce così: primo, cosa vieni a fare alla fiera nel giorno di più alta affluenza? Ma non pensi alla sicurezza? E, secondo, alla fiera dei cornuti siamo tutti de’ noantri, ci vogliamo tutti bene, ma se vieni tu crei divisione.

Non ci credete? Ecco il loro democratico argomentare. “Ci meravigliamo che un politico come lui (Salvini, ndr) che parla sempre di sicurezza, decida di venire qui a Santarcangelo proprio il 10 novembre, cioè di domenica, giorno di maggior affluenza della fiera di San Martino, mettendo così a rischio uno svolgimento sereno della manifestazione solo per farsi propaganda, qualche selfie e mangiare una piada”. Che invece Bonaccini, perché anche lui sarà presente fra i becchi ma il giorno prima, ci andrà per che cosa a Santarcangelo? Il Partito democratico (?) vorrebbe che Santarcangelo fosse campo di pesca elettorale solo per il governatore che sta pregando tutti i santi del firmamento 5 stelle per convincerli alla alleanza per lui strategica, ovvero tentare di non perdere la Regione, impresa ardua stando agli ultimi sondaggi. Bonaccini può fare quel che vuole mentre Salvini se proprio vuole passarci dalla sagra, e mangiare una piadina, deve farlo a stand chiusi. Benvenuto, Matteo, nella libera terra degli antifascisti e dei democratici.

Ma andiamo avanti con il credo democratico del Pd. “San Martino è un momento di unione, di celebrazione del nostro essere santarcangiolesi. Se Salvini venisse a Santarcangelo creerebbe divisione, con persone contente di incontrarlo e invece altre pronte a fischiarlo”. Ma è possibile? Chi è il genio che ha redatto il testo? Salvini, non venire in piazza Ganganelli perché dissacri l’unione dei becchi. Bonaccini la consacra, lui è un’anima candida che unisce, ma Salvini no.

Invece porte aperte a Salvini e Bonaccini. Entrambi hanno un buon motivo per familiarizzare con le corna. Bonaccini le fa, le corna, sperando di salvare la cadrega in via Aldo Moro. Salvini, invece, è dell’idea che stavolta quelle corna si possano andare ad infilare nel corpaccione un po’ disfatto del Pd. Magari nel punto più doloroso. In fondo, ognuno con le corna ci fa quel che crede.

Il Pd, poi, forse non sa di quale assist benefici Matteo Salvini. Sul sito del turismo della città di Santarcangelo si legge che “l’origine delle corna come simbolo non è data per certa; si può supporre che si rifaccia alla tradizione gallico celtica o alla provenienza agricola”. Gallico celtica? Ma è il credo della Padania leghista, che certo ha avuto più fortuna ai tempi di Bossi, ma sempre di quel Dna fa parte.

Salvini le fiere in regione ha intenzione di farsele tutte. Il suo hashtag è: #tralagente. Ieri sera era alla festa nazionale della zucca di Ziano Piacentino e chissà quante altre ne ha calendarizzate insieme a Lucia Borgonzoni. Di certo non si perderà, nonostante il Pd la butti sulla sicurezza, “una festa antica della più profonda e sentita tradizione contadina romagnola, il cui significato si perde nella notte dei tempi”. Perché “c’è allegria, ci sono tradizioni e cultura, c’è la Romagna profonda con il suo retaggio di storia che si tramanda di generazione in generazione e che dobbiamo mantenere viva perché riguarda le nostre radici e, di conseguenza, il nostro futuro. Anche per questo noi leghisti romagnoli siamo legatissimi a questa festa e siamo orgogliosi del fatto che quest’anno ci saranno anche Salvini e Borgonzoni”. E c’è il popolo votante. Verso il quale il Pd ha perso appeal. L’odore delle pecore, direbbe qualcuno, se l’è lavato via da tempo.

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