Quello che migliora e quello che resta critico nella diffusione del coronavirus in regione

Quello che migliora e quello che resta critico nella diffusione del coronavirus in regione

Per il terzo giorno consecutivo cala il numero dei positivi. Ma i decessi continuano ad essere superiori ai guariti. E non si fermano (anche se crescono di pochissimo) i ricoverati in terapia intensiva. La Lega parla di "falle" e chiede che Bonaccini faccia il punto in aula ascoltando anche le proposte delle opposizioni.

In Emilia Romagna dopo un andamento altalenante fino al 28 marzo (nel grafico il periodo dal 19 ad oggi), si registra un calo costante e abbastanza significativo nella variazione giornaliera dei positivi al covid-19. Il dato in controtendenza rispetto a regioni come Lombardia, Veneto, Liguria, ma anche Lazio, Trentino Alto Adige, Friuli, Umbria, Sardegna, Molise è che il numero dei decessi in Emilia Romagna continua a superare quello dei guariti: ad oggi 1.644 contro 1.477. C’è anche un altro elemento. La Lombardia oggi vede per la prima volta diminuire i ricoverati in terapia intensiva, il Veneto è stabile sul numero di ieri mentre l’Emilia Romagna aumenta, seppure di poco.

Nel grafico qui sotto, invece, l’andamento nazionale:

Purtroppo a livello di provincia di Rimini non è possibile fare lo stesso raffronto perché i dati forniti dall’Ausl (e comunicati ogni giorno dalla prefettura) non ricalcano sistematicamente quelli diffusi dalla Protezione civile su scala nazionale (immagine qui sotto):

Solo dal 25 marzo, poi, sono stati diffusi i numeri dei positivi suddivisi per Comune, un dettaglio che ha riguardato (non sempre) anche i decessi. Una richiesta, quella di spacchettare i dati per Comune, che era stata formulata alle autorità competenti anche da Rimini 2.0 (non sappiamo se anche da altri) per poter disporre di elementi utili a descrivere un andamento tracciabile con più precisione del covid-19 in provincia.

Con 1.407 positivi la provincia di Rimini è al sesto posto in regione dopo Piacenza (2.635, +119 rispetto a ieri), Parma 1.933 (74 in più), Reggio Emilia 2.307 (99 in più), Modena 2.222 (85 in più) e Bologna 1.680 (61 in più). Dietro a Rimini ci sono Imola 260 (7 in più), Ferrara 320 (14 in più), Ravenna 580 (12 in più), Forlì-Cesena 730 (di cui 366 a Forlì, 23 in più rispetto a ieri, e 364 a Cesena, 24 in più).

Con quello di oggi (+106 in regione, un numero molto alto, spiegato dal commissario Venturi con la motivazione che raccoglie anche decessi dei giorni scorsi) salgono a 95 i morti in provincia di Rimini. I positivi sono 1.407 e i numeri più alti riguardano Rimini, Cattolica, Riccione, Misano e San Giovanni in Marignano. Sono 14.074 i casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, 543 in più rispetto a ieri.

Articolo Uno (partito del ministro Speranza) a Rimini chiede tamponi sistematici a tutto il personale sanitario, medici, infermieri ed OSS e sottolinea  “il decisivo impegno profuso anche dai medici di medicina generale, dai pediatri di libera scelta e dal personale occupato nelle case di riposo e nei reparti di geriatria”.

E su questo tema la Regione assicura di essere “pronta a partire con lo screening di massa a tutto il personale sociosanitario dell’Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini. Mercoledì arriveranno i primi 50mila test sierologici, e già giovedì si inizia con la prima batteria di prelievi, che saranno effettuati al personale della sanità pubblica e privata convenzionata e a quello dei servizi socioassistenziali dell’intero territorio regionale. Complessivamente, si parla di circa 100mila persone, di cui oltre 60mila solo nel sistema sanitario regionale pubblico”. L’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, sostiene che “la sicurezza degli operatori sanitari e dei pazienti deve avere la priorità su tutto. É imprescindibile che il personale in prima linea in questa emergenza lavori nella condizione di massima tutela per sé e per i pazienti, senza rischiare di essere una fonte di contagio, e questi test costituiscono uno strumento importante, validato dalla comunità scientifica, che abbiamo nella lotta contro il Coronavirus”. Eppure non pare sia andata proprio così, e alcune sigle sindacali hanno parlato, soprattutto per la Romagna, di un alto numero di sanitari infettati. I test sierologici permettono di verificare la presenza e il tipo di anticorpi nell’organismo: se il paziente è venuto in contatto con il virus, se è o è diventato immune. Chi risulta negativo verrà testato dopo 15 giorni, i positivi saranno sottoposti a un tampone tradizionale per averne conferma.

“Il presidente Stefano Bonaccini deve venire in Aula a spiegare dati e risultati dei provvedimenti che ha assunto in queste settimane nella totale autoreferenzialità. Crediamo, per esempio, che il sistema sanitario regionale abbia mostrato in queste settimane gravi disorganizzazioni e falle, al di là della professionalità e dell’abnegazione degli operatori. L’accumulo di decreti governativi e di ordinanze regionali, anche in contrasto fra loro, ha prodotto una profonda confusione” secondo Jacopo Morrone e il capogruppo della Lega in Regione, Matteo Rancan. “E’ venuto il momento di fare il punto della situazione e, nel caso, di cambiare rotta, almeno in certi settori, anche con le proposte dell’opposizione. C’è anche da capire se l’attività del commissario ad Acta, Sergio Venturi, e dei vertici apicali delle Asl sia stata all’altezza della situazione. Chiediamo quindi alla presidente dell’Assemblea e all’Ufficio di Presidenza di provvedere al più presto a invitare Bonaccini a relazionare in Aula”.

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