Riaprono le spiagge e occorre tutelare l’avifauna

Riaprono le spiagge e occorre tutelare l’avifauna

Il lockdown ha favorito la comparsa o il consolidamento di specie rare e protette lungo le coste. Il ritorno alla normalità, anche nella preparazione degli stabilimenti balneari, non può non tenerne conto. L'appello delle associazioni ambientaliste riminesi.

Con una lettera ai sindaci e agli assessori all’ambiente, ai lavori pubblici e alle attività economiche dei Comuni di Rimini e Riccione, le associazioni ambientaliste riminesi in occasione della “giornata mondiale della terra” hanno fatto proprio e rilanciato l’appello delle Associazioni regionali per la tutela delle nidificazioni di specie faunistiche protette avvenute sul nostro litorale in assenza di attività antropiche causa Covid 19.
Il fermo o la riduzione delle attività umane ha coinciso un po’ ovunque col ritorno di presenze di avifauna e di altre specie anche molto rare e protette un tempo abitualmente diffuse sulle nostre coste (stupende le immagini dei delfini filmate nei giorni scorsi). Questo vale anche per gli arenili e dunque mentre le associazioni ambientaliste auspicano che gli stabilimenti “possano ripartire quanto prima nelle forme e con gli accorgimenti atti a prevenire i rischi di ritorno del contagio da Covid-19”, fanno notare che “queste presenze entreranno presto in conflitto con la ripresa dei lavori di preparazione delle spiagge per le attività balneari e turistiche, che invece potrebbero trovare in esse elementi di attrazione e valorizzazione delle proprie attività”. Ecco perché occorre assicurare nuove modalità di convivenza fra uomo e natura.
In particolare nella zona di Rimini Terme e del Marano si è registrata negli ultimi anni la nidificazione del Fratino (Charadrius alexandrinus), e sui tetti delle ex colonie e nell’area del Marano si è avuta nelle ultime estati anche la presenza costante del Falco Pellegrino (Falco peregrinus), altra specie rara e protetta.
Davanti ai segnali “molto positivi della vitalità del nostro mare e degli ambienti costieri”, da utilizzare e pubblicizzare “come prove viventi che il nostro mare è vivo e sano, meglio di una bandiera blu, e che le nostre spiagge sono ricche non solo di servizi importanti ed apprezzati, ma anche di valori ambientali attrattivi pure per forme diversificate di turismo e di uso del tempo libero”, non si può rimanere indifferenti.
“Dalla crisi provocata dal Covid-19, come per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, occorre perciò uscire cambiando il nostro modello di sviluppo e di approccio all’ambiente, e anche diversificando e innovando la nostra offerta turistica”, concludono le realtà riminesi che fanno parte del coordinamento delle associazioni ambientaliste (ANPANA Rimini, dnA Rimini, Fare Ambiente, Fondazione Cetacea, Italia Nostra, Legambiente, L’Umana Dimora e WWF Rimini). “Tutelare e valorizzare i residui valori naturali dei nostri ambienti costieri può essere un modo concreto per cominciare a farlo e per “celebrare” non solo per un giorno la Giornata della Terra”. Riusciranno amministratori comunali e gestori degli arenili a coordinarsi tenendo conto anche delle esigenze ambientali?

In questo video la nascita e i primi passi di un Fratino sulla spiaggia della Puglia, ma scene come queste si verificano anche sull’arenile al confine fra Rimini e Riccione.

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