Rimini città, di fatto, a 5 chilometri all’ora

Rimini città, di fatto, a 5 chilometri all’ora

"Si stanno buttando montagne di soldi senza intaccare i nodi veri che automaticamente vengono al pettine". Prendendo spunto dalla mobilità immobile di cui i riminesi fanno le spese in questi giorni, il segretario provinciale di Azione intavola il problema dei problemi e le inadeguate soluzioni prospettate.

Anticipo le immancabili valutazioni trionfalistiche che farà l’amministrazione comunale dopo il Sigep. Lunedì 21 gennaio alle ore 9,30 ho volutamente percorso l’intera circonvallazione dalla rotatoria delle Befane fino la rotatoria dello stadio del baseball per rendermi conto di quel che accade in una normale giornata fieristica. Tempo di percorrenza: 74 minuti. Questa mattina a passo d’uomo e col piede sullo stop in via Toscanelli e Coletti, per dire che il problema è generale. Quando si anima la Fiera, si blocca la città. Il limite di 30 km/h imposto a Bologna, a Rimini viene nei fatti surclassato e subìto nel silenzio generale.
La mobilità a Rimini può oggi essere definita solo in modo: una follia, accettata con incredibile rassegnazione. Ma sono convintissimo che quando verrà aperto il collegamento sulla consolare lato mare, tutto peggiorerà, a partire dalla difficoltà di guida in detta rotatoria.
Il risultato che immagino presto emergerà agli occhi di tutti – come avvenne con la scomparsa dei parcheggi della marina, con la differenza che in questo caso non ci sono pseudo-parchi da barattare ma solo milioni e milioni spesi male – è quello che io sostengo da oltre vent’anni, cioè che la circonvallazione andava attrezzata partendo dai necessari cavalcavia. Le rotatorie non hanno migliorarto nulla.
Stessa cosa succederà con il Trc nord: bene che vada potrà incidere in termini minimi sulla riduzione del traffico, considerato che 5/6 filobus all’ora sposteranno al massimo un migliaio di passeggeri togliendo 500 auto dalla strada, poco più che un’inezia rispetto al congestionamento delle giornate fieristiche. Assisteremo al “paradosso” che, in assenza di fiere, tenere aperto quel tratto di linea diventerà economicamente insostenibile, mentre in coincidenza degli eventi fieristici risulterà sottostimato rispetto alla domanda. Si stanno buttando montagne di soldi senza intaccare i nodi veri che automaticamente vengono al pettine.
Quando l’opinione pubblica si impossesserà di queste tristi verità, al dramma dei grandi ingorghi di cui i cittadini fanno le spese in giornate come queste, se ne aggiungerà un altro: il “solco” mobilità si allargherà alle tante realtà territoriali che soffrono specifiche problematiche. Alcune di queste realtà sono già incancrenite: abbandonati e inascoltati i residenti di via Ducale, costretti a respirare polveri sottili, a vivere tra rumori e pericoli, e ad uscire dalla porta di casa trovandosi immersi in un serpentone continuo di auto. Il tema del ponte alternativo a quello di Augusto e Tiberio, promesso decine di volte e poi magicamente sparito dai radar, descrive meglio di ogni altro discorso il modus operandi di chi dovrebbe tenere in mano le redini della pianificazione. Penso sarà facile scoprire che quest’opera non è stata realizzata causa l’assenza di un piano generale della mobilità, che sarebbe anche il primo elemento infrastrutturale del famoso P.U.G., mai neppure iniziato. Una città così amministrata guarda indietro, non avanti.
Una mobilità disastrata contribuisce anche a impoverire le attività economiche. Centro storico e marina sono già in estrema sofferenza e lo saranno sempre di più: nel primo caso il dramma si misura in termini di serrande chiuse, nel secondo caso in alberghi chiusi e/o destinati a chiudere, grazie anche a scelte urbanistiche miopi e con la soluzione condhotel già sostanzialmente archiviata da tutti.
Per chiudere il cerchio, infine, arriveranno pure tante altre sollecitazioni dal forese essendo numerose le realtà territoriali che essendo prive di una propria identità finiscono per regredire.
Davanti a tutto questo assistiamo alla stucchevole politica degli annunci destinati a diventare tanti boomerang: tapis roulant anziché soluzioni vere di rilancio dell’aeroporto, il boulevard blu, il nuovo piano spiaggia impreparato a misurarsi con la scadenza della Bolkestain, e tanto altro ancora.

Stefano Casadei
Segretario provinciale di Azione

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