Personalità della cultura, studiosi, professionisti e semplici cittadini chiedono al sindaco che la statua del condottiero così profondamente legata alla storia di Rimini (addirittura al gonfalone comunale) e patrimonio della città, non venga esiliata nel Lapidario del Museo ma esposta nel luogo più degno e storicamente idoneo ad ospitarla: la piazza che la accolse nel 1933.
Già il Prof. Antonio Paolucci, in una propria e-mail, si era espresso nel senso «di essere ben favorevole alla restituzione della statua di Giulio Cesare alla “sua” piazza».
E, condividendo l’appello di ARIES, lo chiedono:
Davide Frisoni (Presidente Commissione Cultura del Comune di Rimini, sottoscrittore dell’appello di ARIES per il rientro della Statua di Giulio Cesare nella centrale piazza tre martiri in luogo dell’attuale copia); Arch. Pierluigi Foschi, già direttore del Museo Civico di Rimini; Giovanni Luisè, antiquario ed editore; Giovanni Rimondini, Storico dell’arte; Dott. Andrea Montemaggi, Storico; Arch. Roberto Mancini; Dott.ssa Paola Bonetti; Prof.ssa Irina Imola; Consiglio direttivo della PRO LOCO di San Vito in persona del presidente sig. Giuseppe Mazzotti; Arch. Marcello Cartoceti, archeologo; Cav. Giovanni Ruzzier, Delegato per Rimini e Provincia dell’Unione degli Istriani – Libera Provincia dell’Istria in Esilio, anche quale componente l’Istituto del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare e dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon; Dott. Marco Ferrini (ex presidente Confraternita di San Girolamo); Gabriello Milantoni, storico dell’arte; Sig. Paolo Rotili, antiquario; Sig.ra Anna Cucci, antiquaria; Arch. Francesco Baldi; Dott. Edoardo Crisafulli (Direttore Istituto di Cultura italiana di Kiev); Dott.ssa Cristina Ravara Montebelli, Archeologa; Prof. Andrea Santangelo (storia antica e contemporanea, scrittore); Prof.ssa Donatella Frioli (Epigrafia Paleografia); ED ALTRI MOLTISSIMI CITTADINI CHE HANNO SOTTOSCRITTO E STANNO SOTTOSCRIVENDO IL PRESENTE APPELLO.
All’Amministrazione,
Al Sindaco
e per conoscenza all’Assessore alla Cultura
La Caserma ha definitivamente chiuso i cancelli. Dal primo giugno 2021 la Statua bronzea di Giulio Cesare, patrimonio della Città, bene che appartiene a tutti noi e che dovrebbe esser tutelato e dovrebbe esserci restituito, resta incustodita e abbandonata in attesa di essere nuovamente esiliata, questa volta all’interno del Lapidario del Museo.
Occorre che la parte più sensibile ed attenta della città si mobiliti, contattando la nostra Associazione, la stampa, le associazioni culturali. Chi non approva tale decisione si unisca al già lungo elenco che verrà trasmesso al Sindaco: oltre 100 fra note persone di cultura, studiosi, professionisti e semplici cittadini, che condividono l’appello di ARIES ed auspicano il rientro della statua di Giulio Cesare in Piazza.
Tutti noi riminesi sappiamo che due erano le ferite al patrimonio cittadino lasciateci dalla devastazione bellica: il Teatro Vittorio Emanuele II (oggi Galli) e la Statua di Giulio Cesare, relegata in Caserma dal 1953, ed intenzionalmente così allontanata dagli occhi di tutti.
Il Teatro è stato meritoriamente recuperato, dove era e come era; la stessa cosa deve avvenire per la Statua. E non varranno ciclabili (fra l’altro pericolosamente prive di regole) e rotatorie a profusione a far dimenticare il più giusto destino che dovrebbe concludere la settantennale vicenda di un cimelio così ricco di storia, di qualità e di empatia tangibilmente dimostrata dalla “trasversale” condivisione all’iniziativa promossa da ARIES. L’adesione al nostro appello è stata già manifestata da moltissimi appartenenti al mondo culturale e professionale riminese nonché da semplici cittadini, nella garantita certezza che, anche se nel frattempo si concretizzasse il tentativo di esiliare la Statua nel Lapidario, la “battaglia” non verrà abbandonata fino al definitivo rientro del Giulio Cesare in piazza Tre Martiri.
D’altronde, restituire la Statua di Cesare alla città, collocandola nel luogo che le è proprio, è questione di sensibilità civica, di cultura storica ed anche di convenienza: sanerebbe la ferita aperta dalla guerra e verrebbe ricordata a merito di chi, più ponderatamente riflettendo, volesse portare a termine un’operazione con spese relativamente contenute e nel contempo altamente “promozionale”, che con buon senso si inquadrerebbe agevolmente persino in un ipotetico cronoprogramma del progetto in fieri.
Basterebbe infatti:
• spostare il relativo basamento nella nuova posizione prescelta per poi posizionarvi la prestigiosa copia del Cesare capitolino proveniente dalla ex Caserma, nel frattempo restaurato ove occorresse, al fine di restituirlo finalmente all’ammirazione dei riminesi e delle decine di migliaia di visitatori che potranno apprezzarne la superiore qualità, come riconosciuto da vari esperti. Ai donatori della “sostituta”, che dovrebbe quindi lasciar libero il posto, resterebbe comunque sentita gratitudine per avere in questi anni riempito, con essa, un colpevole vuoto.
• contestualmente all’arrivo del titolare in piazza, disporre il trasferimento nel Lapidario della copia della copia, lì depositandola in attesa di collocarla in quel di San Vito, a indagini archeologiche auspicabilmente finanziate, avviate e completate. Ciò per sottolineare quello che, come molti studiosi ritengono, corrisponderebbe al vero luogo del passaggio del Rubicone. Si otterrebbe con ciò il duplice risultato di produrre, nel tempo, la sentita riconoscenza di due comunità e di poter vantare, ove certi dati fossero confermati, il merito di una scoperta di straordinaria importanza con conseguente enorme rilievo mediatico. Chi promuovesse tale soluzione, si ritaglierebbe in tal modo tangibile gratitudine ed un merito degno di esser ricordato.
Si auspica quindi che l’Amministrazione, considerati i plurimi benefici insiti nell’ipotesi prospettata, in accoglimento dell’appello di ARIES già ad oggi condiviso da tanti illustri rappresentanti della cultura e da tanti cittadini animati dal più evidente e disinteressato amore per la storia riveda l’ipotizzata, penalizzante ed inaspettata quanto illogica ed antistorica soluzione dell’internamento nel Lapidario, e voglia invece meritoriamente restituire la statua di Giulio Cesare alla città, con ciò completandone l’opera di recupero delle radici storiche già sviluppata, disponendo quindi che venga ricollocata nell’antico Foro che è il luogo più degno, sensatamente pertinente e storicamente idoneo ad ospitarla.
Con i migliori saluti
Avv. Gaetano Domenico Rossi, Segretario Coordinatore di ARIES
(in nome proprio, per l’Associazione ARIES, e per tutti i moltissimi cittadini che hanno condiviso l’appello in favore del rientro della statua di Giulio Cesare nella piazza che l’attende da 70 anni)
Chiunque intende sostenere l’appello per il rientro della statua di Giulio Cesare in Piazza Tre Martiri può inviare la propria adesione alla mail
riportiamogiuliocesareinpiazza@gmail.com
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