Dopo Bologna è Rimini il territorio italiano più attrattivo verso l'immigrazione interna. Lo certifica il primo “Rapporto sulle migrazioni interne” re
Dopo Bologna è Rimini il territorio italiano più attrattivo verso l’immigrazione interna. Lo certifica il primo “Rapporto sulle migrazioni interne” realizzato dall’Istituto di studi sulle società del Mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Il dato tiene conto nel biennio 2011-2012. Un fenomeno che con la crisi ha ripreso vigore e coinvolge oltre un milione e mezzo di persone: soprattutto badanti, braccianti ma anche professori e studenti universitari. L’attrattività dell’Emilia-Romagna (che complessivamente ha richiamato 10.273 persone dal resto d’Italia, pari a un aumento del 2,4 per mille abitanti) è confermata dal primato nei tre territori di Bologna, Rimini e Parma che presentano un saldo migratorio positivo decisamente elevato: Bologna + 4.131, Rimini + 1.271, Parma + 1.268.
Quali le motivazioni che portano a Rimini tante persone? La ricerca dell’occupazione o di un lavoro migliore, ma anche il miglioramento della qualità della vita. Se nel dopoguerra erano le realtà più industrializzate a fare da calamita (Milano e Torino in primis), adesso è l’Emilia Romagna a fungere da “terra promessa”, insieme a Trentino-Alto Adige e Toscana.
I migranti interni sono stranieri che tendono a spostarsi in proporzione maggiore, ma anche lavoratori e studenti universitari. Sono stati 258.871 nel 2012 gli stranieri a cambiare residenza in Italia, con un tasso di mobilità triplo rispetto agli italiani: il 64,3 per mille contro il 21,6, ma su distanze più brevi, 96 chilometri di media contro 126 chilometri degli italiani. Le donne straniere tra i 50 e i 64 anni in particolare presentano tassi di mobilità elevatissimi, legati al lavoro di cura e domestico.
Secondo il vicesindaco di Rimini, Gloria Lisi, si tratta di “una sorpresa positiva se non altro nei valori assoluti, ma che conferma ancora una volta Rimini come terra ambita e ricercata per la sua qualità della vita. Nonostante la crisi che picchia duro anche da noi, il nostro sistema regge evidentemente meglio degli altri, se è vero che il mix tra opportunità lavorative e qualità della vita ci premia con un saldo migratorio interno di quasi il 4% tra 2011 e 2012. Su questo incidono tanti fattori, non solo occupazionali ma anche formativi e ricreativi. Dati che evidenziano, aldilà delle difficoltà che anche da noi la crisi crea quotidianamente, il dinamismo e l’attrattività del nostro territorio che, ancor prima che per le opportunità occupazionali, attrae sicuramente per la buona qualità della vita; una dimostrazione è quella dei sempre più studenti fuori sede che vengono da noi a studiare, spesso lavorando saltuariamente sopratutto in estate, fermandosi a vivere e lavorare anche dopo la fine degli studi. Una dimostrazione di migrazione anche professionalmente più qualificata e selettiva che, nelle scelte di vita, valuta non solo il profilo occupazionale di un territorio ma più complessivamente anche quello ambientale, sociale e culturale”. All’ultimo concorso per i posti di assistente sociale, ricorda il vicesindaco, “dunque un investimento sul welfare di comunità, si sono presentate quasi mille persone provenienti da tutta Italia. E’ chiaro che questi fenomeni, ancorché nazionali, abbisognano a livello locale di una gestione attenta, anche e soprattutto sul tema dei servizi. Anche questa è una sfida che va colta e vinta, sulla base però di un rifiuto netto delle chiusure dettate dalla paura”.
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