San Marino: partiti divisi sul riconoscimento dei matrimoni gay

San Marino: partiti divisi sul riconoscimento dei matrimoni gay

Matrimoni gay a San Marino? Dopo il sasso nello stagno lanciato da don Gabriele Mangiarotti e a poche settimane dalla "istanza d'Arengo" presentata da

Matrimoni gay a San Marino? Dopo il sasso nello stagno lanciato da don Gabriele Mangiarotti e a poche settimane dalla “istanza d’Arengo” presentata da Federico Podeschi (in attesa di esame da parte del Consiglio Grande e Generale) abbiamo chiesto a tutti i gruppi consiliari di esprimersi su tre semplici domande:
1) siete favorevoli o contrari al riconoscimento dello status di famiglia, nel caso di unioni fra persone dello stesso sesso, nell’ordinamento della Repubblica di San Marino?
2) siete favorevoli o contrari al riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all’estero, sia nel caso che uno o entrambi i coniugi abbiano la cittadinanza sammarinese?
3) sia nel caso di risposte favorevoli e sia nel caso di risposte contrarie alle precedenti domande, quali sono le motivazioni che ne costituiscono il fondamento?
Hanno risposto Pdcs, Upr, Movimento Civico 10, Partito Socialista e Partito dei Socialisti e dei Democratici.
Silenzio invece da Alleanza Popolare, Sinistra Unita, Movimento civico R.E.T.E. e dai due consiglieri indipendenti Luca Lazzari e Denise Bronzetti.
Emerge il no al riconoscimento dei matrimoni gay da parte di Pdcs e Upr. Civico 10 sospende il giudizio (in attesa di discussione all’interno del gruppo) ma ritiene prioritario l’avvio di un ampio confronto sul tema. Mentre partito Socialista e partito dei Socialisti e dei Democratici sono favorevoli.
Ed ecco le risposte integrali.

Pdcs:

1) Il PDCS ritiene che lo status di “famiglia” possa essere attribuito unicamente alle coppie formate da un uomo ed una donna.

2) Dalla posizione sopra espressa ne consegue la contrarietà del PDCS al riconoscimento dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso, anche se cittadini sammarinesi. Al contrario, riguardo al riconoscimento dei diritti civili dei singoli cittadini, il PDCS è aperto al dialogo ed al confronto per una soluzione che ne tuteli e garantisca i vari aspetti.

3) Il PDCS ribadisce il valore insostituibile dell’unione tra un uomo ed una donna, come famiglia, sia sul piano sociale, perché tale unione comporta la naturale possibilità da parte della coppia di generare nuova vita contribuendo al mantenimento della specie umana, sia sul piano educativo-formativo in quanto alla formazione della struttura psicologica della prole concorrono, nella loro diversità e complementarietà, sia la figura paterna che quella materna, per una crescita affettiva integrale.
Rispetto al riconoscimento dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso anche a San Marino, la scelta del PDCS deriva dalla necessità di un’attenta analisi della situazione e delle sue implicazioni sociali. Come evidenziato nel recente caso apparso sulla stampa locale, al matrimonio contratto tra due persone dello stesso sesso è seguito il riconoscimento dell’idoneità all’affido della prole da parte dello Stato in cui il matrimonio è stato contratto. Il PDCS ritiene che la genitorialità debba essere espressa da un padre ed una madre. Pertanto, anche qualora la futura legislazione sammarinese consenta un riconoscimento formale dell’unione tra due persone dello stesso sesso, non si potrà prescindere da questo aspetto.

Unione per la Repubblica:

1) Sul riconoscimento dello “status” di famiglia nel caso di unioni fra lo stesso sesso siamo contrari. Una cosa è la famiglia, che per noi è quella formata dalla mamma e dal papà e dai loro bimbi; altra cosa sono i diritti delle persone conviventi su cui occorre aprire una riflessione senza pregiudizi. Partendo proprio dalla considerazione che si tratta di una scelta che va rispettata in tutta la sua profondità. 



2) Non è un problema di cittadinanza sammarinese o meno. La questione è, come ho già motivato nella risposta precedente, comprensibilmente più delicata su cui confermo la nostra contrarietà.

3) Un amministratore, anche se non è cattolico, dovrebbe esser portavoce dell’interesse generale che può raggiungere il buon governo. E questo interesse generale si persegue tutelando tutti, e non solo una parte. Detto questo l’Unione Per la Repubblica è favorevole ad aprire un confronto sui diritti civili a San Marino all’interno del quale tutte le posizioni possano emergere con la massima dignità e con l’auspicio di trovare anche soluzioni possibili sull’estensione dei diritti civili.
Giovanni Lonfernini, Unione Per la Repubblica (UPR)

Movimento Civico 10:

Vi ringraziamo per l’opportunità e apprezziamo l’iniziativa che il vostro giornale online realizza in merito al tema del riconoscimento della validità dei matrimoni tra persone dello stesso sesso e sulla tutela anche delle famiglie costituite da persone dello stesso sesso nella Repubblica di San Marino.
Il nostro Movimento non ha ancora approfondito il tema al proprio interno e quindi non possiamo rispondere alle domande che ci sono state rivolte.
Riteniamo, però, che la nostra Repubblica, Paese con l’ambizione di volersi porre all’avanguardia sul tema dei diritti civili, non possa ancora rinviare il dibattito su questi argomenti, in particolar modo quello sui rapporti di unione affettiva fra persone dello stesso sesso che non sono riconosciute giuridicamente nella Repubblica di San Marino nonostante, praticamente in tutto il mondo occidentale, in particolare in Europa, sia stata intrapresa la strada del riconoscimento in varie forme già dai primi anni duemila.
Riteniamo quindi prioritario l’avvio di un ampio confronto con la cittadinanza affinché si possano condividere scelte non più rimandabili.

Partito Socialista:

Non si può ignorare che nella società contemporanea le dinamiche sociali ed economiche, da un lato, e, dall’altro, le libere scelte affettive e le assunzioni di solidarietà hanno dato vita a una pluralità di forme di convivenza, che svolgono una funzione importante nella realizzazione delle persone e nella creazione di un più forte tessuto di rapporti sociali.
Per questo esse appaiono meritevoli di riconoscimento e tutela sulla base di alcuni principi fondamentali.
Da un lato, nel principio della centralità del soggetto rispetto alle sue relazioni, così da riconoscere sia i diritti di ogni persona a dare vita liberamente a formazioni sociali, sia i diritti di ciascuno entro le diverse formazioni sociali. Dall’altro, nel principio del legittimo pluralismo, che implica il riconoscimento dei diritti e dei doveri che nascono nelle diverse formazioni sociali in cui può articolarsi la vita personale affettiva e di coppia.
Tale riconoscimento dovrà avvenire secondo tecniche e modalità rispettose, da un lato, della posizione costituzionalmente rilevante della famiglia fondata sul matrimonio, dall’altro, dei diritti di ogni persona a realizzarsi all’interno delle formazioni sociali, che debbono intendersi come ogni forma di comunità, semplice o complessa, idonea a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione, nel contesto di una valorizzazione del modello pluralistico.
In tale nozione è da annoverare anche l’unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone – nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri.
Il Partito Socialista, quanto in specie alle libere scelte compiute da ciascuna persona in relazione alla vita di coppia ed alla partecipazione alla stessa, intende operare dunque per l’adeguamento della disciplina giuridica all’effettiva sostanza dell’evoluzione sociale, anche introducendo speciali forme di garanzia per i diritti e i doveri che sorgono dai legami differenti da quelli matrimoniali, ivi comprese le unioni omosessuali.
Simone Celli (Segretario Partito Socialista)

Partito dei Socialisti e dei Democratici:

1) favorevoli

2) favorevoli

3) Le motivazioni stanno nel riconoscimento dei diritti umani e civili per tutti, senza distinzione per quanto riguarda l’orientamento sessuale.
Stefano Macina, presidente Gruppo Consigliare PSD

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