Come abbiamo riferito, alla raccolta di firme di solidarietà lanciata da un gruppo di giornalisti de La Voce di Romagna a sostegno dello stato di agit
Come abbiamo riferito, alla raccolta di firme di solidarietà lanciata da un gruppo di giornalisti de La Voce di Romagna a sostegno dello stato di agitazione permanente e della giornata di sciopero, hanno aderito nei giorni scorsi Susanna Camusso, i tre deputati Arlotti, Petitti, Sarti, oltre a moltissime altre personalità istituzionali e sociali del territorio riminese e romagnolo. Oggi all’appello si uniscono anche il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, e il presidente della Provincia, Stefano Vitali, il cui messaggio si può leggere qui sotto. Da segnalare anche la nuova presa di posizione di FNSI-ASER: “Continuano a restare promesse, la cui data di attuazione si sposta sempre più
in avanti, gli impegni dell’editore de “La Voce di Romagna” a pagare gli
stipendi arretrati che arrivano fino ad alcuni mesi dello scorso anno.
Promesse che non sono mai accompagnate da precisi piani di rientro dal debito verso i dipendenti né dalla disponibilità a discutere con le organizzazioni sindacali
la gravità della situazione al fine individuare le strade per farvi fronte.
Inoltre, l’editore non ha modificato il suo atteggiamento antisindacale, avendo
dichiarato, nel corso di un incontro, di non riconoscere formalmente la
rappresentanza sindacale prevista dal contratto di lavoro.
La Conferenza dei Comitati e fiduciari di redazione dell’Emilia-Romagna
ritiene assolutamente intollerabili tali atteggiamenti, esprime solidarietà ai
lavoratori e chiede a forze politiche ed istituzioni di far sentire la loro
voce contro comportamenti che ledono principi e diritti costituzionali”.
“Come pubblici amministratori di questa città e di questo territorio, siamo naturalmente preoccupati circa le voci che ormai si susseguono con cadenza giornaliera da settimane circa difficoltà economiche e finanziarie che mettono a rischio la normale attività editoriale del quotidiano ‘La Voce di Romagna’.
Le stesse dimissioni del Direttore Stefano Andrini, motivate la scorsa settimana in un ‘commiato’ pubblico, confermano il momento complesso in cui opera in questa fase il giornale che ha redazioni in tutte le principali città della Romagna.
Il nostro intervento vuole sensibilizzare la proprietà a una positiva soluzione dei problemi, consci che le difficoltà oggettive in cui sono costretti ora a operare in primis i giornalisti e tutti i dipendenti de ‘La Voce di Romagna’ possono condizionare la libertà e qualità dell’informazione nonché «il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero».
Pertanto tale situazione non riguarda solo i professionisti coinvolti e le rispettive famiglie, oppure concerne strettamente l’immagine di una testata giornalistica, ma riguarda più in generale la necessità del più ampio dibattito pubblico e della insopprimibile polifonia delle voci che sono alla base del diritto a una corretta informazione e formazione dell’opinione pubblica, in questo caso romagnola.
Per tutto questo, sottoscriviamo l’appello a che ‘La Voce di Romagna’ torni a operare al più presto in un quadro di rinnovata fiducia e di normale operatività editoriale, alla base delle quali c’è il ripristino delle garanzie previste dai contratti e dalle leggi vigenti”.
Andrea Gnassi
Stefano Vitali
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