Santinato: «la Rimini balneare è una città arrugginita»

Santinato: «la Rimini balneare è una città arrugginita»

Il gran capo di Teamwork appartiene alla scuola filosofica kantiana: dire la verità è un imperativo morale. Ma fra i guru riminesi del turismo va forte anche la scuola hegeliana. Il problema è che gli albergatori non studiano la filosofia.

«Quello che vediamo passeggiando per la Rimini balneare è una città arrugginita, con decine di pensioni chiuse, di negozi-bazar di basso livello, alberghi con arredi vecchi di 40 anni e facciate rovinate. Insomma, Rimini ha perso il suo smalto, la sua immagine di città innovativa, capace di anticipare le mode, di attirare i giovani europei, di conquistare nuovi target. La sensazione che ho è che siamo alla fine di un ciclo, un lento e inesorabile declino iniziato negli anni della muccilaggine e continuato per 30 anni. Per anni si è continuato a dire che il modello tenesse, che Rimini reggesse meglio di altre destinazioni. Le ragioni di questo declino sono tante. Lascio agli storici l’analisi e la lettura di questa fase ma oggi è necessario ripensare la nostra offerta. Se il centro storico in questi anni è cambiato in meglio, grazie alla valorizzazione e alla creazione di un’offerta culturale, così non è stato nella città balneare. Il nuovo lungomare è un primo passo ma la riqualificazione urbana è una sfida di tutti gli operatori turistici, non solo della nuova amministrazione». Estratto dall’intervento di Mauro Santinato pubblicato oggi sul Carlino. Non è la prima volta che il presidente di Teamwork analizza senza veli il declino. Ma stavolta lo scapaccione fa cadere dalla sedia. Santinato sembra appartenere alla scuola kantiana: dire la verità, anche a costo di ferire, deve essere un imperativo morale. E lui tiene la barra diritta da tempo, non solo assestando qualche manrovescio allo status quo, ma anche indicando la strada con eventi formativi di alto valore.
Sul fronte opposto c’è un altro guru del turismo. Aureliano Bonini è di un’altra scuola filosofica. Ci tranquillizza spesso e volentieri sul fatto che il turismo a Rimini continuerà ad essere eterno, ben più di Roma. Che nemmeno la pandemia ci spazzerà via. Vaccinati e felici ce la sfangheremo sempre. Il grande capo di Trademark appare più hegeliano che kantiano. Qual è stata la critica di Marx a Hegel? L’esempio è quello della frutta. Hegel davanti alla mela non vede il frutto, come farebbe qualunque realista, ma il concetto di frutta. Ecco, quella di Bonini è un po’ la visione dialettica del turismo, nella quale i problemi si superano nella sintesi degli opposti. Ma la realtà è quella tratteggiata da Santinato (Kant) o da Bonini (Hegel)? Osta che domanda, ci vorrebbe una Trattato solo per cominciare ad introdurre la risposta. E, soprattutto, se poi gli albergatori non studiano la filosofia, tutti gli sforzi del pensiero rischiano di risultare vani.

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