Scosse nel sistema turistico: dopo 24 anni Angelino lascia Promozione alberghiera

Scosse nel sistema turistico: dopo 24 anni Angelino lascia Promozione alberghiera

Cosa c'è dietro l'addio dello storico direttore di Pa, Eugenio Angelino? Il rinnovo del cda della cooperativa alberghiera che quest'anno compie mezzo secolo di vita ha portato allo scoperto i problemi. Ma quelli veri, che stanno mettendo in subbuglio le organizzazioni di rappresentanza del settore, hanno a che fare con la fine della "pax erraniana" e con la crisi del turismo a Rimini. Nonostante i numeri rassicuranti dell'Osservatorio turistico regionale.

Cosa succede ai piani alti del “sistema turismo” a Rimini? Al di la delle apparenze, qualcosa si sta incrinando. I poteri consolidati, ormai con qualche ragnatela di troppo, scricchiolano. Prendiamola alla larga. Dopo il lungo “regno” di Vasco Errani, che il sistema turismo, ovvero l’alleanza di ferro coi privati e la pax turistica le ha create e tenute ottimamente in vita, è iniziata la crisi. Ora ciò che resta di quel sistema deve essere continuamente puntellato ma, sorretto da una parte, cade dall’altra. Perché di Errani ce n’è uno. E perché il turismo, soprattutto nell’area di Rimini e sotto i numeri ottimistici delle presenze, vive una stagione per niente facile. Anzi, fra gli addetti ai lavori c’è chi assicura che batta in testa. Chi è venuto dopo Errani tenta di imitare, di tenere in piedi tutto il cucuzzaro, ma con risultati insoddisfacenti.

Eugenio Angelino, molto stimato nell’ambiente turistico non solo locale, e dalle indubbie capacità, il 4 luglio scorso ha annunciato sulla sua pagina Facebook di avere concluso la sua avventura professionale. “Una avventura durata 24 anni, 2 mesi e 9 giorni. Una avventura chiamata Promozione Alberghiera“. Un fulmine a ciel sereno per tanti (e infatti i commenti di sorpresa non sono mancati sotto il post) ma non per tutti. Per coloro che hanno seguito le vicende interne che hanno portato al rinnovo del consiglio di amministrazione di Pa, l’addio di Angelino non è sembrata una novità.

L’8 maggio si è tenuta l’assemblea dei soci di Pa, con all’ordine del giorno due punti importanti: il bilancio 2017 (chiuso con un attivo di pochi euro, 6.700) e la nomina del consiglio di amministrazione per il triennio 2018-2020.
Votanti 113, voti validi 112. Oltre ai consiglieri uscenti si sono presentati altri sette nuovi candidati, e fra questi alcuni nomi di spicco nel panorama dell’offerta alberghiera di Rimini. Su sette solo due hanno ricevuto un vasto sostegno e sono entrati nel nuovo cda con un pacchetto di voti significativo. Un altro è riuscito a piazzarsi per un soffio. Gli altri sono rimasti fuori. Il nuovo presidente è Antonio Carasso, che di voti ne ha presi pochini, 60, risultando terzultimo nel parlamentino degli eletti. Mentre Marina Lappi, presidente uscente, ha ottenuto il primo posto a pari merito con la new entry Andrea Biotti.

Al vento nuovo che alcuni avrebbero voluto far soffiare nella storica cooperativa nata nel 1968 e che dunque quest’anno compie mezzo secolo di vita (ma per ora il compleanno sta passando un po’ sotto silenzio), sono state, almeno in parte, chiuse le porte. E fra quanti avrebbero lavorato per il cambiamento, si dice ci fosse anche il navigato direttore di Pa, Eugenio Angelino. E nei suoi confronti pare che la reazione dei vertici sia stata un po’ quella della lesa maestà. Di lì a poco Angelino è uscito di scena. Da quel che risulta senza che in Pa fosse pronta una figura in grado di sostituirlo.

“Ho dato tanto. Lascio un gruppo sano, sanissimo, e spero possa continuare a prosperare, anche senza di me. Ho dato tantissimo e ho ricevuto tantissimo. Devo solo dire grazie“, ha scritto lui nel suo addio su Facebook. “Grazie ai colleghi di Pa, Acx, Paincentive, Paturiservice, Rimini Reservation, Operazione Riccione Notte, persone eccezionali. Grazie ai soci albergatori. Grazie ai consiglieri che in questi 24 anni si sono succeduti. E soprattutto grazie a Rimini, alla Romagna tutta, una terra per cui vale la pena spendersi”. Angelino è uscito da Pa avendo maturato un invidiabile bagaglio di esperienza, che non gli renderà difficile “piazzarsi” altrove. Ma da quanto ha scritto nel suo breve messaggio si capisce che ha abbandonato la scrivania senza avere già una collocazione pronta, e anche questo lascia pensare che non si tratti di un avvicendamento preparato ma un po’ improvviso.

Quel che è accaduto in occasione del rinnovo del consiglio di Pa, va letto insieme al terremoto che ha accompagnato la rielezione di misura di Patrizia Rinaldis alla presidenza dell’Aia. Stavolta ha veramente rischiato di non farcela e il pronunciamento della base, più la “campagna elettorale” che ha visto contrapporsi le due anime degli albergatori, hanno chiaramente fatto emergere lo scontento. Ne è uscita, di fatto, sconfitta o comunque drasticamente ridimensionata, la cabina di regia che flirta con Gnassi e Corsini e che ha in Maurizio Ermeti (non a caso factotum del piano strategico, che di strategico ha però prodotto ben poco) il suo collante. Se la base storce il naso verso i timonieri dei maggiori soggetti rappresentativi del turismo a Rimini, l’establishment politico che governa in città e in Regione, fa il tifo per loro e li “premia”, come accaduto con Patrizia Rinaldis, con il posto nel consiglio di amministrazione di Apt Servizi.

La “pax erraniana” va in frantumi sotto il peso della crisi. Checché ne dicano i numeri dell’Osservatorio turistico regionale, a Rimini in particolare il turismo soffre i ben noti problemi: centinaia di hotel fuori mercato, decine e decine quelli chiusi e che cadono a pezzi anche in zone centralissime; alberghi che non si riqualificano anche per la mancanza di scelte urbanistiche praticabili; fatturati scarsi; stessa spiaggia stesso mare; stagioni tenute in piedi da camere vendute a prezzi stracciati e da sostanziose flebo a base di eventi; ma l’elenco sarebbe lungo. E’ questa la materia del contendere. Sulla quale si tornerà a scrivere.

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